Green Valley, Enea dice si. Pronta ad entrare nel piano

Clamoroso balzo in avanti per il progetto con cui creare una Green Valley a Roccasecca. L'ente di Stato per le nuove energie Enea ha detto si. È pronto a partecipare con Cosilam ed Unicas. Il tema del Casello: costa tanto. Si pensa di coinvolgere la Regione. Per iniziare a ristorare Roccasecca.

Enea ha deciso di partire. Non dalle coste di Troia, spinto dall’ira della dea Giunone. Perché Enea in questo caso non è il figlio mortale del re Priamo ma l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile. L’ente pubblico di ricerca italiano sulle nuove energie è pronto a sciogliere le vele e partecipare al viaggio industriale che sta organizzando il Consorzio per lo Sviluppo del Lazio Meridionale Cosilam: la creazione di una Green Valley nell’area industriale di Roccasecca. Cioè nella località conosciuta fino ad oggi per la discarica provinciale ed il vicino stabilimento per la lavorazione dei rifiuti.

In quell’area, Cosilam intende sperimentare la coltivazione intensiva delle piante da fitodepurazione. In pratica quelle che crescendo, assorbono ed intrappolano i metalli che inquinano il terreno. E lo depurano. Con molte di quelle piante è poi possibile produrre nuovi materiali: prime su tutte le nuove bio plastiche con cui sostituire le attuali negli imballaggi ed il packaging industriale.

La Videoconference

Marco Delle Cese. Foto © AG.IchnusaPapers

Il via libera all’ingresso di Enea è arrivato nelle ore scorse, al termine di una lunga videconferenza. Dalla storica sede Enea di Lungotevere Thaon di Revel a Roma si sono collegati in 7 tra direttori, funzionari, tecnici ed esperti. Di fronte a loro, nella sede del Cosilam lungo l’asse attrezzato di Cassino si sono accomodati il presidente Marco Delle Cese, il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco, il direttore del Consorzio.

Hanno spiegato il loro progetto. Che guarda lontano. E cerca di disegnare una nuova prospettiva green per tutta l’area di via Ortella, ferita da anni nei quali si è fatta carico del ciclo dei rifiuti dell’intera provincia di Frosinone. In quella zona arrivano i camion – compattatori carichi dei rifiuti prodotti nelle case dei ciociari, le immondizie vengono lavorate nello stabilimento pubblico Saf, la parte che oggi non può essere riciclata finisce nella vicina discarica privata Mad. E le tecnologie di vent’anni fa non erano green come quelle di oggi: i cattivi odori hanno ammorbato l’area fino allo scorso anno.

L’idea di Marco Delle Cese nasce da due esigenze. La prima è di tipo economico: le plastiche inquinano, il Governo ha introdotto per questo una Plastic Tax che andrà ad incidere sul prezzo finale dei nostri prodotti. Servono allora nuovi materiali ecologici con i quali fare gli imballaggi. Il materiale migliore sotto questo punto di vista è la canapa industriale. Che risponde a pieno anche alla seconda esigenza. Cioè quella di bonificare i terreni.

La filiera Green

Piantagione di canapa industriale

Il progetto prevede la creazione di una vera e propria filiera Green, esattamente come accadeva fino a qualche anno fa con le coltivazioni di tabacco che caratterizzavano la zona.

In pratica, una catena ben definita tra chi coltiva le piante da fitordepurazione, chi ritira il prodotto, chi lo lavora ricavandone bio imballaggi, chi li compra.

Nel progetto, Marco Delle Cese ha già coinvolto oltre a Roccasecca anche il vicino comune di San Giovanni Incarico; ha chiesto la supervisione dell’associazione ambientalista Civis, nota per le sue battaglie ambientali; ha ottenuto il supporto tecnico dell‘università di Cassino per gli aspetti di Economia industriale ed aziendale; verrà affiancata da un ateneo con la facoltà di Agraria per gli altri aspetti pratici. Ha già incassato un si in linea di principio dal gruppo industriale Saxa Gres e Grestone di Francesco Borgomeo che si è detto interessato a sostituire le plastiche con i bio imballaggi.

Poi c’è l’altro filone, quello della legnina dalla quale è possibile ricavare asfalti green.

Realizzando un piano simile Roccasecca trasformerebbe l’intera zona in un polo dell’Economia Circolare. Lì è in corso la trasformazione dello stabilimento Saf che sta dismettendo le linee trdizionali per evolversi in una Fabbrica dei Materiali capace di riciclare quasi il 100% delle materie oggi indifferenziate e destinate alle discariche.

Lì poi potrebbe nascere il nuovo impianto capace di mettere fine alla follia legata ai rifiuti da cucina. Da un paio d’anni li mandiamo fuori provincia spendendo 160 euro a tonnellata: chi li prende ne ricava metano per le scuole e gli uffici. C’è un piano per riportare sul territorio quegli scarti delle nostre cucine, affidandoli a mini stabilimenti con cui farci da noi il bio metano. E tagliare la bolletta dei rifiuti, solo su quella voce, ad almeno 110 euro a tonnellata.

Il protocollo Enea

Enea

L’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile è pronta ad entrare. E’ convinta del progetto. Al punto che nelle ore scorse, dopo la conference call, ha già inviato una bozza di protocollo d’intesa al Cosilam.

Intende partecipare allo studio, affiancare il Consorzio e l’università. Gli avvocati del Cosilam stanno studiando la bozza, in particolare la parte sui brevetti e la destinazione degli utili.

Per Enea, quello di Roccasecca sarebbe il primo progetto del genere con dimensioni tali da sostenere un’intera filiera industriale. E potrebbe essere il capofila di una serie d’altri progetti simili in Italia.

Le perplessità green di Sacco

Giuseppe Sacco

La saggezza dei proverbi dice che “chi è stato morso dalla serpe poi diffida anche della lucertola”. Il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco vuole certezze: innanzitutto in campo ambientale e poi sui tempi di realizzazione.

Le risposte al primo tema stanno arrivando da Civis: i suoi esperti ambientali stanno finendo di esaminare i vari passaggi, c’è già un’area di due chilometri pronta per la sperimentazione. (Leggi qui Green Valley, c’è il primo lotto per i test sui terreni).

C’è poi il tema dei camion che passerebbero in continuazione sulle strade di Roccasecca per raggiungere l’area industriale. Sul tavolo è tornato il tema del nuovo casello autostradale di Roccasecca che risolverebbe il problema. Ma costa. Tanto.

Una soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere la Regione Lazio. E farle tirare fuori i soldi per finanziare una buona parte dell’opera. Dopotutto sarebbe un modo per iniziare a ristorare Roccasecca dei sacrifici sopportati per anni.

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