Grande caos Formia: tutti contro tutti nel centrodestra

Il centrodestra cerca solo a parole l'unità per le elezioni di Formia. Fratelli d'Italia dice no alla Lega. E rivendica: la scelta locale e non calata dall'alto, il ricorso alle Primarie se necessario. La manovra di Bartolomeo

Solo a parole. L’unità del centrodestra a Formia sta solo nelle parole. Quelle pronunciate nei giorni scorsi dai leader di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Nei fatti non c’è, non esiste e solo i prossimi giorni potranno dire se c’è la volontà di costruirla. La conferma finale arriva da Enrico Tiero, vice coordinatore di Fratelli d’Italia nel Lazio.

«Il prossimo candidato sindaco di Formia va scelto con le Primarie e non andrà calato dall’alto di alcun tavolo regionale». È un attacco frontale alla Lega ed alle parole dette l’altro giorno dal suo coordinatore regionale Claudio Durigon ad Alessioporcu.it. (Leggi qui Caso Formia al regionale. Durigon candida la Lega).

In attesa del decreto

Maurizio Alicandro

Formia attende l’esito della ricognizione avviata dal funzionario del Ministero dell’Interno Maurizio Alicandro. Verso la fine del mese dirà al prefetto di Latina Maurizio Falco se il Consiglio Comunale deve essere sciolto per non avere approvato i conti. Oppure se può provvedere lui e tenere in vita l’Amministrazione.

I Partiti sanno che si tratta di un verdetto solo da scrivere. È per questo che stanno iniziando a prepararsi alle elezioni. Il civismo incarnato da Paola Villa è fallito: dimostrando che è impossibile essere né di destra, né di sinistra, né grillini.

Il centrodestra scommette che questa volta l’elezione del sindaco sarà faccenda tutta al suo interno. Così, a parole dice di volere l’unità. Mentre i fatti dicono il contrario: ognuno si prepara alla scalata.

No a tavoli su Formia, siamo Fratelli

Il primo a parlare di unità è stato il senatore Claudio Fazzone, Coordinatore regionale di Forza Italia. Ad Alessioporcu.it ha detto «deve essere chiaro a tutti che non è sufficiente una coalizione in grado di vincere. Piuttosto è indispensabile una coalizione che abbia la capacità di governare dopo avere vinto le elezioni». La candidatura a sindaco? «Se c’è un accordo locale è inutile investire della questione il livello regionale».(Leggi qui «A Formia non basta vincere: serve chi sa amministrare»).

La risposta del coordinatore della Lega del Lazio Claudio Durigon è arrivata a stretto giro. Sempre ad Alessioporcu.it ha detto che Formia è una città importante e «merita un doveroso passaggio su un tavolo regionale dello schieramento». Il che è un No alla linea Fazzone, ed un No alle Primarie, ritenute «roba di sinistra». Avanzando una sorta di diritto di prelazione sulla candidatura: «Il partito a Formia ha le migliori energie. Hanno saputo incarnare un necessario rinnovamento. Poi una capacità gestionale ed affidabilità sul piano amministrativo. (Leggi qui Caso Formia al regionale. Durigon candida la Lega).

Enrico Tiero

Ma a Fratelli d’Italia questa linea non piace. Enrico Tiero lo dice con chiarezza. Per lui è meglio un accordo costruito alla base. Direttamente dai Partiti di Formia. E se non si arriva alla sintesi su un nome, si sceglie attraverso le Primarie di coalizione.

Si alle Primarie

Su un punto Tiero, Fazzone e Durigon sono tutti d’accordo: bisogna costruire un centrodestra ampio e capace di coinvolgere le forze civiche che sono vicine al perimetro della politica ma al suo esterno.

Ma per il resto ci sono divisioni di metodo profonde. Se Claudio Durigon aveva definito le Primarie uno strumento “cui non crede più neppure chi l’ha inventato, il partito Democratico”, Fratelli d’Italia ufficialmente afferma il contrario.

«Qualora non si riesca ad indicare quale candidato sindaco un nominativo, pienamente condiviso, le primarie possono essere uno strumento utile per essere vicini alla volontà popolare» dice Enrico Tiero. «Non sono in alcun modo ad esclusivo appannaggio del PD, come affermato dall’amico Durigon. La conferma è che FdI le ha previste e inserite persino nel suo Statuto».

L’apertura a Gianfranco

Enrico Tiero va oltre ed effettua un chiaro endorsement a favore di una figura che non è iscritta al suo Partito: Gianfranco Conte, cinque volte deputato di Forza Italia e sottosegretario di Stato in due circostanze in altrettanti governi Berlusconi.

Perché? Il concetto è: dopo l’esperienza Villa, Formia ha bisogno di esperienza. «C’è la necessità di mettere in campo le esperienze e le competenze migliori per amministrare i territori della nostra Provincia. Competenze che evidentemente non possono essere ereditate o calate dall’alto ma dimostrate nella vita personale, professionale ed amministrativa. Dobbiamo farlo soprattutto dopo i fallimenti del civismo in ogni comune». 

Un nome autorevole ma di rottura. Perché? Da anni Claudio Fazzone ha interrotto ogni tipo di rapporto con il cinque volte parlamentare per il suo stesso Partito. Più morbida ma altrettanto netta è stata la posizione di Durigon per la Lega: «Gianfranco è stato ed è una risorsa del centrodestra ma ora sono vietate assolutamente fughe in avanti».

Fate i vostri nomi. A Formia

Enrico Tiero non arretra di un millimetro. Per lui «Quella di Gianfranco Conte è una disponibilità che dobbiamo considerare una preziosa risorsa piuttosto che di una solitaria fuga in avanti».

Poi la sfida. «Ciò non toglie, ovviamente, che nel momento in cui gli amici della Lega, di Forza Italia e di tutto il centrodestra indicheranno i loro nominativi, certamente di pari spessore locale e nazionale, saremo ben lieti di confrontarci insieme ai dirigenti di Partito di Formia, unici deputati a scegliersi i rappresentanti a livello territoriale».

Pasquale Cardillo Cupo e Gianfranco Conte

E chi è stato a fare l’assist più propizio ad Enrico Tiero? Facile, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo che è consigliere comunale di Fdi a Formia e consigliere provinciale.  Il penalista ha definito «condivisibili gli interventi dell’Onorevole Durigon» ma in merito alla scelta del candidato a sindaco ne ha preso nettamente le distanze.

Cardillo Cupo, affiancato dal portavoce di Fdi di Formia Giovanni Valerio: «Siamo sicuri che a Latina, a Formia come a Minturno il centrodestra saprà fare squadra e sintesi per la scelta del candidato sindaco. Queste decisioni evidentemente spettano solo ed esclusivamente ai territori chiamati al voto, anche con lo strumento delle Primarie».

Niente nomi scelti e calati dall’alto. Per Cardillo Cupo e Gianni Valerio «è fantapolitica pensare che gli esponenti di Latina, Formia, Minturno o di qualsiasi altro comune possano essere decisi altrove e poi calati dall’alto».

Fratelli di Formia prudenti

La questione Formia finora non è approdata al tavolo del Direttivo provinciale dei Fratelli d’Italia. Nei giorni scorsi il senatore Nicola Calandrini coordinatore provinciale, aveva predicato prudenza invitando ad attendere di conoscere il lavoro del commissario ad acta Maurizio Alicandro sulla ricognizione dei conti prima di “parlare di tutto il resto”. 

Quella di Calandrini è una posizione che condivide in toto il presidente del circolo formiano di Fdi, Gianni Carpinelli. Da sempre è una retta che viaggia distinta e parallela rispetto a quella rappresentata dal duo Cardillo Cupo – Valerio. «Gli appetiti relativi alla scelta del primo cittadino lasciano il tempo che trovano. Meditiamo, prima di fare il nominativo del primo cittadino. Abbiamo tempo. Anzi, rimbocchiamoci le maniche».

Il Bartolomeo trasversale

Sandro Bartolomeo

Chi vuole rimboccarsele è Sandro Bartolomeo che ha guidato la città quattro volte dal 1993 sino al 2017. Il suo progetto per il “dopo” Paola Villa è una coalizione elettorale trasversale analoga a quelle realizzate a Terracina, Gaeta e Minturno. Lì ci sono pezzi di Pd che attraverso una formula civica governano con soddisfazione insieme a pezzi di centrodestra.

L’idea dell’ex sindaco Dem è avviare una concertazione anche con alcune “forze sane, responsabili e di provata affidabilità gestionale” del centrodestra  e con le stesse liste civiche. Prima tra tutte Ripartiamo con voi del dottor Maurizio Costa.

Oggi vince chi aggrega e allarga, all’interno e all’esterno della propria comunità. Il Centrosinistra di Bartolomeo lo ha capito. Il centrodestra lo dice soltanto.