Forza Italia, gli ultimi giorni di Pompei

L’attacco dei tre consiglieri regionali alla gestione del Partito, il “ringhio” di Fazzone, le manovre attribuite a Mario Abbruzzese. Che nega tutto. Le riflessioni di Ottaviani e Piacentini. Negli “azzurri” c’è un clima d rompete le righe e in tanti stanno cercando l’alibi per uscire. Tajani osserva sfiduciato

Ma cosa sta succedendo in Forza Italia? Possibile che nel momento in cui tutti dovrebbero remare dalla stessa parte per cercare di blindare il Partito ed evitare ulteriori emorragie di voti si scateni un tutti contro tutti che promette di lasciare soltanto macerie?

Analizziamo la situazione dai diversi punti di vista. Iniziando da quello di Antonello Aurigemma, Adriano Palozzi e Pasquale Ciacciarelli. Chiedono l’azzeramento del coordinamento regionale guidato da Claudio Fazzone, ma pure dei coordinamenti provinciali. (leggi qui Terremoto in Forza Italia: chiesta la testa di Claudio Fazzone)

Il bersaglio visibile è il senatore e coordinatore regionale, ma in realtà la lettera è rivolta ad Antonio Tajani, al quale viene fatto notare che in sette mesi (da quando cioè è vicepresidente nazionale) cambiamenti nella gestione di Forza Italia non si sono visti. (leggi qui Nuovo terremoto in Forza Italia: ora il bersaglio è Antonio Tajani) E siccome il 26 maggio si vota per le europee, dove Tajani si gioca tutto, il messaggio è: “scegli tra i voti nostri e quelli di Fazzone”.

Una “vulgata” abbastanza attendibile spiega così il comportamento: le Europee si avvicinano, la cannibalizzazione della Lega non si ferma. (leggi qui Sulle chat Ugl di Roma c’è l’ordine: «Voteremo Ottaviani di Frosinone») O chi resta in Forza Italia ha garanzie precise perlomeno sulla gestione del Partito o è meglio iniziare il percorso per uscire, per cercare un’alternativa.

Pasquale Ciacciarelli è l’uomo di fiducia di Mario Abbruzzese ed è complicato pensare che i due non siano d’accordo sull’impostazione interna. Vogliono che Antonio Tajani si attivi per far celebrare il congresso di Forza Italia in provincia di Frosinone, vogliono defenestrare Adriano Piacentini e Nicola Ottaviani.

Ma Claudio Fazzone ha capito tutto e infatti, nella dichiarazione pubblicata da Ciociaria Oggi in edicola stamattina, Fazzone lancia dei messaggi precisi: 1) non possono sfiduciarmi, la mia nomina è stata fatta direttamente da Silvio Berlusconi; 2) la lettera è di 3 consiglieri regionali su 5, quindi non dell’intero gruppo; 3) c’è la regia di “qualche disoccupato illustre della politica”.

Riferimento a Mario Abbruzzese? Forse. Anche se il diretto interessato non pronuncia verbo sulla questione, non rilascia commenti, non vuole che ci sia il minimo accostamento a quanto sta accadendo. E se ne sta nel suo ufficio di presidente al consorzio industriale Cosilam.

Ma se fosse così, significherebbe che in provincia di Frosinone Adriano Piacentini resterebbe al suo posto per diversi altri mesi, perché sicuramente il congresso non si farebbe a febbraio.

A questo punto, però, potrebbe essere Mario Abbruzzese a sbattere la porta. E i voti per Tajani alle europee?

Poi c’è anche la vicenda di Nicola Ottaviani: il sindaco di Frosinone è corteggiato dalla Lega per una candidatura alle europee. Sta riflettendo. Antonio Tajani non si sbilancia. Cosa potrebbe dire del resto? Il Partito è un vulcano e le posizioni sono inconciliabili. Impossibile tenere insieme Claudio Fazzone e Antonello Aurigemma, Mario Abbruzzese e Nicola Ottaviani. Inoltre la candidatura di Silvio Berlusconi alle Europee ha ulteriormente ridotto gli spazi e lo stesso Tajani deve blindarsi.

In Forza Italia in diversi stanno cercando l’alibi per poter uscire, per dare l’ordine del rompete le righe. Sembrano gli ultimi giorni di Pompei.