“Se puoi sognarlo puoi farlo”: la storia di Crispìn’, l’atleta che sfreccia con le mani

La storia di Francesco Perna, per tutti 'Crispin': l'atleta che ha visto cambiare la sua vita grazie all'handbike. Una malattia che lo ha colpito giovanissimo, la prospettiva di un'esistenza a metà. E invece, come Alex Zanardi, ora sfreccia sulle piste. E dice: “Mai piangersi addosso, se puoi sognarlo puoi farlo"

Zanardi lo aveva visto in tv: è un idolo per tutti. La sua forza d’animo e il suo sorriso che non si sono mai spenti, nonostante le mille difficoltà, sono da sprone. Qualche giorno prima aveva ascoltato una sua intervista e lo stava raccontando al suo fisioterapista: si vedono così spesso che era impossibile non nascesse una amicizia tra loro. Anche lui lo chiama Crispino, in realtà anche i suoi genitori adesso. Invece il suo nome è Francesco, Francesco Perna. Crispino per tutti, per quel ciuffo sempre all’insù che da piccolo lo faceva assomigliare ad un riccio, “crispìn” nel dialetto del suo paese, Monte San Giovanni Campano. 

 

Quella chiacchierata, due anni fa, ha dato via a tutto: Gerardo, il suo fisioterapista, gli ha raccontato di aver in trattamento un altro paziente che si dedicava a quello sport, l’handbike. Aveva una bici in più, che non usava: quel regalo ha segnato la sua vita. Da quel momento non è più sceso. Allenamenti su allenamenti, in strada se qualche amico può accompagnarlo, al campo Trecce di Sora altrimenti. Purché si corra. Usando le braccia. Perché la sua malattia adesso gli impedisce di utilizzare le sue gambe. «Si può fare tutto lo stesso – sostiene convinto – bisogna farlo in modo diverso, ma si può fare tutto». Lo ribadisce. 

 

I primi segnali della malattia arrivavano da tempo, sono iniziati quando aveva vent’anni. Solo nel 2007, a luglio, finalmente è stato possibile dare un nome a quei disturbi, a quelle difficoltà di equilibrio e di coordinazione che diventavano sempre più presenti: Atassia di Friedreich. Una doccia fredda. E lo sconforto.

«Dura da accettare all’inizio», riesce a raccontare solo così Crispino quel periodo. Ma «poi sono andato avanti senza mai abbattermi». Quando racconta la sua malattia, non si sofferma mai sulle difficoltà o sui momenti bui, sui sogni che ha dovuto mettere nel cassetto o su qualcosa cui ha dovuto rinunciare. Mai.

Parla invece di quello che è riuscito a conquistare giorno dopo giorno, dei piccoli traguardi raggiunti, della tenacia con cui affronta le terapie e gli allenamenti. È un guerriero Francesco, anzi, Crispino, scusate.  Un guerriero sorridente. Ripete sempre questo: «bisogna andare  avanti con il sorriso e non piangersi mai addosso».

 

Ora è tesserato con I piccoli Diavoli di Monza, ha affrontato le sue prime gare, ma sa bene che ha ancora parecchia strada da fare.

«Ci sono atleti molto più preparati di me e io quindi devo allenarmi molto perché devo raggiungere i loro livelli – ci spiega sorridendo – Adesso anche solo la presenza alle gare è già tanto, non posso ambire alla vittoria. Ma chissà, prima o poi potrebbe esserci un podio anche per me».

 

If you can dream it, you can do it. Lo ha scritto anche sul suo profilo whatsapp. Volere è potere, è l’altro motto che adora. Non può che riuscirci.

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