Guja, la flessibilità dell’imprenditoria in una Italia troppo rigida

La flessibilità è l'arma in più con la quale competere. La burocrazia l'ostacolo più grosso da superare. Guja Reali e la generazione dei giovani imprenditori ciociari. Che hanno deciso di "cercare soluzioni e non creare problemi”. E se si sbaglia? Si impara e si va avanti

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Hai presente la bustina con lo zucchero, quella che al mattino strappi con gli occhi ancora appannati ed il cervello che non si è ancora sintonizzato sul mondo reale? O la scatoletta di carta con le pastiglie da mandare giù la sera con un bicchiere d’acqua per tenere sotto controllo il colesterolo o la pressione? In quelle confezioni c’è una fetta di industria, creatività, flessibilità, tutte ciociare.

Perché se vuoi competere nel mondo di oggi, dove i tuoi avversari magari sono dall’altra parte del mondo e sono più rapidi di te nell’adattare la loro produzione ai problemi del clienti, devi avere una buona dose di flessibilità. O rischi di essere divorato.

La flessibilità è un valore, un’arma ed anche ciò che contraddistingue un lavoro. E la Reali SrL, azienda leader nella produzione di packaging, in particolare per zucchero in monodose, ha in questa peculiarità un marchio a fuoco nel panorama industriale della provincia di Frosinone. Centoventi anni di storia, quarta generazione di imprenditori, ora rappresentata da Guja, 41 anni e mamma, che insieme al fratello Achille porta avanti l’impresa.

Da quindici anni Guja è entrata nei quadri della Reali SrL, dopo un diploma ed una laurea, più la gavetta in azienda che non si addice – almeno secondo la vulgata – ad una che un giorno sarà proprietaria.

Lei dice che «Quando si è piccoli si deve conoscere tutto delle proprie aziende» ed è per questo che si è sporcata le mani con la produzione, l’amministrazione ed il commerciale. Poi, quando il papà ha capito che era matura, ha affrontato quello che la stessa Guja definisce «L’incubo della maggior parte delle Piccole e Medie Imprese a gestione familiare», ovvero il passaggio generazionale.

Tutto è andato secondo i piani e la giovane Guja ha iniziato ad incidere sulla gestione grazie alle certificazioni conseguite, fondamentali per lavorare nel settore del food packaging e del farmaceutico. Sì, perché la Reali Imballaggi flessibili produce supporti principalmente per il settore alimentare, attraverso la trasformazione di carta e materie plastiche con una particolare tecnica di stampa ed il processo di laminazione per prodotti multistrato. Ciò che poi andrà ad imballare appunto cibo e medicinali.

Oggi lei continua ad essere un po’ il factotum dell’azienda, non dimenticando però che quello che oggi rappresenta, è un tassello per il futuro: «Vogliamo continuare a crescere ed io vorrei trasmettere i valori e la passione che ho ricevuto a chi verrà dopo me e mio fratello».

Guja è fiera del proprio cognome e della sua attività ed è lo stesso sentimento che deve provare ogni persona che entra a far parte della famiglia: «In un’azienda si è tutti necessari ed ognuno deve sapere che contribuisce alla crescita».

Fin qui tutto bello, quasi utopistico, ma questo perché le donne riescono spesso a nascondere dietro un sorriso quante difficoltà ci sono. E Guja non è da meno. Ma gli ostacoli esistono e vengono fuori: «Sono tanti i problemi che si affrontano ogni giorno, a causa dell’incompetenza e l’incapacità di chi dovrebbe darci risposte e non sa darne. E la soluzione a ciò purtroppo è lontana». Il mondo con cui si trovano a lottare le imprese è povero di conoscenze e rigido, un po’ il contrario dell’azienda di Guja, che la flessibilità la ha nel nome ed anche nella mission.

«L’abbandono di molti progetti che porterebbero crescita e miglioramento in Italia ed in Ciociaria in particolare – spiega l’imprenditrice – è dovuto tante volte proprio a questa difficoltà di comunicazione con gli interlocutori istituzionali. C’è molto da lavorare».

Ma una speranza c’è secondo Guja, ed è data proprio da chi ha deciso di non mollare e di scalarle quelle montagne di scartoffie e leggi che vengono semplificate sotto il nome di “burocrazia”.

«Oggi si respira un’aria diversa, i “sopravvissuti” nell’imprenditoria del territorio hanno avuto la voglia di impegnarsi e salvare la propria impresa, cercando di lanciare il messaggio che se c’è la volontà gli obiettivi si raggiungono». Guja parla degli imprenditori affermati, ma anche dei giovani come lei, che con le potenzialità e la voglia di fare hanno deciso di “cercare soluzioni e non creare problemi”.

Un pensiero positivo che lei, come gli altri giovani di Unindustria, vogliono cercare di far passare alle nuove generazioni: “Ogni qualvolta ho la possibilità, grazie ad incontri e progetti di alternanza scuola-lavoro, lo ripeto ai ragazzi: se avete obiettivi, sogni, desideri, spesso basta crederci”.

E crederci, ci spiega Guja, è soprattutto studiare ed acquisire competenze che, insieme alla tenacia, ti permettono raggiungere l’obiettivo.

La domanda finale, alla giovane imprenditrice, vogliamo pensare che la faccia uno di quei ragazzini che vanno ancora a scuola: “E se si sbaglia?

La risposta è secca, asciutta e semplice: «Si impara e si va avanti. La prossima volta il problema si affronta con una esperienza in più». La flessibilità è anche questo: piegarsi ad un errore, ma poi rialzarsi e tornare forti come prima, anzi di più.

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