Giovanna la rossa, con il bar dove si poteva leggere L’Unità (di F. Dumano)

Foto: copyright Archivio Piero Albery

Giovanna la rossa, con il suo bar a due passi dalla sezione del Pci. Postina degli amori nascosti dei convittori. Dove un bicchiere di birra non Si negava a nessuno

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… in questo viaggiare nel tempo non possiamo evitare di fare una sosta da lei… Ricordi in bianco e nero: Giovanna la rossa, Giovanna la comunista… Chi non è mai stato travolto dal suo sorriso, dalla sua carica contagiosa, dal suo entusiasmo?

 

Giovanna aveva un bar a pochi metri dal salotto principale. Nei bar ieri come oggi sui tavolini circolano i quotidiani, nel suo bar circolava L’Unità, il quotidiano del Partito Comunista.

Chi non ha mai cantato Bandiera Rossa o Bella Ciao con lei? Ricordi in bianco e nero… il Pci ad Arpino ha sempre avuto una sede itinerante. Al tempo le sezioni del Pci dovevano essere delle botteghe aperte, al livello della strada. La politica non si nascondeva, non si arrampicava in alto.

Caratteristica delle sezioni del Pci erano locali freddi e umidi. Una volta la sezione è stata a pochi metri dal suo bar in via Civita Falconara. Dopo la sezione, le riunioni proseguivano da Giovanna la rossa.

 

Ricordi in bianco e nero a Roma il mio collettivo si teneva lontano dal Pci, erano gli anni di ”il Pci non è qui, lecca il culo alla Dc….” oppure “Compagno comunista sei come un ravanello, rosso fuori e bianco dentro (nel cervello)

In paese invece la distanza diminuiva, ci si incontrava .Da Giovanna si discuteva anche le strategie dell’unica voce all’opposizione in consiglio comunale. Era un porto sicuro, dove trovavano cittadinanza tutti, anche ”gli esclusi”. Lei un bicchiere di birra non lo negava a nessuno.

La sua generosità non faceva rima con gli affari e un giorno il bar ”capitolò”.

 

Giovanna la rossa faceva anche la ”postina” di quegli amori ”se sono rose fioriranno”. Da lei venivano lasciati i bigliettini dai convittori, ne abbiamo parlato (leggi qui I convittori che facevano strage di cuori)

Giovanna la rossa era l’approdo delle solitudini anche. Nei piccoli paesi ci si può sentire soli, pur conoscendo tutti. La vigilia di Natale una fetta di panettone era certa.

Ricordi in bianco e nero il suo sorriso era il suo biglietto. Giovanna la rossa ha insegnato alla mia generazione ”Sorridi, nonostante tutto, pensa positivo, la sfiga altrimenti la chiami…”