Te la do io la sfiducia. Grillo “terrorizzato” da Zingaretti

L’ex comico e leader del Movimento Cinque Stelle, con un post su facebook, invita i suoi a far cadere il presidente della Regione Lazio. Forse perché preoccupato dai tanti delusi che potrebbero tornare a guardare al Pd.

Il messaggio arriva venerdì verso sera. Quando ormai gli schieramenti sono definiti. Dissociato dal ragionamento politico, avulso dal contesto: fuori tempo massimo. Beppe Grillo si occupa della Mozione di Sfiducia contro Nicola Zingaretti. E dice ai suoi che oggi devono andare a votarla.

Mi associo alle parole di Luigi di Maio: “Mi aspetto che tutti votino la sfiducia al presidente #Zingaretti in #RegioneLazio.” Il #M5S ha annunciato che avrebbe votato la sfiducia come è giusto che sia. L’Elevato consiglia di votare tutti compatti! Sfiduciate la fiducia o fiduciate la sfiducia o l’Elevato non avrà più fiducia!

 

Non c’era  bisogno di conferme, ma dopo il messaggio di Beppe Grillo adesso è chiaro che il Movimento Cinque Stelle ha il terrore politico di Nicola Zingaretti.

L’Elevato naturalmente è lui. Ergo, chi non vota la sfiducia a Zingaretti non starà più nelle grazie di Beppe Grillo.

 

Ma perché i vertici pentastellati hanno paura di Zingaretti? Perché il centrodestra teme il Governatore al punto da cercare continuamente di sfiduciarlo? Perché Matteo Renzi preferirebbe che non fosse Zingaretti il prossimo segretario del Pd?

 

In realtà il Governatore del Lazio va avanti per la sua strada, che è una strada indubbiamente di centrosinistra, che però guarda alla società civile, ai cittadini normali. Lui prova sempre ad includere, a cercare una leadership condivisa. Non fa “campagna acquisti”, si rivolge direttamente all’elettorato.

Per i Cinque Stelle hanno votato tante persone che fino al 4 marzo si erano orientate sul Partito Democratico. Di sinistra quindi. Persone che stanno strette nei confini imposti dalla Lega di Matteo Salvini in termini di sicurezza e immigrazione.

 

Siccome si avvicinano le europee, è chiaro che i Cinque Stelle devono inventarsi qualcosa per provare a recuperare il terreno perso nei sondaggi. Alessandro Di Battista potrebbe non bastare, perché la base è inquieta e soprattutto diversi elettori sono delusi.

Se si è scomodato Beppe Grillo vuol dire che Nicola Zingaretti viene percepito come politicamente pericoloso per i Cinque Stelle.