La guerra tra destra populista e sinistra migrazionista all’ombra di Trisulti

All'ombra della Certosa di Trisulti si sta sviluppando il confronto tra destra populista e sinistra migrazionista. Nel quale è coinvolta in pieno la Chiesa.

Ascanio Anicio

Esperto di tutti i mondi che stanno a Destra

Se c’è qualcuno a cui non sta simpatico il cardinal Raymond Leo Burke, questo qualcuno risiede, con buone probabilità, a sinistra. È questo ad avere scatenato il finimondo per la Certosa di Trisulti, quella di cui il Dignatis Humanae Institute si è garantito la gestione a fronte di un canone annuo.

Sì, perché Burke sarebbe legato a Steve Bannon, l’ex “guru” di Donald Trump, il “principe nero” della destra sovranista. Bannon, a sua volta, è vicino, almeno da un punto di vista politico, a Benjamin Harnwell (il presidente del DHI che ha affittato la Certosa, leggi qui tutto il materiale su di lui). Il triangolo con ai vertici Burke – Bannon – Harnwell può ragionevolmente essere chiuso se si tiene conto che il cardinale americano è il presidente dell’Advisory Board del DHI.

Non risulta che il porporato a stelle e strisce abbia neppure mai visitato il monastero di Collepardo. A differenza del capo di “The Movement“: Steve Bannon è stato in Ciociaria. Anche se quasi nessuno se n’è accorto.

La mobilitazione della sinistra

È nel momento in cui quel triangolo si è perfezionato che la sinistra ha iniziato a vederci nero. Il che ha confermato all’area tradizionalista la bontà dell’operazione.

Infatti, all’interno di quell’area, c’è una serie di convinzioni legate al caso Trisulti. Innanzitutto che tutto quel caos e le manifestazioni non ci sarebbero state se le due accademie previste per Trisulti fossero
state a trazione sorosiana. Che nulla sarebbe accaduto se i corsi di studio avessero riguardato la necessità di tenere aperte le frontiere e di continuare a costruire un mondo senza confini. Sono certi che in quel caso l’onorevole Nicola Fratoianni non si sarebbe. E non avrebbe fatto arrivare la questione Trisulti in Parlamento tramite Leu.

Altrettanta certezza c’è nel fatto che le associazioni che hanno fatto rete non avrebbero manifestato. Così come nel fatto che buona parte dell’attivismo territoriale sia nato grazie a sollecitazioni politiche. Un affetto ed un attaccamento così grossi nei confronti di Trisulti non li si percepiva da decenni.

Il libro sui gay

La differenza è profondamente ideologica. A sinistra ritengono che Trisulti dovrebbe rimanere ancorata al suo “spirito aperturista“. I tradizionalisti pensano invece che la Certosa non sia una specie di porto di Lampedusa e che dovrebbe rimanere fedele alla visione verticale dell’esistenza umana, alla spiritualità cristiano – cattolica e a tutta una serie di concezioni che il Dignitatis Humanae, con buone probabilità, rappresenta. E certa sinistra no.

Ora il cardinale è finito al centro di un parziale attacco. Sta per uscire “Sodoma“, un libro di uno storico, sociologo e giornalista francese, Friédéric Martel, che è stato rilanciato dalla maggior parte dei quotidiani italiani. Al suo interno, chi lo acquisterà, troverà un capitolo dedicato a quello che per molti è il vertice dell’opposizione a papa Francesco. Il cardinal Raymond Leo Burke – si apprende leggendo l’articolo
scritto da Gianluigi Nuzzi per la Verità – non è tra gli altri prelati
con tendenze omosessuali individuati dall’autore transalpino.

Di Burke verrebbero messi in evidenza particolari curiosi, come il presunto
sfarzo del suo appartamento, il fatto di usare “il linguaggio femminile“, almeno “ogni tanto” – così si legge nell’articolo del conduttore di Quarto Grado apparso il 14 febbraio scorso sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. E, ancora, un altrettanto estroso accostamento dei suoi modi di fare all’evocazione di una drag queen. Questo, invece, è un dettaglio fatto notare da Corrispondenza Romana, che è un sito ascrivibile a quello che viene chiamato “mondo tradizionale” (leggi qui Un pamphlet LGBT contro la Chiesa).

Burke nel mirino?

Burke, a pochi giorni dall’inaugurazione del summit sulla prevenzione degli abusi sollecitato a tutti gli episcopati mondiali dal Santo Padre, ha già lasciato intendere che qualcuno in Vaticano non ha centrato l’obiettivo: la visione del porporato è “forse bisogna parlare di clericalismo – come vuole il Papa – ma di sicuro non si potrà omettere il tema della omosessualità”.

E ora, un’opera giornalistica che – secondo quanto circola – vorrebbe porre un accento sull’incoerenza di certi ambienti, che sarebbero sì omofobi, ma alla fine parecchio omofili, nel senso di essere talmente interessati alla omosessualità dal finire, in alcuni casi, secondo Martel in molti, col praticarla, riserva più pagine all’avversario dottrinale – così lo chiamano i media mainstream – del pontefice argentino. Sarà un caso, ma tant’è.

Trisulti, terreno del confronto

Cosa c’entra Trisulti? C’entra nella misura in cui quella che sembrerebbe essere a tutti gli effetti una contraerea stimolata dai media progressisti finisca con l’interessare la credibilità di un emisfero, quello dei “tradizionalisti”, per ora rimasto incolume dagli scandali emersi.

Assunto che non può essere ripetuto per uno che cardinale non lo è più, Theodore McCarrick, e che probabilmente sarà ridotto allo stato laicale nel corso delle prossime 48 ore. “Zio Ted” è stato spesso ricondotto a un altro emisfero, quello dei progressisti e democratici americani. Oggi è indagato per abusi. La diocesi di New York ha stabilito che le accuse mosse nei suoi confronti sono “credibili”, ma questa è un’altra storia.

Una cosa non può essere negata. L’attivismo del cardinale, cioè le dichiarazioni rilasciate sulla “confusione” imperante nella Chiesa, la firma apposta sui “dubia” su Amoris Laetitia e una serie di altri atti non allineati, abbiano attirato delle antipatie. Non sappiamo, per esempio, se Burke stia antipatico a Martel. Abbiamo appreso come, pur non essendo inserito nel novero degli ecclesiastici con tendenze omosessuali, sia finito dentro a un libro su Chiesa e omosessualità.

Sovranisti e migrazionisti

La povera Trisulti è immersa dentro a una lotta che non può essere compresa, se non attraverso una chiave politica. Associazioni progressiste “contro” cardinali sovranisti. E manifestazioni “europeiste” contro scuole di pensiero populiste. Nella Certosa, un tempo, c’erano monaci, preghiera, liquori e cioccolate. E in questa storia, leggendo bene la prima fonte giuridica che andrebbe presa in considerazione, il bando per antonomasia, che non è quello del Ministero, più di qualcuno dovrebbe farsi una domanda: “A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”.

A Dio, non alla destra populista o alla sinistra migrazionista.

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