Giovanni Di Sotto, l’uomo che ha fatto dimenticare Rousseau

Giovanni Di Sotto è l'uomo che ha mandato in soffitta Rousseau. Le nuove votazioni si tengono su SkyVote, sviluppato dalla sua Multicast. Storia di un successo cominciato in provincia di Frosinone. "Ora servono regole, chiare e rigide". E voteremo dallo smartphone senza fare la fila

Cinquant’anni da compiere tra poco, una genialità effervescente, coltivata da una mamma insegnante e da un papà rigoroso ma pronto ad assecondare la passione per l’innovazione che animava quel figlio. Che nei tempi in cui i computer iniziavano a montare i primi masterizzatori 4X ed i dati viaggiavano alla pazzesca velocità di 18k al secondo, riusciva a realizzare navi 3D in grado di viaggiare animate sul monitor della loro casa di Aquino in provincia di Frosinone. E le proponeva come demo alle grandi società di cantieristica, nell’epoca in cui la videografica iniziava a muovere i primi passi ed Internet era ancora soltanto un’applicazione militare ed universitaria. Genialità e impresa già quando aveva i calzoni corti.

Giovanni Di Sotto

Giovanni Di Sotto è l’uomo che ha mandato in soffitta Rousseau la piattaforma di voto della Casaleggio Associati. I vertici del Movimento 5 Stelle l’hanno sostituita con la piattaforma SkyVote realizzata dalla società Multicast creata da Giovanni Di Sotto quando si è trasferito a Roma per gli studi universitari. L’elezione di Giuseppe Conte al vertice del Partito, la votazione del 2 e 3 agosto sul nuovo Statuto sono passate da lì. (Leggi qui Conte capo: chi sale e chi scende nei Cinque Stelle).

«Il mercato del voto on-line in Italia – ha spiegato Giovanni Di Sotto al mensile Forbes – è agli inizi, anche se la pandemia ha accelerato il processo di espansione. Oggi la fiducia è aumentata, segno anche della crescita della nazione in termini di consapevolezza digitale. Ogni anno a vario titolo sono oltre 20 milioni le persone che votano. Gli iscritti agli ordini professionali ammontano a 2,5 milioni.

Inconsapevoli digitali

Nell’intervista viene tracciato il quadro del voto elettronico nel mondo. Che in molti Stati degli Usa è l’unica modalità per eleggere i propri rappresentanti nelle istituzioni. «In alcuni Stati – spiega Giovanni Di Sotto a Forbes – da oltre quarant’anni utilizzano macchine elettroniche per la raccolta e lo spoglio del voto». In Europa «il modello è l’Estonia. Ha portato a votare alle politiche più di 250mila aventi diritto in modalità solo online e la restante parte della popolazione, 2,5 milioni di abitanti, in modalità mista».

Ma cosa si è inventata Multicast? Perché SkyVote rappresenta una svolta? Ha sviluppato un sistema che consente al voto di restare anonimo anche se l’elettore per poter votare deve autenticarsi ed è riconoscibile. Per comprendere la rivoluzione è sufficiente farsi una domanda: se per votare dal computer devo autenticarmi e quindi vengo riconosciuto, come fa il mio voto a restare anonimo? Come risce il mio clic a non restare associato al mio nome?

«SkyVote – ha detto Giovanni Di Sottoadotta un processo di gestione della votazione che conduce nella pratica a fornire all’utente una sessione anonima all’urna elettorale, attraverso la quale inviare il proprio voto dopo averlo cifrato con una chiave che gli è stata consegnata anch’essa in modo anonimo. Il sistema non è in grado, dato un elettore, di risalire alla chiave da lui utilizzata per cifrare il proprio voto».

A scanso di equivoci, «SkyVote garantisce è che si possono verificare solo due casi: voto acquisito correttamente con ricevuta all’utente e voto non acquisito senza ricevuta di voto. Altri casi non si possono verificare. In ogni caso, se l’elettore non conclude la procedura di voto per qualsiasi motivo o errore, egli può accedere di nuovo e riprovare».

Di Dotto: “Servono regole” 

In Italia il voto elettronico non solo è in ritardo. Non è disciplinato da regole certe e chiare. Giovanni Di Sotto ed il suo team sollecitano una regolamentazione.

«Quando si fiuta un nuovo business sono in tanti a provarci. Società che fino a ieri facevano software per videopoker – dice a Forbes – oppure aziende di software per la contabilità, addirittura organizzatori di eventi e fiere. O peggio, aziende nate ad hoc per una gara pubblica con 1 euro di capitale sociale. A noi è capitato di perdere una gara sul voto elettronico contro un’azienda che commercializza prodotti elettromedicali. Abbiamo visto perfino votazioni di interi ordini professionali con sistemi reperiti su internet per fare sondaggi on-line

«Insomma, in Italia sei abilitato a partecipare a gare pubbliche per il voto elettronico anche se nella tua vita hai modificato software per macchine industriali etichettatrici. Hai diritto al pari di specialisti che seguono la materia da decenni».

Il rischio è la sicurezza dei dati, la segretezza del voto. Mancano norme specifiche in grado di disciplinare l’intero processo elettorale, chi e con quali specifiche certificazioni lo può fare. ma soprattutto «quali meccanismi di autenticazione consentire, quali modalità di cattura del voto per assicurare la disgiunzione reale tra l’elettore e il voto espresso». 

Come nasce Multicast

Rousseau sostituito da SkyVote

Multicast nasce quando Giovanni Di Sotto incontra Roberto Spagna. Vengono a contatto la passione del primo per l’informatica e quella de secondo per l’elettronica. A loro si aggiungono nel tempo Filippo MazzeiLuca Tartaglia e Giuseppe Marzo. In poco tempo, lo sviluppo di nuovi software diventa il business principale.

SkyVote invece nasce quando un cliente consolidato come Eurel Spa chiede di evolvere il voto tradizionale in quello elettronico. Così è nato SkyVote. Che compie un decisivo passo in avanti quando Multicast incontra il colosso dell’aerospazio Thales; ha una competenza storica nella cifratura elettronica e protezione dei dati. Iniziano la collaborazione sviluppando i sistemi di cifratura che oggi sono alla base della sicurezza in SkyVote. (Leggi anche qui).