Gizzi: intitoliamo la Piazza antifascista a uno dei Conti de’ Ceccano

L’assessore alla Cultura vuole che Piazza 25 Luglio, intitolata alla caduta del Fascismo sia dedicata al medievale Conte Giovanni. Per l’esponente della Lega «il 25 luglio è una data rubata al Fascismo» e «una città normale dedicherebbe la piazza principale a un personaggio chiave della storia d’Italia del XIII secolo».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

«Una città normale e civile dedicherebbe la piazza principale al conte Giovanni da Ceccano, che troviamo nel Dizionario Biografico degli Italiani con il profilo di Agostino Paravicini Bagliani, uno dei più grandi medievisti italiani. L’appello che un giorno si farà sarà quello di dedicare la piazza principale a un personaggio chiave della storia d’Italia del XIII secolo». Dichiarazione, auspicio e praticamente proposta, dell’assessore alla Cultura Stefano Gizzi. Desidera ardentemente che la centrale Piazza 25 Luglio, che rievoca la caduta del Fascismo nel 1943, venga intitolata al Conte che dominò intorno al 1200 i territori circostanti: gran parte della Valle del Sacco, fino all’allora provincia della Campagna e Marittima, e anche la Bassa Valle del Liri.

Gizzi vuole che il nome dell’illustre rappresentante della famiglia comitale dei de’ Ceccano, che nel Medioevo creò un piccolo “Stato” durato per mezzo millennio, sia dato alla Piazza che ospita il Monumento ai Caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale. E che nella storia recente è stata il cuore della Stalingrado ciociara, almeno fino all’innalzamento dell’odierna Roccaforte di Patrioti. In quella Contea voluta sin dal 2015 all’insegna del Turismo del Mistero e dei Cavalieri Templari dall’allora vicesindaco Massimo Ruspandini, oggi senatore e leader provinciale di Fratelli d’Italia. (Leggi qui Da Stalingrado ciociara a roccaforte di patrioti).

La controversa proposta dell’assessore Gizzi

Un intervento dell’assessore Stefano Gizzi in sala consiliare

Il proposito di Stefano Gizzi è passato in secondo piano. Lo ha esternato nel corso della conferenza stampa svoltasi in settimana nella sala consiliare: quella tenuta per tracciare il bilancio annuale della seconda amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco FdI Roberto Caligiore.

Ad anticiparla è stato il controbilancio del coordinamento di centrosinistra Il Coraggio di Cambiare, rappresentato in Consiglio dalla leader Emanuela Piroli e dall’alleato Andrea Querqui. (Leggi qui “Cosa succede in città”: un anno di Caligiore bis e poi qui Caligiore bis: «Arroganza del potere? No, pragmatismo del centrodestra unito»).

Ascolti Gizzi e pensi al Caso Durigon

L’ultracattolico Gizzi, politicamente e pubblicamente non nasconde nostalgie del Ventennio. Culturalmente ritiene che «il Medioevo sia il cuore della nostra storia». È esponente della Lega da ormai due anni assieme allo stravotato Angelo Macciomei: alle Elezioni amministrative 2020 quarto assoluto con 436 preferenze. (Leggi qui Gizzi, Macciomei, gli aerei di Mussolini e… gli elicotteri di Caligiore).

Macciomei, stando alla preannunciata staffetta leghista, verrà prossimamente promosso da consigliere ad assessore ai Lavori Pubblici. Sostituirà in Giunta lo stesso Gizzi. E cedendo così il seggio consiliare al primo dei non eletti Alessio Patriarca.

Claudio Durigon, già sottosegretario della Lega all’Economia

Quest’ultimo è il coordinatore cittadino della Lega Giovani e curatore degli allestimenti dello storico simbolo di Ceccano: il medievale Castello dei Conti. Oltre alla Cultura e ai Lavori Pubblici, per completare il quadro, anche il Turismo è gestito dalla Lega: nello specifico dal delegato Pasquale Bronzi.

Se si parla di cultura e toponomastica, pertanto, è la Lega che ha in mano le apposite deleghe per procedere alla ridenominazione della Piazza: ormai “salotto buono”, senza sampietrini “rossi”. E Gizzi, dopo aver già indossato le vesti dello Sciamano Usa di QAnon ed esibito un riporto alla Trump, come sempre se la va a cercare: sa bene che “toccare” Piazza 25 Luglio scatenerà una reazione antifascista, ma attrarrà allo stesso tempo ampi consensi dalla destra identitaria e un po’ nostalgica.

Anche questa volta l’assessore Gizzi rischia di fare scoppiare un caso. A proposito di Lega e toponomastica politica, con le dovute differenze e proporzioni, la sua è un po’ come la proposta dell’ormai ex sottosegretario all’Economia Claudio Durigon che aveva pensato di ripristinare l’intitolazione ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, per il parco di Latina ribattezzato “Falcone e Borsellino” dal centrosinistra. (Leggi qui «Ridateci il parco Mussolini»: e su Durigon si scatena la polemica bis).

Più un’intitolazione al Conte Giovanni…

L’assessore Stefano Gizzi in versione medievale

Anche in questo caso all’intitolazione seguirebbe una controversa disintitolazione.

Da un lato, l’intitolazione al figlio di Landolfo I ed Egidia: ossia il fratello del capofamiglia Giordano, già abate di Fossanova, e di una delle prime donne in Europa a compiere il cammino di Santiago de Compostela.

Quel Giovanni da Ceccano che lasciò ai suoi figli dodici castelli (Ceccano, Arnara, Patrica, Cacume, Monte Acuto, Giuliano di Roma, Villa Santo Stefano, Pisterzo, Carpineto Romano, Maenza, Rocca Asprana – Roccagorga – e Prossedi) e vari possedimenti: a Frosinone, Alatri, Ceprano, Torrice, Montelanico, Priverno, Sezze e Ninfa.

Conquistati e difesi, però, anche con la strage di Morolo del 30 luglio 1216: quando i militi del Conte Giovanni attaccarono e mandarono a fuoco il castello morolano uccidendo 424 persone, tra cui donne, anziani e bambini.  

… o una disintitolazione di Piazza 25 Luglio?

La Piazza 25 Luglio di Ceccano

Al contempo verrebbe rimossa però, come la definisce Gizzi, «una data rubata al Fascismo»: di cui, a detta sua, si sono appropriati indebitamente i Partigiani.

Se l’anniversario della Liberazione d’Italia cade il 25 aprile, in quanto legata alla proclamazione dell’insurrezione generale del 1945, il 25 luglio 1943 avvenne invece la deposizione di Benito Mussolini da parte del Gran Consiglio del Fascismo.

È la data in cui il Duce fu sfiduciato nella Stanza del Pappagallo di Palazzo Venezia, prima di essere sostituito dal Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio e fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele III per via di tre sue decisioni: l’entrata nella Seconda Guerra Mondiale, l’alleanza con la Germania nazista e la disastrosa invasione della Russia. Lo sarebbe anche quella di Piazza 25 Luglio.

A Ceccano, pertanto, la toponomastica politica continuerà a essere oggetto di scontro tra destra e sinistra. È stato così quando l’amministrazione Caligiore 1 ha intitolato una via cittadini ai Martiri delle Foibe. Al netto del Giorno del Ricordo istituito nel 2004 grazie a una legge promossa principalmente da Alleanza Nazionale, Forza Italia, Udc e Margherita, la sua piena commemorazione è una battaglia politica sostenuta soprattutto da Fratelli d’Italia.

Senza parlare, oltre che dell’istituzione di un’apposita giornata comunale, della prossima intitolazione di uno spazio pubblico alle Vittime delle Marocchinate. Stupri, uccisioni, saccheggi e violenze perpetrati dai Goumier reclutati nel Corpo di spedizione francese in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Da uno scontro ideologico all’altro

Una seduta del Consiglio Comunale di Ceccano

Le iniziative in materia di Marocchinate sono state promosse, a nome dell’intera amministrazione Caligiore 2, dal consigliere FdI Daniele Massa. È il delegato alle Politiche Giovanili nonché presidente provinciale di Gioventù Nazionale.

Mentre il senatore ceccanese Massimo Ruspandini punta a far istituire una commissione parlamentare d’inchiesta e una giornata nazionale. Frenate, però, proprio da una denominazione “Marocchinate” che potrebbe far scoppiare un incidente diplomatico con il Marocco.

La proposta di Massa, invece, ha l’avallo del Consiglio comunale in cui si è registrato il derby tra altre due stragi. Cioè l’Olocausto e i Massacri delle Foibe con annesso esodo giuliano dalmata. Il Caligiore bis era stato fortemente criticato dall’opposizione per non aver minimamente commemorato il genocidio degli ebrei: in quello che la consigliera di minoranza Emanuela Piroli definì «il Giorno della Memoria per eccellenza» tra le recriminazioni legate alla sottovalutazione a sua volta del Giorno del Ricordo.

Proprio in fase di controbilancio Il Coraggio di Cambiare ha evidenziato un’altra dimenticanza da parte dei locali Fratelli d’Italia. In pratica, la condanna pubblica dell’assalto di Forza Nuova alla sede nazionale della Cgil. Con tanto di striscione “Ceccano antifascista”. Caligiore, dal canto suo, ha replicato in conferenza stampa. Ha detto: «Mentre ad altri interessa soltanto vedere occupazioni, che comunque condanniamo, soltanto per strumentalizzare alcuni momenti storici che l’Italia attraversa, noi pensiamo solo a lavorare».

Avanti allora anche con la potenziale disintitolazione di Piazza 25 Luglio. Che nel caso sarà anticipata e accompagnata dall’ennesimo scontro ideologico. Che di certo, come lamentano i cittadini interessati alla quotidianità, non migliora la qualità dell’ambiente. Non avvia la rigenerazione urbana. Non evita la fuga dei giovani dalla città e non rattoppa nemmeno le strade colabrodo di Ceccano.