Gianfranco Battisti e la nuova sfida dei trasporti

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Il manager di Fiuggi che governa le Ferrovie dello Stato. Le conseguenze per i pendolari con il suo progetto di integrazione con Alitalia. Le cifre. "Zero tagli ai pendolari" e "Benefici per l'intero sistema". Su cosa punta. L'esempio di Fiuggi.

C’è stato un tempo in cui c’erano due tipi di matti: quelli che si credevano Napoleone e quelli che promettevano di far viaggiare i treni italiani in orario. Gianfranco Battisti, manager di Fiuggi prestato alle Ferrovie si è candidato a finire nel secondo elenco. Con un’aggravante: ci ha aggiunto di voler espandere il servizio Alta velocità, farlo senza drenare risorse ai pendolari, unendo per di più treni ed aerei. I numeri però finora sembrano dargli ragione.

Gianfranco Battisti, amministratore delegato di ferrovie dello Stato

L’intervista rilasciata dall’Amministratore Delegato a Repubblica nelle ore scorse, fornisce spunti importanti per comprendere i benefici che ci saranno, a cascata, sull’economia del Lazio e sui servizi ai viaggiatori. Pendolari compresi.

Nuovi viaggiatori, nuove destinazioni

Ferrovie dello Stato è impegnata a valutare la creazione del grande polo dei Trasporti, entrando nel capitale di Alitalia insieme ad un forte partner straniero. «L’ingresso in Alitalia non metterà a rischio gli investimenti di Fs nei treni pendolari” ha assicurato Gianfranco Battisti.

Treni ed aerei insieme: mai fatto prima, mai fatto da nessuno. Basterebbe già questo per iniziare a prendere la camicia di forza. Invece è il progetto e sono le cifre a dare un senso di praticabilità alla rotta tracciata dal manager fiuggino. Il progetto prevede di «integrare porti, aeroporti e stazioni con benefici per il sistema Italia». In che modo, dove starebbe il vantaggio: nei «140 milioni di nuovi arrivi turistici previsti in Europa al 2030, destagionalizzando l’offerta e ridistribuendo i flussi su destinazioni meno convenzionali».

Il Grand Hotel Palazzo della Fonte a Fiuggi, unico 5 Stelle Lusso in provincia di Frosinone

Nuovi visitatori, nuove destinazioni. È lo stesso principio che ha convinto due oligarchi russi a fare un maxi investimento a Fiuggi rilevando all’asta il Palazzo della Fonte. Sulla base dello stesso ragionamento di Gianfranco Battisti i proprietari del Forte Village (principale meta del turismo di altissimo livello in Europa) stanno puntando su un turismo fuori dalla tradizionale stagione estiva. E su nuove persone da portare in Ciociaria perché fino ad oggi non avevano una meta interessante per il loro livello. (leggi qui Dal gas al petrolio passando per i preziosi: ecco cosa c’è dietro l’acquisto del Palazzo della Fonte).

L’interazione treni – aerei sta iniziando a prendere forma. Battisti ha portato 5 treni ad alta velocità a Fiumicino per collegarla con Genova, Pisa, Firenze, Bologna e Venezia. «Nell’arco di piano porteremo i collegamenti ferroviari in dieci nuovi aeroporti».

Le risorse per i pendolari

La coperta è sempre stata corta. Puntare sugli aerei significa scoprire il lato del letto in cui ci sono i pendolari. Così dice la logica. Così non dicono le cifre nelle mani di Gianfranco Battisti.

Per il quale «Il progetto Alitalia non metterà certamente a rischio gli investimenti nel trasporto ferroviario. Dal punto di vista finanziario è un investimento che non compromette la sostenibilità».

Gianfranco Battisti Ceo Ferrovie dello Stato © Imagoeconomica, Sergio Oliverio

Dalla sua parte ha le analisi elaborate dalle agenzie di rating. hanno studiato l’affidabilità economica delle Ferrovie di Battisti. «S&P ci ha appena confermato il rating BBB e una valutazione stand alone BBB+ superiore a quello dell’Italia considerando l’investimento nella compagnia».

Allo stesso tempo ci sono i conti dei Bilanci. «I nostri conti vanno molto bene: chiuderemo il 2019 in forte crescita, con circa 600 milioni di utile, in progresso dell’8% e con un Ebitda in progresso di oltre 100 milioni rispetto allo scorso anno».

La vendetta di Renzi

Nelle settimane scorse le truppe di Matteo Renzi hanno inaugurato la loro attività sotto la bandiera di Italia Viva mettendo nel mirino proprio Gianfranco Battisti. Colpevole di essere subentrato al manager che proprio i renziani avevano indicato. Lo avevano accusati di avere taglito gli investimenti. (leggi qui Renzi mette nel mirino l’Ad di Ferrovie, Gianfranco Battisti)

L’intervista a Repubblica dice che i numeri sono ben altri. «Gli investimenti sono cresciuti nel 2019 del 7%. In cinque anni investiremo 58 miliardi».

Non sono soldi che andranno come sempre al Nord. «Un terzo andrà al sud. Nell’ultimo biennio abbiamo mobilitato 16 miliardi di cui 7,5 nel 2018, due terzi dei quali dopo il mio insediamento. Nel 2019 saliremo a 8,4 miliardi, il 33% in più del 2017».

Danilo Toninelli e Gianfranco Battisti © Imagoeconomica

I pendolari si lamentano sempre della qualità dei treni. «Abbiamo anticipato 2,2 miliardi di spesa per materiale rotabile immettendo in esercizio 240 nuovi treni regionali entro il 2023 anziché  nel 2025  e abbiamo prenotato 89 treni regionali per i pendolari  e 14 ad alta velocità in più rispetto ai programmi».

La puntualità

Il vero rischio è che lo prendano per matto quando dice di voler far viaggiare in orario i treni. Su questo sono stati addirittura i parlamentari a 5 Stelle a contestare i risultati. Eppure sono stati loro, con l’allora ministro Dario Toninelli, a metterlo al timone delle Ferrovie.

Le cifre però sono ancora una volta dalla parte di Battisti. «Sulla puntualità abbiamo recuperato rispetto al passato molti punti. Nel 2018 quella reale era al 50%, un dato inaccettabile. Ora facciamo 15 punti meglio sull’alta velocità dove siamo al 70%, 4 punti in più sul regionale, 4,9 su Intercity e 5 su cargo».

Quando gli domandano delle sfide future parla di digitalizzazione, di trasformazioni della società, di conseguenze del cambiamento climatico «che impatterà sulle nostre infrastrutture».

È solo questione di tempo. Prima o poi lo prenderanno per matto. Oppure prima di quanto pensiamo, vedremo i treni viaggiare in orario.