I big fanno tappa a Frosinone: è decisiva

Giuseppe Conte con Daniela Bianchi, Nicola Zingaretti con Sara Battisti: i big fanno tappa a Frosinone nelle ultime ore di campagna elettorale. E c'è un motivo. La Ciociaria è strategica per il risultato finale. Ecco perché

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

La linea del fronte è nella provincia di Frosinone. Esattamente come accadde nel 2005 con le elezioni vinte dal centrosinistra guidato da Piero Marrazzo, come avvenne nel 2010 con le elezioni vinte da Renata Polverini. La tenuta elettorale nella provincia di Frosinone è strategica per determinare il risultato finale delle Regionali.

È per questo che tutti i big stanno inserendo Frosinone nella loro tappa finale del tour elettorale. Domani viene il leader del movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: accompagna la candidata al Governo regionale Donatella Bianchi. Venerdì viene Nicola Zingaretti, accompagna il suo assessore alla Sanità Alessio D’Amato candidato a succedergli in Regione. Matteo Salvini è passato lo scorso fine settimana, Francesco Rocca ha raddoppiato le visite che aveva preventivato.

Vittoria o sconfitta, si decide a Frosinone. (Leggi qui).

Si decide a Frosinone

Piero Marrazzo dopo l’elezione in Regione (Foto: Stefano Capra © Imagoeconomica)

Nel 2005 Piero Marrazzo vinse d’un soffio a Roma: recuperò oltre dieci punti di distacco al governatore uscente Francesco Storace. Quello stesso giorno, in provincia di Frosinone il centrosinistra riuscì a contenere le perdite, il centrodestra non dilagò. Fu fondamentale per l’elezione del volto televisivo di RaiTre.

I numeri dicono che nel collegio di Roma Piero Marrazzo vinse per appena 201mila schede su 2,39 milioni di voti espressi nel Lazio.

Nel collegio della provincia di Frosinone il centrodestra vinse con ben dieci punti di vantaggio: Francesco Storace guidò il centrodestra a conquistare il 54,8% lasciando il centrosinistra al 43,89%. In voti sono 33mila schede.

Se Frosinone e le altre province non avessero tenuto il fronte, Storace avrebbe vinto. Contro di lui ci fu anche la morte di Papa Giovanni Paolo II: paralizzò Roma, la mise in coda per rendere omaggio al Pontefice; molti degli elettori che tradizionalmente votavano a destra si concentrarono su quel funerale e dimenticarono le Regionali.

La controprova con Bonino

Renata Polverini (Foto: Valerio De Rose © Imagoeconomica)

Cinque anni più tardi c’è la controprova. A ruoli invertiti. A guidare il centrosinistra c’è Emma Bonino. Di fronte ha la leader del sindacato Ugl Renata Polverini.

A Roma Emma Bonino vince, prende poco più di un milione di voti, pari al 51,79%. Ha un vantaggio di circa 70mila voti su Renata Polverini che si ferma a 931mila voti (47,63%).

Ma quello stesso giorno la provincia di Frosinone crolla, il centrodestra dilaga. C’è una differenza di oltre 50mila voti a favore di Renata Polverini; la destra storicamente vince anche in provincia di Latina ma in quel 2010 va oltre e stravince con un vantaggio di quasi 75mila voti.

Il quadro D’Amato – Rocca – Bianchi

Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica

Nelle ultime due settimane di campagna elettorale è vietato diffondere i risultati dei sondaggi. Gli ultimi davano l’assessore Alessio D’Amato in netto recupero su Roma ma con un ritardo di circa otto punti. E quindici giorni di campagna elettorale. Davano Francesco Rocca con un solido vantaggio sugli altri candidati. Ma soprattutto registravano un 45% di indecisi che non aveva ancora scelto se andare a votare e chi.

Negli ultimi due giorni i leader di M5S e Pd vengono a Frosinone, il candidato del centrodestra si concentra su Roma. Il che significa una sola cosa: è decisivo il risultato di Frosinone.

Chiunque vincerà nella Capitale, gli è sufficiente un margine di circa 120mila voti. Poi il risultato lo fa la tenuta di Frosinone: in un senso o nell’altro.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright