Se tutto va bene siamo rovinati

Zingaretti invita alla concordia ma Pd e Cinque Stelle sono ai ferri corti. Giuseppe Conte concede un’intervista esclusiva a Il Giornale della famiglia Berlusconi. Le ipotesi Draghi e Colao avanzano. Monti invita il premier a dire la verità ai cittadini. E l’Italia affonda

Per Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd, è il tempo della concordia e non si può pensare ad un cambio di Governo in questo momento. Anzi, bisognerebbe serrare le file per provare a ipotizzate una Fase due vera, programmata e non soltanto annunciata. Ma resta il muro dei Cinque Stelle: sull’Europa, sul Mes e perfino su ipotesi che inevitabilmente iniziano a circolare per una eventuale crisi di Governo. Il premier Giuseppe Conte vede le streghe ogni qual volta si fanno i nomi di Mario Draghi e Vittorio Colao. (leggi qui Ultimo avviso di Zingaretti a Conte, il Governo rischia).

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

Nel frattempo il professor Mario Monti, dalle colonne de La Repubblica, invita lo stesso Conte a dire la verità agli italiani, anche se impopolare. (leggi qui).

Il fatto è che l’economia sta precipitando e se continua così disoccupazione e povertà rischiano di far esplodere il Paese. Gli industriali sono preoccupatissimi. Il clima politico è incandescente: la maggioranza è divisa (Pd da una parte, Cinque Stelle dall’altra), l’opposizione pure (Lega e Fratelli d’Italia perennemente “contro”, Forza Italia). E un segnale di oggi è assolutamente indicativo: l’intervista esclusiva di Giuseppe Conte allo storico quotidiano Il Giornale, foglio di riferimento della famiglia Berlusconi.

Nel frattempo arriva l’annuncio che si aprirà tutti il 4 maggio: ma non si capisce nulla su come si riaprirà, su quello che faranno le singole Regioni, su come stanno arrivando le misure promesse dal premier nelle conferenze stampa a raffica.

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in videoconferenza con i leader dell’Unione europea.

 Se l’Italia sta affrontando peggio di tutti questa emergenza è anche per un quadro politico assolutamente frastagliato e litigioso. Angela Merkel, Emanuel Macron, Donald Trump non hanno di questi problemi. Ma non li hanno neppure la Spagna e il Portogallo. Non li ha nessuno. La maggioranza non esiste e il Presidente del Consiglio, al di là dei decreti e dei messaggi a reti unificate, non va.

Il presidente della Repubblica non può andare oltre il ruolo di garante della Costituzione, ma in questo momento l’Italia avrebbe bisogno di altro. Delle due l’una: o la maggioranza va avanti unita e inizia a governare questo processo oppure si apra alla possibilità di un orizzonte diverso. Ridando centralità al Parlamento e ragionando su un Governo di emergenza. Altrimenti l’Italia affonda.

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