Grande Capoluogo, aveva ragione Giovanni Turriziani

Frosinone non cresce e perde ancora residenti. Il sindaco Nicola Ottaviani riscopre il progetto presentato anni fa da Unindustria ma chiede nuovi studi preliminari. La presa di posizione di Giovanni Turriziani.

Quando nel 2018 Giovanni Turriziani, allora presidente di Unindustria Frosinone, presentò il progetto del Grande  Capoluogo, supportato da un dettagliato e approfondito studio universitario, i sindaci interessati fecero spallucce. Alcune risero. La verità è questa. (Leggi qui Il caffè di Giovanni Turriziani dopo lo stop al Grande Capoluogo).

La bozza del progetto prevedeva una città intercomunale di 153.000 abitanti, coinvolgendo 8 Comuni: Frosinone, Ferentino, Alatri, Ceccano, Veroli, Patrica, Supino e Torrice. Solo Frosinone e Supino approvarono una delibera, poi si è aggiunto Arnara. Ma al di là degli atti formali nessuno diede segnali concreti di apprezzamento e condivisione di quella che adesso tutti hanno scoperto essere una proposta giusta. L’unica in grado di provocare un’inversione di tendenza nella gestione di servizi come i rifiuti, i trasporti, la manutenzione, la viabilità. (Leggi qui).

Questione di campanile

Giovanni Turriziani

Quando Unindustria presentò il progetto tutti rimasero sulle loro posizioni rigide. Nessun sindaco se la sentiva di cedere delle quote di rappresentanza e di gestione amministrativa. Nessuno. Tutti chiusi in una visione miope di cultura del proprio orticello. Oggi, dalle colonne de Il Messaggero, il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani dice: “Per noi il piano intercomunale resta valido e per cercare di imprimere un’accelerazione chiederemo di nuovo che venga finanziato uno studio preventivo”.

Afferma: “Il progetto è ancora in piedi, ma si è fermato per mancanza di risorse. Nel senso che servono fondi per avviare uno studio preliminare su una serie di aspetti di carattere generale anche sulla situazione finanziaria dei Comuni coinvolti. Questo per evitare, ad esempio, che chi ha i conti in sicurezza, possa risentire di eventuali contesti di indebitamento di altri”. E via di questo passo.

Quando i politici rilanciano l’idea di altri studi preliminari vuol dire che intendono prendere tempo.

I buoi scappati e la stalla aperta

L’articolo sul Messaggero

Il tema della città intercomunale è tornato di attualità perché Frosinone ha perso ancora abitanti. È sotto quota 45.000. Niente per un capoluogo che si rispetti. La città non è attrattiva e non lo sarà mai se non verranno fatti investimenti veri nel centro storico.

Il fatto è che su questo tema è intervenuto il capogruppo del Pd Angelo Pizzutelli. Il sindaco Nicola Ottaviani non sopporta di essere anticipato o scavalcato nel dibattito su un qualsiasi argomento. Di conseguenza ha voluto dire la sua.

Ma c’è un fatto insuperabile: il progetto di Unindustria si basava su uno studio vero, autorevole e attendibile. Che certamente può essere aggiornato, ma non accantonato. Quel progetto venne sviluppato da una delle massime esperte nazionali nel settore, la professoressa Maria Prezioso: Full Professor of Economic Geography all’università di Tor Vergata. Impossibile non ricordare gli occhi strabuzzati dei giornalisti di fronte alle slide con l’abstract dei suoi studi. Tanto da indurla a tranquillizzarli dicendo «Guardate che è una cosa fattibile, io me ne occupo tutti i giorni». Il problema è che se ne occupava tutti i giorni ma confrontandosi con aree della Francia, della Germania, dell’Olanda… Lì badano al concreto, qui ai campanili ed alla gloria passata già nel Quattrocento. (Leggi qui Il miraggio di Turriziani per realizzare la metropoli Ciociaria).

Almeno diciamogli che aveva ragione

Giovanni Turriziani (Foto: Rosario Russo)

Forse sarebbe arrivato il momento che gli amministratori locali diano atto a Giovanni Turriziani di averci visto bene. Probabilmente però Giovanni Turriziani è troppo ingombrante per diversi amministratori locali.

Cosa pensa di quanto sta accadendo adesso? Dice Giovanni Turriziani: “Avere riconosciuta la ragione non cambia le cose, purtroppo. A suo tempo abbiamo pagato lo studio, lavorandoci per due anni, lo abbiamo promosso, siamo andati in Regione a sostenerlo. Aggiungo: il Fesr, come anticipammo tre anni fa, ha apposite risorse dedicate per azioni di area vasta. Se avessero dato seguito allora, chissà…”.

Ma perché quel progetto bocciato frettolosamente tre anni fa adesso torna di attualità? Magari perché c’è la campagna elettorale. Poi si può sempre cambiare idea, ma basterebbe dare a Cesare quel che è di Cesare. Giovanni Turriziani aveva ragione. Ma i sindaci non lo ammetteranno mai.

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