Giovannone si dimette: «Mantengo la parola data»

Quasi mille giorni fa, un'eternità in Politica, fu concordata una staffetta. Ora scattano le dimissioni di Fabio Giovannone da Presidente del Consiglio comunale di Ceccano. Rinuncia, non per forza, a poltrona e indennità: «A me basta una stretta di mano»

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

«Ci siamo semplicemente stretti la mano e io sono abituato a mantenerla la parola data»: quasi mille giorni fa, un’era geologica nell’universo politico, il sindaco Roberto Caligiore ed il consigliere eletto Fabio Giovannone si sono stretti la mano. Lui, nella mattinata di ieri, ha mantenuto la parola data: ha rassegnato le dimissioni da presidente del Consiglio comunale di Ceccano.

A metà mandato, come da accordi postelettorali, lascia la poltrona al terzo più votato di tutti: Alessandro Savoni, per due anni e mezzo “limitatosi” al ruolo di capogruppo consiliare di FdI e delegato al Commercio. Il suo nome verrà proposto e posto a votazione nella prossima seduta consiliare, prevista per giovedì 13 o tutt’al più per venerdì 14 aprile.

Giovannone, nella top ten dei grandi elettori di Ceccano, torna ad essere semplicemente consigliere comunale. Da quasi due anni è tesserato con Fratelli d’Italia, ma in Consiglio resterà civico. Tornerà, nella seconda parte della sua prima esperienza amministrativa, a essere capogruppo della lista “La mia Ceccano”. (Leggi qui Il Caligiore 2 si riassesta: indipendenza dalla Lega e Presidenza a FdI).

La staffetta con Savoni

Alessandro Savoni, venturo Presidente del Consiglio comunale

Non è rimasto di certo un segreto il mal di pancia di Savoni subito dopo la rielezione al primo turno di Caligiore: lui, assessore uscente all’Ambiente, non riconfermato in Giunta malgrado 439 valide motivazioni per rivendicare un incarico di rilievo: 439 come le preferenze prese alle Comunali 2020. Il consenso è tutto in Politica. Il nome di Giovannone sulla scheda elettorale lo hanno scritto in 338. Ed è stato eletto grazie all’apporto del suo gruppo consiliare: arrivato al 6%, risultando la sesta forza di maggioranza, quella che di solito è di troppo per accontentare tutti.

A Ceccano, alle scorse Amministrative, sono stati soltanto dieci i candidati consiglieri riusciti a prendere più di trecento voti. Giovannone, per tutto il contributo personale dato in campagna elettorale, avrebbe potuto pretendere di fare il presidente del Consiglio per tutti e cinque gli anni. Per sbrogliare la matassa, quasi mille giorni fa, si concordò la staffetta con Savoni.

Mille giorni di te e di me

Il sindaco Caligiore e, alle sue spalle, Fabio Giovannone

L’ormai ex Presidente dice di non aver dovuto sottoscrivere accordi, di quelli famosi nel Caligiore 1, né di aver ricevuto pressioni negli ultimi tempi. Al contrario di un Assessore dimessosi ultimamente «per ricambio generazionale», prima di assistere al sostegno elettorale delle nuove generazioni a FdI. Ormai è avvenuta la scissione: Patto Civico fuori da Giunta e Consiglio, rimpiazzato da Identità Civica. (Leggi qui Sodani: «Avrei voluto e votato Caligiore sin dalle Politiche»).

Protocollata la lettera di dimissioni, Giovannone si è confrontato con Caligiore. Ringrazia il Sindaco «per la fiducia dimostratami alla mia prima esperienza di carattere amministrativo – così nella nota congiunta – permettendomi una crescita umana e politica in un ruolo così delicato e prestigioso come quello di presidente del Consiglio comunale».

Anche a nome del gruppo, “La mia Ceccano”, ha rinnovato pubblicamente «la stima, il sostegno e la fiducia verso l’azione politica e amministrativa di Roberto Caligiore e dell’intera Amministrazione comunale». Ha colto l’occasione per ringraziare ancora una volta «i componenti e candidati della lista “La Mia Ceccano” che mi ha sostenuto alle elezioni comunali e tutta l’Amministrazione Comunale per la fiducia che mi ha riconosciuto con la mia elezione».

«Basta una stretta di mano»

I vertici dell’Amministrazione Caligiore

Caligiore si è complimentato con lui per quanto fatto: «Un gesto importante da parte di Fabio Giovannone, a cui vanno i complimenti miei e di tutta l’Amministrazione da me guidata per come ha condotto con serietà, imparzialità e spirito di servizio i lavori d’aula». Ha ceduto la poltrona e l’indennità da Presidente, che viene stipendiato al pari della Giunta e al contrario del Consiglio.

Avrebbe potuto venir meno alla parola data in segreto. Non sarebbe stato di certo il primo, anzi si sarebbe dovuto accodare a una fila infinita. Ma ha semplicemente mantenuto la parola data.  «È la riprova che la Amministrazione che ho l’onore di guidare – accentua Caligiore – è composta da giovani competenti che hanno come obiettivo il bene della città e che il gioco di squadra e il lavoro finalizzato al bene comune hanno portato il Centrodestra, per la prima volta a Ceccano, ad amministrare con me Sindaco la città per due consiliature consecutive».

Di mezzo l’anno di commissariamento prefettizio per via della caduta del sindaco Caligiore, provocata tra gli altri da un ex presidente del Consiglio scontento e poi candidatosi contro di lui. (Leggi qui Nove firme, Roberto Caligiore non è più sindaco).

«Amministrazione forte e coesa»

Il consigliere Alessio Patriarca con l’ex assessore Stefano Gizzi (Gruppo Indipendente)
Consigliere, cosa dimostrano innanzitutto queste dimissioni?

«Dimostrano quanto questa Amministrazione sia forte e coesa. Ho portato avanti questo incarico alla prima esperienza amministrativa. Ho cercato di mantenere gli equilibri tra maggioranza e opposizione, tutelando sia l’una che l’altra. Ho valorizzato interrogazioni, interpellanze e mozioni della minoranza consiliare, più di quanto fosse stato fatto in passato».

Resterà Civico, pur tesserato con FdI. Tutta una questione di equilibri?

«Manteniamo il nostro civismo all’interno di questa Amministrazione. E credo che oggi usciamo tutti rafforzati da questa situazione. Non ho avuto pressioni da parte di nessuno, tantomeno il sindaco Caligiore. Ci siamo confrontati e mi è stato lasciato tutto il tempo necessario per compiere questo passo. Non è che ci fosse un documento scritto, gli accordi elettorali possono essere stravolti per vari motivi. A me basta una stretta di mano».

Il nuovo Gruppo Indipendente, pur restando in maggioranza, ha fatto un distinguo rispetto al «monocolore di FdI». Parole quasi da appoggio esterno. Non le sembra?

«C’è ancora tanto civismo all’interno dell’Amministrazione Caligiore. Chiaro che tanti siano iscritti o simpatizzino per Fratelli d’Italia e quest’area di Destra. Altrettanto chiaro che, parlando di monocolore, qualcuno cerchi di strumentalizzare in maniera negativa. Io vedo un’Amministrazione compatta e serena, che vuole portare a termine tanti progetti insieme fino alla fine del mandato».

«Post Caligiore? Tanti ragazzi in ballo»

C’è chi, nel suo passo indietro, vede invece una rincorsa verso la candidatura a Sindaco. Si fanno tanti nomi per il post Caligiore. Ci fa un pensierino?

«Ho ancora tanta esperienza da fare e, ad oggi, non credo di essere io il futuro candidato a Sindaco. Ma semplicemente perché è prematuro e si deve finire di completare un percorso. Nella nostra Amministrazione, però, ci sono tanti ragazzi che già si sono messi in luce in maniera egregia e hanno dimostrato nel tempo di poter aspirare a una candidatura così importante».

Certo, mancano ancora due anni e mezzo. Ma c’è tanto fermento…

«Mancando ancora tutto questo tempo, gli scenari sono ancora tutti da esplorare e ognuno di noi ha ancora tanto da dimostrare. L’importante è arrivare compatti alle prossime Elezioni per continuare insieme questo percorso. Dovrà essere sicuramente una scelta di sintesi, che dovrà garantire serenità e rispetto degli equilibri. Io continuerò a mettermi a disposizione per lavorare bene a favore della città».

Un passo indietro per la rincorsa

Caligiore e Giovannone con l’onorevole Massimo Ruspandini
Il sindaco Caligiore voleva candidarsi come Presidente della Provincia, poi come Consigliere Regionale. Non è che ora punta alle Elezioni Europee 2024? (Leggi qui E se alla fine Caligiore facesse come Procaccini?

 «Posso soltanto dire che Roberto Caligiore è un Sindaco instancabile, che lavora venti ore al giorno. Può ambire e competere a tutti i livelli. Poteva essere il candidato di punta di FdI alle Regionali come diventare presidente della Provincia. Ha deciso semplicemente di fare un passo indietro per non lasciare Ceccano senza Sindaco per due anni e mezzo».

A suo tempo, però, ha detto che «un Sindaco alla Regione rafforzerebbe città e Ciociaria». Poi il passo di lato…

È stato fortemente combattuto. Si è sempre messo a disposizione di Ceccano, non richiedendo mai l’aspettativa dal lavoro, facendo risparmiare anche tante risorse economiche al Comune. Sono convinto che prossimamente avrà più di quanto già merita, perché c’è sempre stato e si è sacrificato molto a livello personale».

Lei, accordi o meno, rinuncia a una poltrona e uno stipendio. È merce sempre più rara in Politica. Crede che non verrà dimenticato ai piani alti?

«Rinuncio a un’indennità per il bene dell’Amministrazione comunale e della città di Ceccano. Chi deve fare politica non lo deve fare per la poltrona o per arrivare chissà dove. Con il Sindaco Caligiore concordiamo su un punto imprescindibile: il bene comune debba essere sempre più importante dell’interesse del singolo». (Leggi qui Caligiore: «Un sindaco alla Regione rafforzerebbe città e Ciociaria»).

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