La giunta è servita: big, spine, conferme e mugugni

Via alle nuove giunte comunali di Terracina e Fondi. Premiati i più votati. Chi entra, chi piange, chi surroga. Le spine di chi reclama un posto. E la possibilità di clamorosi rientri.

Tutto come previsto. O quasi. Faranno asso pigliatutto Fratelli d’Italia e Forza Italia nella nuova Giunta definita nei comuni di Terracina e Fondi. Sono “figlie” del doppio turno elettorale concluso il 5 ottobre e saranno presentate ai rispettivi Consigli comunali entro 20 giorni dalla proclamazione dei due sindaci.

La giunta ‘Procaccini’

Il vice sindaco di Terracina Pierpaolo ‘Kojak’ Marcuzzi

A Terracina il criterio seguito dal sindaco Roberta Tintari per la scelta dei suoi assessori è il merito elettorale: entrano in giunta i più votati per il consiglio comunale. Con questa logica la rappresentanza di Fratelli d’Italia  farà leva su Pierpaolo Marcuzzi, Davide Di Leo e Danilo Zomparelli, tutti legati a quattro mandate all’europarlamentare ed ex sindaco Nicola Procaccini.

Chi non ha dovuto  attendere l’esito del ballottaggio per sapere della sua investitura assessorile è stato Pierpaolo “Kojak” Marcuzzi: grazie alla flotta di preferenze raccolte, ben 707, reciterà il ruolo ricoperto dalla Tintari nei due mandati di Procaccini. In pratica sarà il luogotenente privilegiato del sindaco di Terracina.

Con le inevitabili dimissioni  di  questi tre neoassessori sarà ugualmente elevato lo spessore Procacciniano del gruppo consiliare di Fdi. Con Vanessa Antonetti, Patrizio Avelli e Vincenzo Di Girolamo entreranno i primi tre non eletti: Maurizia Borboni, Emanuela Ciotoli e Marika Franceschini.

Il Rosso e il Nero

Alessandro di Tommaso

Guai a definire, poi, un surrogato di Fratelli d’Italia la lista “Insieme per Roberta Tintari sindaco”. E una ragione c’è. Sarà rappresentata in Giunta da due assessori. La  prima è una reduce del Procaccini bis, Barbara Cerilli, figlia dell’ex sindaco di Sperlonga Paolo; il secondo è un volto molto  apprezzato della componente progressista della  maggioranza a guida Fdi, l’ex candidato a sindaco del Pd alle amministrative di quattro anni fa Alessandro di Tommaso.

Parafrasando il titolo di un monumentale saggio di Renzo De Felice, lui è il “Rosso”, Nicola Procaccini è il “Nero” molto democristianizzato però.

La lista del sindaco ha avanzato sul tavolo delle trattativa una terza richiesta, quella della presidenza del consiglio comunale. Ma sarà appannaggio di Gianni  Percoco, un ex fedelissimo di Gianfranco Sciscione che non voluto prendere parte a tentativi di congiure contro il  sindacato di Procaccini . La sua lealtà politica gli sarà ricambiata con l’elezione alla presidenza d’Aula sinora appannaggio dello storico imprenditore televisivo Sciscione.

La promessa a Cambiamo

Emanuela Zappone

Con il gioco delle surroghe, i dimissionari assessori Cerilli e Di Tommaso saranno rimpiazzati in consiglio comunale. I già proclamati Valentina Berti (rimasta nel Pd sino a pochi mesi fa) e Barbara Caringi, verranno affiancati ora da Giuseppe D’Andrea e Vincenzo Avena.

La seconda donna in Giunta è una conferma: succederà a se stessa Emanuela Zappone della lista “Uniti e liberi”. Dovrà dimettersi dall’incarico di consigliera comunale e surrogata dal primo dei non eletti che è sempre una donna, Ilaria Marangoni.

Le promesse vanno mantenute ed il sindaco Tintari permetterà anche ad un rappresentante di “Cambiamo con Toti” di sedere in  Giunta: è Giovanni Annarelli, anch’egli il più votato nella sua prima e pronto a fare spazio in consiglio comunale a Marcello Masci.

Pochi margini per Beniamino

La proclamazione di Beniamino Maschietto

Nella vicina Fondi il sindaco di Forza Italia Beniamino Maschietto ha pochissimi margine di errore perché sono rimaste numerose le scorie ereditate dalla mancata vittoria del primo turno per una manciata di voti (90). Colpa del voto disgiunto (a favore dello sfidante, sconfitto, al ballottaggio, l’ex sindaco azzurro Luigi Parisella). (Leggi qui A Terracina e Fondi è Giunta l’ora… di fare due conti).

Un fatto è certo. Anche Maschietto a Fondi ha deciso di inserire nella sua prima Giunta i più votati al consiglio comunale. Un esecutivo che raggiungerà il massimo consentito dallo Statuto – otto componenti – per soddisfare i tanti e complicati appetiti generati dal ballottaggio.

Il primo dei votati, con oltre 1300 preferenze personali, è Vincenzo Carnevale. Nonostante la sua giovanissima età, il potere lo condivide come l’aria che respira. Funzionario di Acqualatina e vice-presidente della Provincia, Carnevale sperava che il Senatore Claudio Fazzone facesse il suo nome per decretare il successore del sindaco Salvatore De Meo.

Un assegno in bianco per Carnevale

Vincenzo Carnevale, possibile vice sindaco di Maschietto

Ora Vincenzo Carnevale deve  decidere quale strada seguire: rimanere in consiglio e continuare a guidare il gruppo di Forza Italia oppure entrare in Giunta con un assegno in bianco accettando l’incarico di vice di Maschietto. C’è uno spunto di riflessione: il 69enne Beniamino Maschietto è stato il vice di Salvatore De Meo, la linea della continuità tracciata da Claudio Fazzone passa anche attraverso una graduale assunzione di responsabilità.

Cosa c’è da stare tanto a pensarci sù? Un problema c’è. Per fare l’assessore, Carnevale dovrebbe dimettersi da Consigliere. E così perderebbe il diritto a sedere in Consiglio Provinciale dove è vice presidente. C’è allora un Piano B: per lui potrebbe aprirsi la via che porta alla Presidenza del Consiglio Comunale, che lo lascerebbe nella carica di Consigliere e quindi anche in Provincia.

Manca l’ufficialità ma un altro ex pretendente alla carica di sindaco per Forza Italia come Claudio Spagnardi ha già deciso: meno falco rispetto a Carnevale, Spagnardi rimarrebbe nel posto occupato da tre anni – quello di assessore all’urbanistica. La  pattuglia di Forza Italia verrebbe completata da Stefania Stravato al Bilancio.

Quote rosa e mugugni

Daniela De Bonis

Maschietto avrebbe già risolto i suoi problemi legati alle quote rose confermando due assessore uscenti: Roberta Muccitelli all’Ambiente, e l’ex delegata al Bilancio Daniela De Bonis.

A buon punto le trattative con le civiche o partiti minori. La Democrazia Cristiana ha in serbo due nomi, il primo dei non eletti Tonino Ciccarelli o Fabio Iannone. Mentre “Litorale e sviluppo Fondano” potrebbe fare affidamento sull’opzione di Giulio Cesare Di Manno.

Il sindaco Maschietto è alle prese con i mugugni delle liste minori che hanno fatto parte della coalizione eleggendo un consigliere comunale. È il caso di “Noi per Fondi” che dovrebbe rimanere escluso dall’esecutivo.

Le spine che sinora hanno insanguinato le mani del neo sindaco di Fondi gli sono state poste da due Partiti fondamentali  dello schieramento del centrodestra. La Lega ha ottenuto un pessimo risultato elettorale – non sarà presente tra i banchi del consiglio comunale – ma pretende una rappresentanza nella nuova Giunta. E Maschietto sa che il suo comportamento è attenzionato dalle civiche minori della sua coalizione.

Sia nei confronti della Lega che di Fratelli d’Italia che proponeva alla carica di sindaco, l’avvocato Giulio Mastrobattista. Ma il penalista di Lenola, nonostante non avesse sottoscritto alcun apparentamento ufficiale, ha platealmente sostenuto Maschietto al ballottaggio suscitando l’ira del candidato sindaco sconfitto Luigi Parisella. Che invece ha gridato al tradimento per una stretta di mano “tra due galantuomini” non mantenuta. (Leggi qui Il golpe di Fondi, la salita di Terracina: i veleni nelle urne).

Mastrobattista giura e spergiura dicendo di non essere interessato ad alcunché e se in dote gli arrivasse la presidenza del Consiglio comunale? La logica pirandelliana del “uno, nessuno e centomila”  si applicherebbe a meraviglia nella città laboratorio del neo realismo italiano. Cinematografico ma anche politico.