Giuseppe, l’uomo che crede all’amore e non alle consuetudini

L'immagine 'sbagliata' di Giuseppe. Non è un vecchio falegname che non riesce a capire. Ma un uomo dei nostri tempi: come noi è messo davanti ad una scelta. E sceglie l'amore, non la consuetudine

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa.

Mt 1,20

È stato sempre un po’ maltrattato Giuseppe, lo sposo di Maria; maltrattato da pittori e romanzieri. Fin dai primi secoli dell’era cristiana, gli autori dei cosiddetti vangeli apocrifi cominciarono a costruire l’immagine di Giuseppe anziano, un sacerdote cui viene promessa sposa una bambina. Ma lui è già anziano…

E così i pittori: non se ne salva uno, Giotto, Cavallini, Giorgione. In ogni Natività Giuseppe è sempre rappresentato come un uomo molto anziano, che non capisce ciò che accade.

La grandezza di Giuseppe

Giuseppe il falegname. Dipinto di Georges de La Tour – Museo del Louvre, Parigi

È un grande torto per Giuseppe, cui la figura anziana serve per comprendere l’incomprensibile. Infatti se fosse stato un giovane come avrebbe potuto accettare quello che Dio voleva da lui? Come stare insieme con una donna messa incinta non si sa come? E la gente cosa avrebbe detto? E il suo onore che fine avrebbe fatto?

I vangeli, quelli canonici, chiamati dalla chiesa a fondamento della fede cristiana, rappresentati con i quattro esseri viventi attorno al trono di Cristo, a testimonianza di quanto  essi siano la strada principale che porta alla verità, trattano Giuseppe in ben altra maniera. Mettono in evidenza il conflitto che si scatena nella sua coscienza: credere all’evidenza dei fatti? O credere a quello che Maria, che egli ama più di ogni altra cosa, gli dice?

Ecco il significato di quella frase di Matteo: mentre stava considerando queste cose…  Giuseppe  si trova in una situazione in cui spesso la vita ci pone. Dobbiamo decidere, dobbiamo utilizzare tutte le nostre capacità per discernere che cosa sia giusto e cosa sia invece sbagliato nelle diverse circostanze in cui ci troviamo.

E spesso non è semplice, come nel caso di Giuseppe: tutto è contro Maria, l’evidenza dei fatti dice che quella donna che lui ama gli sta mentendo. Ma com’è possibile che Maria non mi dica la verità, la conosco, non è da lei.

Giuseppe oltre l’apparenza

Sacra Famiglia col cagnolino – Dipinto di Bartolomé Esteban Murillo – Museo del Prado, Madrid

Che dramma deve essere stato in quei giorni, dopo aver saputo la notizia di una gravidanza così improbabile. Lo stesso evangelista Matteo mette in evidenza come in Giuseppe si formi prima la convinzione che Maria l’abbia preso in giro.

Nel versetto precedente a quello che stiamo considerando, Matteo definisce Giuseppe un giusto: si tratta di un appellativo che nella cultura biblica significa molto di più che nella nostra. Il giusto è colui che vede il bene oltre l’evidenza, che non si ferma alle norme, al modo di pensare comune, alle consuetudini che tanto incidono invece nella nostra esistenza.

Giuseppe, uomo giusto, sa andare oltre, si fida di più dell’amore di Maria che dell’evidenza dei fatti.

Il racconto evangelico ci parla anche dell’angelo: anche qui i pittori ci ingannano, dipingendo questi straordinari essere con ali multicolori. Sì, un inganno perché, in realtà, l’angelo è colui che porta un messaggio di Dio: chiunque di noi può essere un angelo, uno che porta il messaggio di Dio, una parola di conforto, un incoraggiamento.  Non temere, Giuseppe: ecco, aiutare le persone a vedere il meglio dell’esistenza, il bene che ci può essere anche in una situazione difficile, intuirne il valore, trasformare un momento di crisi  in un’opportunità di trasformazione. E’ il ruolo degli angeli.

Giuseppe è un uomo coraggioso, si fida di più dell’amore che delle consuetudini ed accetta nel suo discernimento il messaggio che gli viene da Dio. Che grande esempio è per tutti noi.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).

Foto di copertina: GaudiLab © Depositphotos