Gino il pompiere spegne l’incendio dei franchi tiratori

Gino Ranaldi libera l'aria dai veleni politici dopo l'elezione che lo ha portato in Provincia. Inutile accendere nuovi fuochi proprio ora. Perché. E come andrà a finire.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Niente cecchini. E se anche ce ne fossero stati non conta, ora che tutto è finito. Libera l’aria dai veleni e dai sospetti Gino Ranaldi, capogruppo Pd a Cassino e fresco di nomina a Consigliere provinciale di Frosinone. La mal’aria è quella che s’è creata leggendo i numeri della sua elezione: mancano alcuni voti dal conto. Gino Ranaldi non vuole incendi: perché ormai è stato eletto, pertanto servirebbero a nulla. E allora dice che nessun consigliere comunale di Cassino ha tradito il patto del 2019. È il patto che prevedeva di sostenere alle elezioni Provinciali il capogruppo Pd visto che aveva fatto un passo indietro al momento della composizione della giunta.

Un po’ di storia

Luigi Macco ed Enzo Salera

Riavvolgiamo il nastro al 2019: Enzo Salera ha appena vinto le elezioni Comunali di cassino, contro tutto e tutti. Ha mandato a casa il centrodestra, evitato le trappole di una parte del centrosinistra, uscendo indenne da una scissione dolorosa che ha visto le dimissioni del Segretario cittadino Pd e l’addio dell’ex bi sindaco Peppino Petrarcone.

In quei giorni il neo sindaco è alle prese con la formazione della nuova giunta. Per garantire la parità di genere, tra i sette assessori del Comune di Cassino, dovevano essere individuate almeno tre donne. In un primo momento Luigi Maccaro aveva dato l’indicazione di una donna per quel che riguarda Demos. Un’altra donna (Concetta Tamburrini) era stata espressa dalla lista “Salera sindaco” e Chiara Delli Colli (a inizio 2021 poi sostituita con Arianna Volante) dal Pd. In questo modo i Dem potevano schierare in giunta sia l’attuale vice sindaco Francesco Carlino che Gino Ranaldi.

Poi Luigi Maccaro, dopo una riunione con Demos, comunicò che l’assessore sarebbe stato lui: dunque nessuna quota rosa. A quel punto se ne fece carico il Pd, individuando l’attuale assessore Barbara Alifuoco. A fargli largo fu proprio Gino Ranaldi: Quel sacrificio gli valse la candidatura alle Provinciali e permise, di fatto, l’ingresso in Consiglio di Bruno Galasso: essendo il primo dei non eletti di Demos subentrò in assise allo scranno lasciato vuoto da Maccaro che scelse di sedere in giunta.

Ironia della sorte, è stato proprio Bruno Galasso il sedicesimo voto a mancare all’appello a Gino Ranaldi.

Gino ed i franchi tiratori

Luigi Maccaro, Alessandra Umbaldo, Bruno Galasso

Ma il Capogruppo del Pd non va all’attacco. Il motivo? La politica ha i suoi tempi e le sue temperature: non è il momento. Così Ranaldi si insinua nelle divisioni di Demos e dice: “A Cassino potevo contare su 16 voti. Ne ho ricevuti 15 ma già sapevamo alla vigilia che il consigliere di Demos Bruno Galasso aveva fatto scelte diverse per legami di natura personale. Non ci sono dunque stati franchi tiratori. La consigliera di Demos Alessandra Umbaldo ha invece votato per me. Voglio fare un ringraziamento personale anche a Fausto Salera che pur essendo indipendente nel Pd, poteva votare diversamente per i suoi legami personali con altri candidati mentre ha voluto dare la sua preferenza ad un consigliere di Cassino nell’interesse del territorio. La maggioranza ha quindi mantenuto fede all’impegno preso nel 2019”.

Parole calibrate. Che di fatto preparano una resa dei conti che potrebbe chiamare in causa nuovamente l’assessore Luigi Maccaro. Il ringraziamento a Fausto Salera non è affatto casuale. Anche lui è stato a lungo corteggiato dal. vice presidente uscente Luigi Vacana e dalla sua lista civica; anche lui è stato in dubbio fino alla fine. Al momento del voto ha però dato la sua preferenza a un consigliere di Cassino.

Ma il dato vero è un altro. Che nulla ha a che vedere con i rapporti personali e che chiama in causa direttamente Enzo Salera. Il problema non risiede nel fatto che con il voto di Galasso, Ranaldi poteva ottenere più voti di Vacana. Il problema, per Enzo Salera, è che Demos – in questo caso il consigliere Galasso – continua a restare una forza non sempre organica alla maggioranza. E non da oggi: era il 21 dicembre dello scorso anno quando Salera portò in Consiglio il cosiddetto “caso feccia”. L’assessore Luigi Maccaro prese le distanze: si aprì una lunga guerra fredda durata dieci mesi e culminata lo scorso mese di ottobre con le sue dimissioni, poi respinte. (Leggi qui Salera pirotecnico: ci mette la faccia e bastona la ‘feccia’).

Freddezza congenita

Gino Ranaldi

Dall’assessore Maccaro e dal gruppo di Demos non sono arrivate pubbliche congratulazioni a Ranaldi. A complimentarsi con il capogruppo dem è invece il segretario del Pd Romeo Fionda. Che evidenzia: “Per quanto riguarda il gruppo cassinate, nell’analisi del voto, ancora una volta, esso ha dimostrato una forza elettorale derivante da una monolitica compattezza, che ha permesso l’elezione di un validissimo candidato dell’amministrazione, l’avvocato Gino Ranaldi. Il tutto con il sostegno pieno della maggioranza comunale di Cassino, e questo non era mai accaduto nella storia delle elezioni provinciali, per nessun candidato espresso da una amministrazione comunale”.

Tuttavia i 7093 voti di preferenza di Ranaldi sono il frutto dell’ampio consenso ottenuto anche in altri comuni della provincia e questa sta a dimostrare come il centrosinistra cassinate, l’unico a governare nel frusinate una grande città, sia diventato un punto di riferimento importante non solo per Cassino, ma per tutto il territorio del sud del Lazio”.

Ad un anno dalla feccia

Intanto oggi, così come il 21 dicembre dello scorso anno, si riunirà il Consiglio comunale. Ma quei toni di un anno fa sulla feccia non sembrano più all’ordine del giorno. All’epoca il sindaco fu il clamoroso protagonista di una denuncia pubblica. Disse:

 «Sicuramente esprime la feccia della politica chi (opera) a mezzo di blogger anonimi e pseudo giornalisti juke box. Persone che in cambio di un piatto di lenticchie, di una cena o il pagamento dell’assicurazione di una macchina inondano i social di false notizie. Notizie finalizzate a screditare e delegittimare l’amministrazione». A cosa si riferiva? «Esprimono la feccia della politica quegli ominicchi, come li definiva Leonardo Sciascia nel Giorno della Civetta, che da decenni cercano di avere una visibilità in questa città. E avvicinano dei consiglieri di maggioranza per convincerli a creare un gruppo autonomo per mettere sotto scacco il sindaco e l’amministrazione. Per metterli sotto ricatto affinché, per esempio, una società che si occupa di efficientamento energetico venga imposta a questa amministrazione. O per cercare di mettere mano sugli appalti».

Il sindaco ha riferito. I colpi sotto la cintura sono finiti. La minoranza è molto meno agguerrita. Tra i vari punti in discussione spuntano le tante interrogazioni di Renato De Sanctis che è completamente a suo agio tra i banchi dell’opposizione. L’ultimo Consiglio comunale del 2021 è invece in programma domani e ci sarà l’approvazione definitiva della Rigenerazione Urbana.

Nell’assise di oggi sarà invece interessante vedere se la maggioranza di Centrosinistra accoglierà la proposta presentata da un consigliere di Centrodestra. Benedetto Leone ha infatti presentato un punto all’ordine del giorno per chiedere l’intitolazione di una strada o una piazza a Gino Strada. Una proposta che tra le fila della maggioranza gli è valsa l’appellativo di “Compagno Leone”.