Gialloverde, il colore della sconfitta

Le Regionali di quest’anno mettono in evidenza il fallimento politico del progetto di Lega e Cinque Stelle, ex alleati di Governo. Matteo Salvini evidenzia il tracollo pentastellato, ma deve fare i conti anche con il proprio ridimensionamento. I rimpianti di Luigi Di Maio.

Fino a poco più di un anno fa non erano soltanto alleati di Governo, ma tenevano in mano le sorti politiche del Paese. Poi si sono divisi, uno (Luigi Di Maio) è ancora al Governo, l’altro (Matteo Salvini) è all’opposizione. Entrambi devono fare i conti con un arretramento dei rispettivi partiti. Le regionali del 2020 hanno fatto emergere limiti e difficoltà sia del Movimento Cinque Stelle che della Lega.

Luigi Di Maio Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e vero capo dei Cinque Stelle, festeggia per il referendum, ma per il resto sa bene che i pentastellati sono ad un bivio.

Infatti ha detto: “Ovviamente non faccio mistero, l’ho sempre detto, che le Regionali potevano essere organizzate diversamente e anche per il Movimento, con un’altra strategia”. Mentre Matteo Salvini, Capitano della Lega, ha spiegato: “Se in una Regione come il Veneto i 5 Stelle sono al 3% e se casa di Di Maio faticano ad arrivare al 10%, l’unica regione in cui si è provata l’alleanza di governo, in Liguria, M5S e Pd hanno preso una batosta memorabile. Lascio a loro le riflessioni».

«Io – ha proseguito Salvini – mi ero impegnato a non usare il voto delle Regionali e delle Amministrative per logiche politiche nazionali. Prendo atto del fatto che il popolo ritiene che ci siano 300 parlamentari di troppo in Parlamento e che la prima forza politica presente numericamente in Parlamento non esiste più in alcune regioni italiane ma lascio a loro la riflessione”.

Di Maio – Salvini

Salvini ha ragione: la prima forza politica parlamentare non esiste più in alcune regioni italiane. Da un anno a questa parte sono cambiate tante cose. Il Partito Democratico di Nicola Zingaretti si è preso la scena nel campo della maggioranza, rappresentando il Partito architrave.

Nel centrodestra invece l’ascesa di Giorgia Meloni rappresenta un fatto sul quale Matteo Salvini deve riflettere tanto. Dopo il 4 marzo 2018 quello tra Cinque Stelle e Lega era apparso come l’unico Governo possibile, anche per i risultati elettorali ottenuti. In dodici mesi è cambiato il mondo. E ora si vede benissimo il fallimento politico di quella che un tempo era l’alleanza gialloverde.