«Ho avuto paura». Il lato umano di Zingaretti diventa un esempio

Il leader del Pd ospite da Fazio: «In modo particolare 5-6 giorni sono stati duri: senza gusto e olfatto, respirazione difficile, anche se ho avuto la fortuna di non aver mai bisogno di bombole di ossigeno. Ma in quel momento prendi coscienza che può succedere di tutto e, sì, hai paura»

Un Nicola Zingaretti che ti aspetti fino ad un certo punto. Perché un politico di quel livello, il segretario del maggior Partito della sinistra italiana, mette da parte la politica e racconta i dettagli della sua malattia. Lo ha fatto ospite di Che tempo che fa, il programma di Fabio Fazio in onda su Rai 2.

Dopo la guarigione da Coronavirus del 30 marzo, da cui era stato colpito, il segretario Pd e presidente della Regione Lazio ha parlato del Covid-19 e dei giorni in isolamento. Ha detto: «Ho avuto paura. In modo particolare 5-6 giorni sono stati duri: senza gusto e olfatto, respirazione difficile, anche se ho avuto la fortuna di non aver mai bisogno di bombole di ossigeno. Ma in quel momento prendi coscienza che può succedere di tutto e, sì, hai paura. I miei anticorpi hanno reagito e non ho avuto i sintomi più gravi ma ora, dopo averlo provato, ho l’ossessione di ripetere a tutti di rispettare le regole e mantenere il distanziamento sociale».

Nicola Zingaretti da Fabio Fazio Foto: © Imagoeconomica / Vince Paolo Gerace

La “bestia”: è stato il primo nome associato da Zingaretti al Coronavirus. Per sottolineare la pericolosità di una malattia subdola, che del resto ha sconvolto l’intero pianeta, cancellando migliaia di vite umane, stravolgendo i sistemi economici e mettendo a dura prova quelli sanitari. Da quella esperienza Zingaretti ne ha tratto una lezione semplice: rispettare il distanziamento sociale. Vale a dire le regole. Perché, ed è questa l’essenza del suo ragionamento, non sempre gli anticorpi reagiscono, non sempre la malattia viene superata.

Un leader politico deve interpretare i tempi, anticipandoli. Zingaretti lo ha fatto partendo dalla sua vicenda

Ma poi è andato sullo scenario di medio e lungo periodo. Spiegando: «Noi dovremo immaginare un nuovo modo di vita e non dobbiamo immaginarlo come un ritorno a un punto di partenza, ma come un percorso diverso. Con il distanziamento sociale dovremo convivere. Dovremo fare un patto tra noi italiani ed europei per non lasciare nessuno solo. Dovremo interloquire con la paura di un commerciante, un artigiano, un proprietario di un bar, che ha dovuto necessariamente chiudere per l’emergenza. In quelle famiglie non c’è solo la paura del virus, ma anche del futuro più immediato. Noi siamo stati la prima democrazia occidentale ad affrontare questa emergenza e abbiamo visto il nostro popolo comportarsi come non mai nella storia del dopoguerra».

Medici in Terapia intensiva Foto © Paolo Ceccano

Il manifesto di Zingaretti è quello di un’Italia più semplice. Nella quale la priorità immediata è il decreto per le imprese. Ha affermato: «La priorità assoluta adesso è il decreto per le imprese e io mi auguro che ci siano norme che immediatamente introducano liquidità. Nel nostro piccolo nella Regione Lazio lo abbiamo fatto. Ora si è annunciato un decreto sul credito e uno sulla ripresa, io penso che il prossimo decreto, dopo Pasqua, dovrà essere sull‘Italia semplice. E questo andrà fatto in concordia anche con chi ora non fa parte della maggioranza di governo. A me non interessa da dove viene un’idea, ma solo giudicarla se è positiva o negativa. La semplicità burocratica è una priorità per l’Italia della ricostruzione».

Poi la domanda di Fabio Fazio: sanità allo Stato o alle Regioni? La risposta: «Io sono presidente da 7 anni e tra pochi giorni esco dal commissariamento della Sanità, perché 12 anni fa ci fu il crack. Io partirei dal concetto che bisogna garantire in tutta Italia i diritti costituzionali relativi alla salute. La grande questione è il coraggio di dire che dobbiamo investire sul pubblico. Abbiamo vissuto un rapporto con la gestione pubblica schizofrenico». Tradotto: non importa se il gatto sia neo o bianco, l’importante è che il gatto prenda il topo. La sanità pubblica del Lazio funziona

La tutela dei posti di lavoro al primo posto nel nuovo piano economico

E per la ripartenza dell’economia? Ha detto Zingaretti: «Il tema è la centralità del lavoro ed è un concetto molto netto. Quando sarà la fase della riapertura sarà prevedibile che tante persone non avranno più il lavoro, le PMI rischieranno di lasciare sole le persone. È importante dire subito che tutti avranno un contributo da parte dello Stato.

Dopo l’aspetto sanitario questa è la priorità assoluta per dare alle persone la serenità di vivere tranquillamente. Dovremo sostenere le grandi aziende con la cassaintegrazione, ma ci saranno anche tantissime piccole e medie impresa da aiutare. Non deve essere scaricato su chi non avrà la forza da solo di farcela, ci saranno incentivi e sostegni affinché fino a quando la ripartenza non sarà effettiva le persone non crollino nella disperazione».