Giuramento in silenzio. Ma ora Durigon e Fontana dovranno… urlare

Archiviato l’ultimo passaggio formale, adesso i segretari diventano operativi. Per Claudio Durigon (Lega) la mission è quella indicata dal Capitano Matteo Salvini: essere di Governo (a Roma) e di lotta (nei territori). Mentre Ilaria Fontana (Cinque Stelle) può entrare da protagonista nel Movimento di Giuseppe Conte. Assumendone la leadership in Ciociaria.

Il giuramento dei 39 sottosegretari è avvenuto nello stile di Mario Draghi. Lontano da ogni tipo di ribalta mediatica. Lo sapevano solo gli addetti ai lavori.

Hanno giurato ieri nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi, dove sono stati divisi in tre gruppi da tredici, per garantire il mantenimento delle distanze in chiave anti Covid. Prima erano stati tutti nella sede della presidenza del Consiglio per fare il tampone rapido. 

Racconta l’Ansa: “Il giuramento, alla presenza del presidente del Consiglio Mario Draghi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, è avvenuto sempre nel rispetto delle distanze, senza strette di mano. Alla firma di ogni sottosegretario i colleghi hanno applaudito Garofoli all’inizio della cerimonia si è limitato a leggere la formula di rito del giuramento. Nessuna dichiarazione da parte del presidente del Consiglio Draghi”. Appunto. Ora si apre la fase operativa e per tutti sarà un esame.

La partita di Durigon

Claudio Durigon mentre firma l’incarico da Sottosegretario alle Finanze

Si gioca moltissimo Claudio Durigon, coordinatore regionale della Lega e possibile candidato alla presidenza del Lazio quando si tornerà alle urne, cioè nel 2023. Lui è al Mef, dopo che nella prima parte della legislatura era stato al Lavoro.

Ma c’è anche e soprattutto il profilo politico. Il Capitano Matteo Salvini ha ripreso a fare ciò che gli riesce meglio. La campagna elettorale in servizio permanente effettivo sempre. Di lotta e di governo. Dovranno adeguarsi tutti, ministri e sottosegretari. Anche perché nelle elezioni regionali e comunali la Lega è intenzionata ad andare avanti con il centrodestra.

E quindi di lotta e di governo bisognerà esserlo anche nei territori. Vero che le amministrative verranno probabilmente rinviate in autunno, ma non si potrà abbassare la tensione neppure per un attimo. Dunque Claudio Durigon al Mef dovrà agire per il superiore interesse del Paese. Ma poi sul campo, nell’arena dei territori del Lazio, bisognerà cercare di capitalizzare i risultati ottenuti in termini politici. E’ questo che chiede il Capitano Matteo Salvini.

E quella di Fontana

Beppe Grillo (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Ilaria Fontana entra dalla porta principale, quella della Transizione ecologica. Il ministero chiave non soltanto per i Cinque Stelle ma anche per il futuro sviluppo del Paese.

Nel Movimento la Fontana è già posizionata nella parte vincente, quella che fa riferimento al fondatore Beppe Grillo e che quindi guarda e ragiona nella prospettiva della futura leadership di Giuseppe Conte. Ma intanto ha nelle certezze di Vito Crimi il suo punto di forza.

L’assetto e le dinamiche dei Cinque Stelle sono nazionali e guardano al voto di opinione. Secondo alcuni sondaggi con Conte leader il Movimento potrebbe arrivare al 22%. Ma prima o poi i Cinque Stelle dovranno porsi pure il tema dei territori.

Fino ad oggi i tre parlamentari grillini eletti dal territorio sono stati molto presenti in parlamento e poco o nulla nel loro collegio. Il contatto tra l’eletto ed i suoi elettori era una delle bandiere sventolate a lungo dai candidati M5S

Va dato atto che Ilaria Fontana spesso non ha condiviso il modo di gestore il Partito sul territorio. Ora è nelle condizioni di dare indicazioni per la guida del Movimento in Ciociaria. Basta… osare.