Grande Capoluogo: la strada c’è. Ma è tutta in salita

Foto © Stefano Strani

Vertice dei Comuni per la creazione della grande città da centomila abitanti. Fondamentale l'abilià e la diplomazia del presidente di Unindustria Giovanni Turriziani. Ora che devono passare all'atto pratico, i sindaci hanno tirato fuori tutte leperplessità. La strada c'è. Ora si tratta di vedere se c'è anche la volontà di percorrerla.

Ora la palla passa ai sindaci. Tocca a loro compiere il nuovo passo operativo verso la creazione della grande città intercomunale da centomila abitanti che metterà assieme Frosinone con Veroli, Alatri, Supino, Ferentino, Patrica e Arnara. Mantenendo ciascuno il proprio nome e identità. Ma uniti in un grande Comune capace di scavalcare in graduatoria tutti gli altri più piccoli quando si presenteranno progetti e richieste di finanziamenti europei.

Giovanni Turriziani e la professoressa Prezioso

Nella sede di Unindustria a Frosinone il presidente Giovanni Turriziani che lo scorso anno ha lanciato l’idea, ora ha incontrato i sindaci insieme alla professoressa Mary Prezioso di Tor Vergata che ha effettuato lo studio di fattibilità. Ha dichiarato chiusa la fase preliminare: si deve passare a quella concreta.

Ma i sindaci non sono del tutto convinti. Hanno sollevato una serie di perplessità pratiche alla docente. Nulla da dire sul suo studio: “ma la pratica è un’altra cosa. Un confronto serrato e molto franco. Dove i momenti di tensione non sono mancati. Ed in un paio di occasioni c’è stato anche chi si è alzato minacciando di far saltare il tavolo.

C’è voluta la calma ed il tatto del presidente Giovanni Turriziani per riuscire a tenere unito il tavolo. C’è tanta strada da fare. Unindustria e Tor Vergata l’hanno indicata. Ora si tratta di capire se c’è la volontà di percorrerla

I passi concreti.

 Il primo passo concreto è l’approvazione del documento di indirizzo politico: l’impegno con cui il Consiglio Comunale dice ‘si, noi vogliamo dare vita a questa unione di Comuni‘. Poi scrivere il Piano Strategico con gli obiettivi che si vogliono raggiungere e lo Statuto dell’Unione cioè il documento fondamentale che ne disciplina il funzionamento.

Per usare l’esempio fatto oggi ai sindaci dal presidente di Unindustria Giovanni TurrizianiÈ come se quattro sconosciuti decidono di prendere insieme un autobus per raggiungere una destinazione; occorre stabilire chi si siede davanti e chi dietro, chi guida e chi controlla l’olio”.

A quel punto si passerà a costituire gli Organi e approvare gli atti tecnici amministrativi: in pratica il sindaco, i consiglieri ed i dirigenti della struttura.

Ora i contenuti

Antonio Pompeo

In pratica è finita la fase legata allo studio. I Comuni che hanno deciso di aderire al progetto dovranno ora riempirlo di contenuti. Dovranno stabilire cosa vogliono raggiungere, disegnare il modello con cui gestire questa città: un sindaco o un presidente, una giunta o un direttorio. E poi identificare le figure chiave come tecnici o segretari comunali che inizino a coordinarsi tra loro. Per passare alla fase operativa.

Al momento sono quattro i Comuni che hanno detto sì al progetto: Frosinone, Veroli, Supino ed Arnara. Se gli altri vorranno aderire in futuro, potranno farlo.

Il modo lo ha indicato la professoressa Mary Prezioso, illustrando nel dettaglio tutti i passaggi da compiere per la costituzione dell’Unione. Ha detto anche dove andare a prendere i soldi pubblici che sono a disposizione per sostenere il progetto.

I dubbi ed il confronto

Ma è stato proprio a quel punto che s’è acceso lo scontro. Non sulla bontà della strada e della destinazine a cui conduce. Ma sul modo in cui realizzarla. I sindaci lo hanno detto con espressioni diverse: chi con più garbo e tatto (il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani); altri evidenziando limiti pratici (i sindaci di Ferentino Antonio Pompeo e Veroli Simone Cretaro). Chi in maniera più pragmatica come il sindaco di Patrica, Lucio Fiordalisio.

Antonio Pompeo ha evidenziato che occorre più tempo: stiamo parlando di unificare i 70 servizi che rientrano nell’organizzazione di ciascun Comune. Un esempio? Supponendo che sia Veroli ad occuparsi dell’Urbanistica: i tecnici degli uffici Urbanistica degli altri Comuni poi dovranno trasferisi tutti nell’ufficio di Veroli? E chi glielo dice al personale che oggi ha l’ufficio sotto casa che deve spostarsi? Cose pratiche, appunto.

Lucio Fiordalisio

Nicola Ottaviani ha posto l’accento sul maggiore esborso che il progetto impone nella fase di pianificazione: occorrono dipendenti che i Comuni oggi non hanno perché a causa dei tagli imposti dal blocco del turn over con la Spending Review di Monti stanno tutti sotto organico. Un’obiezione alla quale la professoressa ha replicato che ci sono i fondi nazionali ai quali attingere e poi è possibile lanciare una campagna di reclutamento tra i laureati che vogliano mettere a disposizione gratuitamente le loro professionalità.

Abbiamo un Segretario in 4

Un’ipotesi che ha registrato la netta contrarietà di Lucio Fiordalisio. Per il sindaco di Patrica niente volontari ma si deve partire sapendo con chi fare le cose e quanto pagarlo. Inoltre ha posto la professoressa di fronte ad un’evidenza: abbiamo il Segretario Comunale in condivisione con altri tre Comuni, come è pensabile di distaccarlo dal suo lavoro per coordinarsi con gli altri Segretari per avviare l’unificazione?

Tutti hanno evidenziato che oggi i sindaci non hanno più nemmeno il tempo per fare politica perché devono amministrare e non c’è più il personale.

Manca il tempo, mancano le risorse, mancano le persone. La strada è buona ma passarla all’atto pratico significa affrontare una salita ripida, dicono i sindaci.

La strada c’è, Unindustria la tracciata. Ora si tratta di vedere se c’è la volontà di percorrerla.