Giuliani lancia il dado: la sfida di Terracina è iniziata

La presentazione ufficiale del candidato sindaco della Lega. Cita Giulio Cesare davanti al Rubicone. Alleato con Forza Italia. Punta alle piccole cose quotidiane "che ormai la città ha quasi dimenticato”. Colpi di spillo per i Fratelli d'Italia.

Alea iacta est. Per la serenità e pace di tutti.  Valentino Giuliani ha cercato di vestire i panni di Giulio Cesare pronunciando, come lui, la celebre frase che viene riportata da Svetonio nel De Vita Caesarum allorquando descrive il passaggio del Rubicone: il rientro dalla Gallia che diede il via alla II Guerra Civile.

Il Rubicone di Valentino Giuliani è stato però il ristorante “Centosedici” sul Lungomare Circe di Terracina. Da lì non si torna indietro: Giuliani ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco di Terracina, sostenuto da Lega, Forza Italia ed una civica.

Da persona ironica e colta, il candidato non ha voluto utilizzare la traduzione classica (il dado è tratto). Ha preferito ricorrere a quella letterale: “Il dado è stato lanciato”. In pratica: la sfida è partita. Contro chi? Contro la persona che in cuor suo stima molto: Roberta Tintari, sindaco da quando Nicola Procaccini ha centrato le elezioni al Parlamento Europeo ed ha ceduto la fascia alla sua vice. Ora la reggente è in campo per essere confermata. E Valentino Giuliani si candida ad essere il principale outsider alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre.

Clima caliente

LA PRESENTAZIONE DEL CANDIDATO SINDACO LEGHISTA DI TERRACINA, GIULIANI

Cinquantatré 53 anni, “felicemente scapolo”, dirigente molto apprezzato della società partecipata della Regione LazioInnova, capogruppo consiliare uscente della Lega, Giuliani ha iniziato sua campagna elettorale nella stessa sala in cui, prima ancora del lockdown, i vertici di Lega e FI avevano lanciato un appello a Fratelli d’Italia per il ricompattamento dello schieramento. Che non c’è stato. (leggi qui Non c’è l’effetto Durigon: centrodestra diviso alle urne).

Ora è un’altra musica. Giuliani è stato subito pugnace contro la sua principale sfidante. “Questa nostra coalizione ha un grande sogno e desiderio – ha tuonato all’esordio – il ritorno alla normalità. Terracina ha dimenticato da anni cosa significhi la quotidianità e affrontare i principali problemi dei cittadini. In questo Comune chiedere il rilascio di una semplice carta d’identità necessita di tempi biblici, Terracina è diventata un’enclave triste e abbandonata”.

Troppo generico? Arrivano gli esempi. “Basti ricordare che l’amministrazione uscente non è stata capace di riportare il treno in centro città solo perché sui binari, ai piedi di Monte Cucca, sono rovinati dei sassi. Questa città nei fine settimana è sempre piùà simile ad un sobborgo di una capitale  di un Paese sudamericano. È ridotta ad un bivacco a cielo aperto”.

Ce n’è pure per Nicola

E un altro affondo l’ha rivolto, seppur indirettamente, all’ex sindaco e ora parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini.

Chi ha governato a lungo questa città non penso che possa essere fiero di aver contribuito a paralizzare la macchina amministrativa del Comune. Se dovessi diventare io sindaco, come tutti ci auguriamo, daremo una risposta netta ai cittadini: un ‘sì” o un “no”. Per noi non ci sono e non ci potranno mai essere “ni”.

Lo Stato Maggiore al completo

FRANCESCO ZICCHIERI, VALENTINO GIULIANI E CLAUDIO DURIGON

A benedire la candidatura di Giuliani c’era l’intero stato maggiore della Lega: dall’ex sottosegretario e commissario romano Claudio Durigon al coordinatore regionale Francesco Zicchieri; dal parlamentare europeo Matteo Adinolfi al coordinatore provinciale Silviano Di Pinto e quello terracinese Fulvio Carocci.

Sparuta e microscopica la delegazione di Forza Italia. Assente il senatore e Coordinatore regionale Claudio Fazzone, due sono stati gli azzurri presenti nelle adiacenze del battistero in cui Giuliani è stato battezzato: il coordinatore provinciale Alessandro Calvi ed il commissario locale (nonché consigliere comunale) Augusto Basile. Stop.  

In effetti – secondo quanto è trapelato  – il senatore Fazzone sarebbe stato costretto ad avallare la discesa in campo del capogruppo leghista. Essenzialmente per non perdere più tempo. Era diventata troppo estenuante e sterile la trattativa avviata con Fratelli d’Italia per ricompattare il centrodestra a Terracina. Il prezzo da pagare era il contestuale ricompattamento anche a Fondi dove invece è Forza Italia con la Lega a non volere tra i piedi FdI.

E’ meglio partire che continuare a staccare inutilmente i petali di una margherita”. Il gioco del “Mi ama o del non mi ama” non  serviva più.

Le spine di Fazzone

Nicola Procaccini, Francesco Zicchieri, Claudio Fazzone

Al senatore di Fondi è stato fatto capire con garbo che lui può muovere le pedine nel suo feudo. A Terracina sono altri a reclamare il bianco sulla scacchiera. E quindi il diritto alla prima mossa. La Lega lo può rivendicare per la stessa ragione che porta Fazzone e mettere Fondi al centro del mondo. Il coordinatore regionale del Carroccio Francesco Zicchieri è stato consigliere comunale a Terracina prima di spiccare il volo a Montecitorio.

Ecco perché non è stata molto gradita la candidatura a sindaco lanciata da Claudio Fazzone: l’ex coordinatore comunali Fdi e assessore dimissionario ai Lavori Pubblici Luca Caringi. (leggi qui La scelta di Caringi: sarà lui a sfidare i suoi ex Fratelli d’Italia).

Anche i rapporti tra lo stesso Giuliani ed il parlamentare di Fondi non sono sempre stati facili.  Pur professandosi di destra, Giuliani è stato eletto in Consiglio comunale per la prima volta nel 1997 con una lista civica a supporto dell’allora sindaco dei Democratici di Sinistra Vincenzo Recchia; nel 2001 e 2006 ha sostenuto il chirurgo Stefano Nardi; nel 2011 è stato candidato ed eletto nel Pdl che proponeva a sindaco proprio Nicola Procaccini, Fu tra i firmatari della sfiducia formalizzata davanti il notaio il 6 maggio 2015. Nel 2016 eletto in Forza Italia a sostegno di Corradini, Giuliani divenne capogruppo. Nel settembre 2018 ha lasciato Forza Italia aderendo alla Lega di Francesco Zicchieri, insieme ai consiglieri Tocci e Gianluca Corradini stesso, diventando capogruppo. 

Giuliani a Terracina è accompagnato da questo marchio di fabbrica: mon è uno yes man, ha capacità e competenze, a volte entra in contrasto con le leadership.

Acqua passata

VALENTINO GIULIANI (LEGA) TERRACINA

 A chi glielo ha chiesto ha risposto che è acqua passata. E l’ha tenuto a ribadire il commissario azzurro per Terracina Augusto Basile: “Giuliani ha la giusta capacità politica ed esperienza amministrativa per essere e costituire una svolta dopo dieci anni di immobilismo. Serviva una candidatura autorevole e capace e soprattutto accompagnata da un unico pregio. Il grande amore che Valentino nutre per Terracina”.                                                                      

Sottoscrive anche il segretario comunale del carroccio, Fulvio Carrocci: “Essere in consiglio da oltre vent’anni, tra i più eletti in termini di preferenze alle provinciali del 2014, Giuliani conosce meglio delle  sue tasche la macchina amministrativa. Crede, come il Partito, in una programmazione “soft”, molto leggera che persegua la manutenzione ordinaria. Solo dopo ci sarà spazio per i progetti di più ampio respiro”.

Aspettando il turno di Latina

LA PRESENTAZIONE DEL CANDIDATO SINDACO DELLA LEGA

Con la candidatura del funzionario di Lazioinnova, si gioca molto in prospettiva del voto amministrativo di Latina del prossimo anno il duo Durigon-Zicchieri.

Abbiamo provato a perseguire l’unità del centrodestra – hanno detto nel corso della conferenza stampa di questa mattina – ma qualcuno ha fatto orecchie da mercanti. La Lega aveva l’onere e l’onore di candidare all’elettorato terracinese il candidato migliore che ha un forte imprinting politico. Valentino è la persona più giusta che saprà dialogare con la società civile di cui la stessa Lega è parte integrante”.

Ma secondo il Vangelo di Valentino Giuliani ci sarebbe stata la possibilità di riunire il centro destra? L’astensione sul consuntivo non è servita? (leggi qui Bilancio tattico a Terracina: prove di dialogo Fdi – Lega). L’interessato: “Claudio Durigon si è speso tanto per riunire lo schieramento. Più di quello che ha fatto non avrebbe potuto. Ho letto che sono stato l’unico, insieme a Corradini, a non votare il rendiconto. Gianluca quella mattina aveva un serio impegno di lavoro, io non ho potuto votarlo perché incompatibile in relazione ad una richiesta di risarcimento per i danni provocati dall’uragano del 2018. In  caso contrario, mi sarei astenuto anch’io anche perché il consuntivo prevedeva una serie di iniziative a favore delle famiglie e delle attività colpite dal Covid”.

Per il resto, il dado è tratto. Anzi, è lanciato.