Guai nel centrodestra? Tanto c’è il parafulmine Mario…

Foto: Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

Il leader di Cambiamo è ormai presente anche quando è assente. Ed è sospettato non solo di un patto di non belligeranza con Enzo Salera, ma anche di essere il grimaldello nella compattezza del centrodestra cassinate.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Il centrodestra di Cassino non riesce a trovare serenità. Soprattutto manca collaborazione tra i partiti, e ancor più nei Partiti. In special modo in quelle che dovrebbero essere le forze trainanti della coalizione: ovvero la Lega e Fratelli d’Italia.

La portavoce locale di FdI Angela Abbatecola ha da poco nominato il nuovo direttivo. Lo ha fatto senza tenere nella giusta considerazione il vice segretario del Partito, ovvero l’uomo con più tessere del Partito di Giorgia Meloni ai piedi dell’abbazia: Gabriele Picano. Ma è solo l’ultimo (?) atto di una guerriglia interna che va avanti ormai da mesi a colpi di dispetti. (Leggi qui Poco Fratelli, molto coltelli: Angela ignora Gabriele).

Il centrodestra ci sperava

da sinistra Angela Abbatecola, Massimo Ruspandini, Chiara Trotta e Gabriele Picano

Tutto con buona pace del senatore Massimo Ruspandini. Lui che il 21 febbraio 2020, presenziando ad una conferenza stampa in città per annunciare l’adesione della giovane militante Chiara Trotta, sottratta alla Lega, prevedeva un futuro roseo per FdI nella città di Cassino. Si paventava addirittura un Gruppo consiliare perché sembrava ci fosse la fila alla porta. In “casa” restano invece due i big, e neanche si parlano.

Non va meglio nella Lega dove tornano le ruggini tra la consigliera Michelina Bevilacqua e il suo capogruppo Franco Evangelista. In vista del prossimo Consiglio comunale il consigliere ha presentato una marea di interrogazioni. Lo ha fatto per incalzare il sindaco sia da un punto di vista politico che amministrativo. Atti importanti, dunque, non chiacchiere. Sono i mezzi che l’opposizione usa maggiormente per provare a mettere in difficoltà l’amministrazione in carica. Ebbene: nessuno di questi atti politici è condiviso con Michelina Bevilacqua.

La tela di Penelope di Carlo Maria

Carlo Maria D’Alessandro

Per quale motivo? Che senso ha continuare a militare nello stesso partito se ognuno gioca la propria partita? Come mai i vertici provinciali non sono riusciti a risanare la frattura e a dare nuovo impulso al Carroccio?

La risposta è cinica e semplice allo stesso tempo: perché conviene così. Avere due figure rivali sullo stesso territorio le spinge a correre costantemente e creare consenso: che va tutto al Partito; marciando divisi e sgomitando tra loro, nessuno cresce al punto da poter impensierire gli attuali vertici. Che, sentitamente, ringraziano.

Eppure Carlo Maria D’Alessandro sta lavorando dietro le quinte per avere un Gruppo consiliare di centrodestra compatto in assise. Una regia che ha un doppio scopo: da un lato mettere in difficoltà l’amministrazione. Dall’altro isolare Mario Abbruzzese, l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio, candidato sindaco sconfitto dal centrosinistra alle scorse elezioni, il leader politico con il palmares più lungo in Consiglio comunale. Ma Franco Evangelista proprio a D’Alessandro ha spiegato che «difficilmente si può trovare un accordo con chi ha solo ambizioni personali».

Il riferimento esplicito è a Michelina Bevilacqua.

Il patto segreto fra Mario ed Enzo

Tuttavia c’è un altro ragionamento che fanno però in questi giorni nel quartier generale dell’ex sindaco. E il ragionamento è il seguente: i cocci del centrodestra si potrebbero incollare in un quarto d’ora, c’è solo un ostacolo che frena la riappacificazione. Quell’ostacolo ha un nome e un cognome: Mario Abbruzzese. Senza di lui l’unità arriverebbe spontanea. Una circostanza emersa con chiarezza già a novembre, durante il tentativo di pacificazione compiuto dal coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani. (Leggi qui Ottaviani va da Mario per dirgli che con Mario non va).

Mario Abbruzzese ed Enzo Salera a Teleuniverso. (Foto: Roberto Vettese)

All’ex presidente del consiglio regionale ora si rimprovera anche un eccessivo feeling con l’amministrazione di centrosinistra. Questo perché non fa una vera opposizione in Aula.

I più maliziosi intravedono una sorta di patto segreto tra il sindaco e l’ex presidente del Consiglio regionale. Lo deducono dalla scarsa incisività con la quale Abbruzzese attacca la maggioranza, e per i suoi toni molti spesso concilianti. Il leader di Cambiamo del resto ancora nei giorni scorsi ha affermato che «blaterare continuamente senza poi risolvere i problemi significa fare il distruttore. Non colui che si impegna per il proprio territorio e per la propria città».

E a chi come Franco Evangelista, che in vista del prossimo Consiglio ha presentato quasi dieci interrogazioni, manda a dire: «Non possiamo solo accusare un sindaco. Accusarlo senza aver mai proposto nulla o aver fatto solo tremila interrogazioni che non servono a nulla». Parole benevole, invece, quelle che l’ex presidente del Consiglio regionale indirizza al primo cittadino di Cassino. «Al sindaco Salera – dice – riconosco di avere una squadra affiatata, coesa, che gli permette di lavorare con una grande serenità».

La dura via del centrodestra ‘Mario free’

Barbara Di Rollo, presidente d’assise a Piazza De Gasperi

Parole che scavano un solco ancora più profondo con quella parte di centrodestra che non riconosce più ad Abbruzzese la leadership della coalizione. E che, appunto, fanno venire il sospetto che ci sia un dialogo sotterraneo tra il leader di “Cambiamo” e il sindaco della città martire.

Qualcosa in più si capirà nel corso del prossimo Consiglio comunale che dovrebbe riunirsi agli inizi di febbraio: il presidente del Consiglio Barbara Di Rollo ha convocato la conferenza dei capigruppo per venerdì mattina. Sarà quella l’occasione nella quale verrà stabilita la data della prossima assise.

E sarà probabilmente quella l’occasione anche per capire come è cambiato l’assetto politico. Sia tra le fila dell’opposizione, che in maggioranza. Dove c’è sempre la guerra fredda con la componente dell’assessore di Demos alla Coesione Sociale Luigi Maccaro, a tenere banco. (Leggi qui Guerra Fredda con Maccaro ed altri crucci di Enzo Salera).