La famosa frase del più grande coach della NFL (“L'attacco fa vendere i biglietti ma è la difesa che fa vincere le partite”) tradotta sul campo dal Frosinone: solo 20 gol incassati, un quinto del totale nella irripetibile gara col Parma. L’analisi comparata con le stagioni delle precedenti 2 promozioni in serie A mostrano dati evidenti. Mancano ancora 5 partite, adesso il tecnico cerca “el hombre del partido” al posto di Caso e Mulattieri
“L’attacco fa vendere i biglietti, ma è la difesa che fa vincere le partite”. E’ un vecchio e famosissimo proverbio del coach di football americano John Madden – fra i migliori nella storia della NFL –, successivamente anche telecronista sportivo dopo aver lasciato la panchina. Non sbagliava l’istrionico personaggio che aveva paura degli aerei che viaggiava su un bus personale e che dette il volto anche ad un videogioco tra i più venduti negli Usa, scomparso 2 anni fa. Una leggenda.
Ebbene, quelle parole sono pietra miliare nello sport a squadre ma soprattutto nel basket e nel calcio. Il Frosinone di Fabio Grosso, a 5 giornate dal rimbombare del Big Pen sulla ‘Piccadilly Circus’ della Serie B di casa nostra, ha applicato alla lettera quei concetti: difesa blindata (20 reti subìte), attacco che non si fa mancare nulla in fatto di gol (51 reti realizzate). E un quinto di quei 20 palloni finiti alle spalle di Turati, sono stati presi nella rocambolesca e sfortunata partita casalinga con il Parma (3-4).
Non a caso il portiere giallazzurro Stefano Turati in serie B ha tenuto il maggior numero di volte la rete inviolata (19). Merito personale, senza dubbio, vista la crescita del ragazzo. Ma anche dell’intera fase difensiva imperniata sulla coppia Lucioni-Ravanelli.
È quindi un Frosinone molto più impermeabile da quello che aveva conquistato le altre 2 promozioni nella massima serie (2014-’15 e 2017-’18), da quello che, con il record di punti nella storia cadetta dei giallazzurri (74 punti nel 2016-‘17) arrivò terzo per 1 gol di differenza (col Verona) e poi venne eliminato dal Carpi in quella semifinale maledettamente irripetibile e infine dal Frosinone (2019-’20) che si fermò all’ultimo secondo della finalissima playoff di La Spezia sul pallone salvato da Vignali a due passi dalla linea bianca. Il miracolo di Fabio Grosso alla guida del Frosinone, parte da qui.
L’analisi di 5 stagioni e 2 promozioni
Vanno fatti dei distinguo nell’analisi comparata dei dati. Infatti i campionati delle prime 2 promozioni in serie A erano a 22 squadre. Il Frosinone di oggi, con 5 gare ancora da giocare, mostra però indicatori largamente positivi al capitolo reti subìte: ha infatti incassato 29 gol in meno rispetto alla squadra di Stellone (49), 27 gol in meno rispetto a quella di Longo (47) e 22 in meno rispetto a quella di Marino che fallì il salto per un soffio.
Nell’unico campionato a 20 squadre, fece meglio invece il Frosinone di Nesta (19 gol subìti) al termine della stagione regolare. Ma quel Frosinone entrò nei playoff con 54 punti, ottavo in classifica, al termine della sfida casalinga con il Pisa al cardiopalmo.
Andiamo invece ad analizzare la fase realizzativa, comunque soggetta ad auspicabile miglioramento nelle gare che rimangono. C’è una differenza di -11 con il Frosinone 2014-’15 (62 gol fatti), di -14 con quello del 2017-’18 (65), di -6 con il Frosinone 2016-’17 (58) e un cospicuo +13 con il Frosinone 2019-’20 (38). Lucioni & soci hanno già eguagliato le 20 vittorie ottenute dal Frosinone di Stellone (2014-’15), sono a -1 dal record giallazzurro di successi in serie B (21) nella stagione 2016-’17 ma quei due tornei erano a 22 squadre. Infine i punti in classifica: Mazzitelli & Co. sono attualmente a -4 dal Frosinone 2014-’15, a -5 da quello del 2017-’18, a -8 da quello della ‘grande delusione’ del 2016-‘17 e a +12 da quello del 2019-’20.
Cercasi “el hombre del partido”
Detto questo, si avvicina a grandi falcate quella che potrebbe essere la ‘mamma di tutte le partite’, sabato con il Sudtirol dei miracoli. Da prendere con le molle, a cominciare dalla traiettoria di avvicinamento che dovrà essere la più normale possibile. Grosso, che di grandi appuntamenti se ne intende, saprà come fare. Anche se oltre a Mulattieri (senza dimenticare Lulic) dovrà rinunciare allo squalificato Caso.
E allora sarà questa l’occasione per Bidaoui, Baez e lo stesso Garritano che nelle ultime 8 partite non ha toccato i 150’ totali: toccherà a loro andare al massimo per supplire alla imprevedibilità del ‘furetto’. Fermo restando che servono anche i gol: Moro non segna dal 3-3 provvisorio con il Parma e nelle ultime 9 gare (13 punti), oltre alle reti di Caso (3), Mulattieri (4) e dello stesso ex Catania (1), solo 2 gol di Lucioni e 1 di Boloca. Grosso cerca el hombre del partido, il casting e le prenotazioni sono aperte.
Il Genoa accorcia, il Bari bloccato
Il Genoa non lascia scampo ai buoni propositi del Perugia che incamera la terza sconfitta di fila: i liguri che in casa da quando sulla panchina siede Gilardino non hanno mai incassato gol, passano grazie alle reti di Frendrup e Dragusin di testa, dentro l’area di rigore.
Grifoni a -4 dal Frosinone ma anche a +6 dal Bari che si deve aggrappare a due genialate di Morachioli che prima innesca il colpo di testa di Cheddira per l’1-2 e poi trova il difensore Di Cesare per il pareggio al 95’. Como rivedibile perché sul 2-0 ha smesso di giocare. L’Ascoli infligge la seconda sconfitta di fila al Sudtirol, il gol-partita realizzato da Gondo su rigore e così la squadra di Breda allunga dalla zona playout.
Pisa e Palermo inciampano
In coda il Benevento passato nelle mani di Agostinelli era alla penultima spiaggia. Non va oltre l’1-1 interno con la Reggina, un gol di Ciano rimanda all’ultima spiaggia di Palermo. Ma la situazione è drammatica in casa sannita. Non va meglio per Spal e Brescia. Si dividono la posta, un punto a testa che lascia rispettivamente terz’ultimi e penultimi. La difesa della Spal non tiene i due vantaggi, il Brescia non cede.
Il Cosenza aveva la possibilità di uscire dalla zona minata ma il gol di D’Urso (ex di turno) illude i silani. Vengono raggiunti da uno sfortunato tocco di un difensore sul tiro di Antonucci. Scatta tre gradini in avanti il Venezia che vede gli incubi in casa con il Palermo, in vantaggio con Brunori. Ma poi ci pensa la difesa rosanero a rimettere in partita i lagunari che pareggiano e poi nella ripresa scattano sul 3-1. Nel finale un rigore dubbio per i siciliani fissa il 3-2. La squadra di Corini mostra più bassi che alti in questo finale di stagione che potrebbe preludere a cambiamenti.
Fa harakiri il Pisa, sconfitto a Terni 2-1. Dopo il bel gol in apertura di Moreo la squadra di D’Angelo si sfalda e perde 2-1 con una doppietta di Favilli. Le Fere allungano sulla zona salvezza, i neroazzurri ottavi. Infine il Parma che si aggrappa al pari di Modena (1-1) per restare sul carro playoff.