Gli occhi della tigre: Zingaretti è tornato

Foto: Paola Onofri / Imagoeconomica

Dopo mesi di febbrili trattative politiche e di gestione della seconda terribile ondata della pandemia, il presidente della Regione Lazio è tornato operativo. E si vede: opere pubbliche, giubileo, campagna di vaccinazione. Ma in realtà all’orizzonte c’è la sfida con Matteo Salvini quando la tregua del Governo Draghi sarà finita. Saranno loro a giocarsi la partita per Palazzo Chigi.

È tornato. Operativo e determinato. Nicola Zingaretti non era mai andato via dal ruolo di presidente della Regione Lazio. Ma negli ultimi mesi erano diventati urgenti altri fronti e tutti avevano reso necessaria la sua presenza.

In questo periodo ha dovuto fronteggiare la crisi del Governo di Giuseppe Conte, la sfida a distanza con Matteo Renzi, le febbrili trattative per trovare una maggioranza senza Italia Viva. Poi le consultazioni con il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi e con il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Infine, il varo dell’esecutivo guidato dall’ex Governatore della Bce. E l’incontro con il Capitano della Lega Matteo Salvini, per una tregua armata, siglata tra quelli che fra due anni si sfideranno per la vittoria alle politiche. Contemporaneamente la gestione della lunghissima e drammatica seconda ondata della pandemia da Covid-19, ancora in corso.

Nicola Zingaretti

Adesso però, seppure tra mille difficoltà, si intravede il percorso della campagna vaccinale. Prima o poi ne usciremo. Il Governo è in carica, una maggioranza solida lo sostiene. I fronti si stanno raffreddando e tornano allo stesso livello di urgenza che riveste la Regione Lazio.

Il ritorno di Zingaretti

Il segnale si è visto subito. Nicola Zingaretti ha immediatamente accelerato sul fronte che più di ogni altro è destinato a proiettare il Lazio nel futuro: quello delle opere pubbliche, degli interventi infrastrutturali per potenziare strade e collegamenti. Ma anche per rafforzare la rete ferroviaria, puntando naturalmente sull’Alta Velocità. Come dimostra la previsione della stazione ad Orte, centro strategico e nevralgico già ora per quanto riguarda lo snodo autostradale dell’Italia centrale. (Leggi qui Monti Lepini, stazione Tav e non solo: il futuro del Lazio è in 11 miliardi di opere).

Guarda al futuro Nicola Zingaretti. È già proiettato al Giubileo. Perché, come ripete sempre ai suoi fedelissimi, dalla pandemia si uscirà prima o poi. E allora bisognerà farsi trovare pronti per ripartire. E il Giubileo vuol dire collegamenti, turismo, ristorazione e rapporti con l’intero mondo cattolico italiano.

La sfida con l’altrio Matteo

Matteo Salvini e Nicola Zingaretti (Foto: Imagoeconomica / Valerio Portelli)

Ma c’è anche un risvolto politico fondamentale. Anzi, decisivo. L’incontro con Matteo Salvini è stato indicativo. Entrambi i leader dei due principali Partiti italiani sanno che il Governo di Mario Draghi ha un orizzonte temporale limitato e che alla fine di questo percorso ci saranno le elezioni politiche. Saranno loro a guidare i rispettivi schieramenti: Nicola Zingaretti il centrosinistra, Matteo Salvini il centrodestra. Saranno a loro a puntare a Palazzo Chigi. Si tratta di gestire al meglio una convivenza politica non semplice.

Mario Draghi dovrà spendere i soldi del Recovery Plan, accelerare sulla campagna di vaccinazione per provare a far uscire l’Italia dall’incubo della pandemia. Poi ci sarà una lunga fase di ricostruzione del Paese da guidare. Sarà importante adesso cercare di influire maggiormente nel proprio elettorato di riferimento. Senza mettere in difficoltà il Governo si SuperMario e aprire crisi in maggioranza.

Le politiche sul Lavoro e sullo Sviluppo faranno la differenza. E non è per caso che in due ministeri “chiave” siedano i numeri Due di Lega e Pd: Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, Andrea Orlando al Lavoro. E’ dall’esito di questa sfida a distanza che si capiranno le strategie dei leader. Di Matteo Salvini e di Nicola Zingaretti. Il quale però ha una sua caratteristica ulteriore, quella che maggiormente gli si addice. Di amministratore.

Il ritorno del Segretario

Nicola Zingaretti (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Ma non è tornato solo il Nicola Zingaretti presidente della Regione Lazio. Segnali forti sono arrivati anche dal Segretario del Pd: è sul fronte da mesi, ma ora ha un orizzonte diverso. Infatti ha convocato l’Assemblea nazionale del Partito per il 13 e 14 marzo. Per discutere di strategie, programmi e vocazioni. Un congresso tematico insomma. Ma se qualcuno insisterà per il congresso politico anticipato, Nicola Zingaretti potrebbe accontentarlo subito.

Non è un caso che nelle ore scorse a Radio Immagina Goffredo Bettini abbia detto: “Il congresso si potrà fare quando ce ne saranno le condizioni. Io lo vedo come un fatto positivo, facciamolo, serve, sento un grandissimo bisogno di chiarimento nel Partito Democratico” perché “se c’è uno strisciante dissenso che porta a un logorio continuo che si espliciti, sento l’esigenza di stappare questa bottiglia troppo compressa che ha creato non poche difficoltà.

Significa che il Partito lo controlla perfettamente Zingaretti e allora potrebbe decidere di ipotecare il bis da segretario.

Così, per dare una prova di forza.

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