Il deputato studia da sindaco: Conte va alla festa del patrono

L'ex cinque volte deputato di Forza Italia (e due volte sottosegretario) supera la sua proverbiale difficoltà con le manifestazioni piene di folla. E va alla festa patronale di Trivio. Primo passo verso la strategia della popolarità. Con cui puntare di nuovo alla carica di sindaco

L’interessato ha sempre raccontato una versione diversa su come andarono “realmente i fatti” . Ma i suoi più stretti collaboratori l’hanno sempre smentito: era andato a dormire la sera del 27 marzo 1994, il giorno della prima storica vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche. La mattina dopo l’ex presidente dei commercianti di Formia e imprenditore alberghiero Gianfranco Conte, minturnese di nascita ma formiano d’adozione, si alzò nella veste di parlamentare della Repubblica.

Fondatore da poche settimane del club cittadino di Forza Italia, s’era ritrovato investito della candidatura a Palazzo Chigi direttamente da Milano: dai vertici di Pubblitalia, erano loro all’epoca a decidere tutto. A tenere i casting con cui selezionare i candidati, decidere i ruoli, stabilire il futuro politico.

Gianfranco Conte © Imagoeconomica, Paolo Cerroni

Gianfranco Conte era diventato per la prima volta deputato grazie alla vittoria nel collegio uninominale del sud-pontino “stracciando” gli altri due candidati in lizza. Il primo avversario era il compianto Ugo Rivera: permettendo alcuni mesi prima a Sandro Bartolomeo di diventare il primo sindaco postcomunista di Formia alla testa di una coalizione ulivista, Rivera si era guadagnato sul campo la candidatura nella Gioiosa macchina da guerra con cui Achille Occhetto si illudeva di andare a governare.

Il secondo avversario era il candidato dell’area centrista di Mariotto Segni, il deputato uscente ed ex segretario provinciale di Latina di una Dc ai titoli di coda, Clemente Carta.

Quella notte Gianfranco Conte era entrato a Montecitorio per restarvi ben cinque mandati e per 19 anni, sino al 2013. Considerato uno dei consiglieri economici più ascoltati da Silvio Berlusconi, Conte nel frattempo è diventato il braccio destro di  Giulio Tremonti. Ha fatto parte anche di due Governi svolgendo l’incarico di sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento.

Nella sua ventennale attività parlamentare è sempre stato bersagliato dalla stessa accusa: di non curare abbastanza i rapporti con la sua città e con il collegio del sud-pontino che l’aveva proiettato nelle gerarchie di Forza Italia.

L’ex sottosegretario Gianfranco Conte (a destra) Foto © Imagoeconomica, Paolo Cerroni

Quando poi la nascente stella della politica pontina, il senatore di Fondi Claudio Fazzone, ha oscurato Conte sul territorio provinciale, quest’ultimo ha deciso essere protagonista di un’eclisse tutta romana “perché non mi va di fare nessuna guerra ma voglio tutelare il nome di Forza Italia”. 

Le due rette azzurre hanno continuato a non incontrarsi sul piano… Si sono ignorarate sino alla primavera 2018, in occasione delle elezioni amministrative al comune di  Formia. Colpito da una forma vocazionale (“voglio essere al servizio della mia città che tanto mi ha dato in 20 anni ed è giusto che la ripaghi”) dopo un esilio durato cinque anni, Gianfranco Conte ha coltivato per qualche settimana il sogno di guidare il centrodestra di Formia contro la superfavorita, la professoressa di scienze naturali Paola Villa.

Ma questo sogno si è infranto in un vertice a Fondi dove Claudio Fazzone ha bocciato l’aspirazione di Conte privilegiando la candidatura dell’avvocato penalista Pasquale Cardillo Cupo.

Incassata l’elezione in Consiglio Comunale con la civica “Formia con te”, il cinque volte deputato di Forza Italia ha reso pan per focaccia al suo ex Partito sostenendo Paola Villa al turno di ballottaggio contro il candidato di Claudio Fazzone

Da quel momento Conte  ha deciso di scendere dal suo Aventino e di abbandonare l’isolamento in cui si era volontariamente chiuso.

Il sindaco di Formia Paola Villa con l’ex sottosegretario Gianfranco Conte. Foto © Andrea De Meo

Sul piano amministrativo lo scorso inverno, in occasione dell’approvazione del Bilancio di previsione 2019, ha costretto la maggioranza ad ascoltare per sei ore consecutivamente un suo intervento in consiglio comunale: utile forse a qualche studente di Giurisprudenza per superare l’esame di Scienza delle Finanze e di Diritto Amministrativo. Sul piano politico aveva artatamente messo in giro la voce che l’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio, “il mio amicoGianfranco Giorgetti, lo volesse candidare per la Lega per le elezioni Europee di fine maggio.

Di vero c’è che a livello locale Conte ha continuato a dialogare con il gruppo consiliare della Lega partecipando anche ad iniziative ed incontri elettorali con alcuni candidati del “Carroccio” nella circoscrizione dell’Italia centrale.

Un passo alla volta sino a sabato 30 novembre, giorno in cui si ricorda la ricorrenza religiosa Sant’Andrea Apostolo, patrono di Trivio, la seconda frazione collinare di Formia. Conte è legato da un’antichissima amicizia con Raffaele “Lello” Bartolomeo, omonimo dell’ex sindaco Pd, consigliere comunale di Forza Italia in un solo mandato ma conosciuto a Formia per essere titolare di uno dei bar più noti e frequentati. E per aver guidato, in due distante fasi storiche, i comitati dei festeggiamenti in onore dei due santi patroni di Formia – caso raro in Italia- quelli di Sant’Erasmo e di San Giovanni.

A Gianfrà–  ha detto Bartolomeo al telefono all’ex penta-deputato di Forza Italia  – se vuoi diventare davvero sindaco di questa città devi farti vedere dalla gente un po’, soprattutto in periferia”. Bartolomeo è stato chiaro: “Vienimi a prendere e ti porto in un posto, a  Trivio, alla messa e alla processione di S.Andrea”.

L’onorevole Gianfranco Conte mentre partecipa alle celebrazioni per il Patrono

C’è una lunga tradizione di bravi politici, buoni amministratori, ma timidi all’idea del bagno di folla. Conte probabilmente appartiene a questa schiera. Perché ha risposto: “Dai sù, Lello, ma mi hai mai visto alle funzioni religiose di questi anni, nelle feste di S.Erasmo e di San Giovanni?”. 

Fedele alla massima che solo gli stolti non cambiano mai idea, l’onorevole Gianfranco Conte, elegante quanto basta, ha anticipato finanche l’arrivo dei fedeli e dei devoti di Sant’Andrea nella chiesa parrocchiale di Trivio. Perché – a quanto pare – le elezioni si possono (ancora) vincere senza Facebook e gli altri social media.

Un gelido saluto con la solitaria vice sindaca e assessora alla Pubblica Istruzione Carmina  Trillino (nessuno le ha segnalato che la fascia tricolore andava indossata di dietro senza pieghe…). Un’accoglienza da superstar  gli è stata riservata dal parroco, monsignor Giuseppe Sparagna, che dell’Arcidiocesi di Gaeta è stato  sino al 2016 Vicario generale durante il mandato episcopale di monsignor Bernardo D’Onorio.

Baci e abbracci a Conte naturalmente da due dirigenti di primissimo piano della Lega di Trivio, Alberto D’Angiò e Luigi Saraniero. A cui si è affiancato pochi minuti più tardi Antonio Di Rocco, il capogruppo consiliare ed emissario per il sud-pontino dell’ex sottosegretario Claudio Durigon proveniente dalla vicina frazione di Maranola.

Qui era in corso un’assemblea pubblica per recepire le istanze dei cittadini da sviluppare nel prossimo Bilancio di previsione. La cosa aveva indispettito i dirigenti leghisti di Trivio impegnati nell’organizzazione “laica” della festa del patrono. Ma l’arrivo di chi studia da sindaco di Formia ha risolto ogni tipo di problema…O almeno.