I calci di Bruni negli stinchi di De Donatis: salta la firma del patto di fine mandato

Riunione di maggioranza per firmare il contratto d fine mandato. Fratelli d'Italia si smarca. Non vuole che si chiami "accodo politico". E chiede la riorganizzazione degli uffici. Tutto rinviato a lunedì

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

La spaccatura c’è già. Evidente, sotto gli occhi. L’alleanza che ha tenuto in piedi per quattro anni l’amministrazione ‘civica‘ di Sora è diventata una convivenza. Forzata per molti aspetti. Come quella che sta tenendo insieme Pd e Cinque Stelle al Governo nazionale. Con il sindaco Roberto De Donatis nei panni del premier ed il leader di Fratelli d’Italia Massimiliano Bruni in quelli di Luigino Di Maio. L’ultimo colpo: Luigino Bruni ha fatto saltare la firma del Contratto di fine consiliatura preteso dal sindaco dopo la decisione di FdI di costituire il suo gruppo politico in Aula. (leggi qui De profundis per De Donatis: la piattaforma civica non c’è più).

Nessun abbraccio al sindaco

Doveva essere sottoposto alla firma degli amministratori: la riunione è andata a vuoto. Tutto è stato rinviato alla riunione di maggioranza di lunedì prossimo. A far saltare la forma è stata l’assenza del di Fratelli d’Italia Massimiliano Bruni, ufficialmente impegnato nella riunione del Direttivo Provinciale del Partito.

Ma è stata solo la punta dell’iceberg. Presenti la capogruppo Simona Castagna ed il presidente dell’Assise civica Antonio Lecce. Si è fatto vedere solo qualche minuto e poi è scomparso Alessandro Mosticone fresco di patto federativo con Baratta (leggi qui Patto tra Mosticone e Baratta per fare da scudo contro FdI).

Il problema vero è un altro. È politico. Fratelli d’Italia vuole una modifica nella dicitura di quel documento: non si deve chiamare “documento politico-programmatico” bensì “accordo di fine mandato”. Ma soprattutto vuole la riorganizzazione degli uffici per rendere possibile l’attuazione di quegli impegni programmatici.

Manovra di allontanamento

Una condizione non negoziabile, pur ribadendo piena fedeltà alla Piattaforma Civica che ha messo insieme quattro anni fa i Partiti ammainando però il simbolo. Ma il messaggio è chiaro: il Partito guidato a Sora da Massimiliano Bruni vuole mantenere i patti ma non vuole legami politici con l’attuale assetto amministrativo. E addirittura ha definito “esagerata” la reazione del primo cittadino alla nascita del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Infatti, subito dopo la seduta consiliare in cui FdI aveva annunciato la sua decisione, Roberto De Donatis aveva convocato una conferenza stampai in piena notte per pretendere il Contratto di fine consiliatura. (leggi qui Piacentini: “Nessuno provi ad escludere Forza Italia”. Bruni: “La strada è segnata”).

È chiara la via politica imboccata da FdI: si è sganciata dal sindaco, evita in ogni modo qualunque abbraccio politico con lui, inizia il percorso di allontanamento che nel 2021 la porterà in una coalizione di centrodestra oppure ad esprimere un suo candidato. (leggi qui Divisi alle urne: la Lega ha il candidato. Fratelli d’Italia pure). Il Partito di Giorgia Meloni a Sora vuole le mani libere, vuole rispettare gli accordi ma non  vuole impegnarsi oltre quelli.

Tutti lo negano: ma è un’evidenza che in queste settimane si siano fatti più fitti i contatti tra Bruni ed il giovane avvocato Marco Mollicone.

Poca cosa

A proposito di Consiglio comunale, se ne tiene uno questa mattina a partire dalle 10. All’ordine del giorno c’è poca cosa. Una variazione di Bilancio ed il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico con allestimento di tavoli ed eventuali gazebo, i cosiddetti dehors.

Con un piccolo giallo, seppur di secondaria importanza: fino a venerdì ai consiglieri comunali era stata inviata soltanto la documentazione inerente la variazione di bilancio. Probabilmente l’altro punto potrebbe essere rinviato. 

Tanta roba

Dove c’è tanta roba invece è l’accordo di fine mandato. Con o senza abbraccio politico ed amministrativo, il documento contiene un elenco di cose da fare da qui al voto. Si tratta soprattutto di opere pubbliche, ecco perché molti esponenti della maggioranza avrebbero chiesto modifiche: vogliono essere sicuri di poter poi realizzare quanto si impegnano a fare con la sottoscrizione.

Le indiscrezioni dicono che nell’elenco della spesa ci sia il recupero del quartiere Pontrinio ma si parla anche di via Cellaro e di terminare il lavoro di messa in sicurezza delle scuole e in generale, di opere pubbliche. Probabilmente lunedì prossimo si troverà la quadra, salvo altre sorprese dietro l’angolo.      

Motivo per cui, quel documento già pronto, voluto dal primo cittadino, per molti rappresenta un’arma a doppio taglio: se ci si impegna a fare delle cose debbono esserci gli strumenti per farle. Lo ha ribadito anche la capogruppo Fdi Simona Castagna proprio durante la riunione di maggioranza poi saltata senza firma. 

Durante l’incontro il sindaco De Donatis ha portato il documento all’attenzione dei presenti e non sarebbero emersi problemi circa la volontà di tutti di firmarlo per arrivare a fine mandato. Il problema sembra tuttavia essere rappresentato dagli strumenti a disposizione per realizzare ciò per cui ci si espone. 

Forza Italia fuori

C’è poi l’altro aspetto politico: Forza Italia continua ad essere tenuta fuori dai tavoli nei quali si decidono le strategie.

Il colpo di grazia a Gianluca Quadrini, vice coordinatore regionale degli azzurri, potrebbe arrivare dalla riapertura del dialogo fra Lega e Fratelli d’Italia alla presenza di “Cambiamo”, superando l’iniziale veto espresso dalla coordinatrice provinciale, onorevole Francesca Gerardi. In un primo momento aveva detto che a Sora i leghisti avrebbero corso da soli, con l’aiuto di gruppi civici e con un proprio candidato. (leggi qui Sora, la Lega chiude le porte: «Chi vuole si deve accodare»).

Il problema non è Quadrini. Il problema è lo stesso che Forza Italia sta vivendo su tutto lo scenario nazionale. Quadrini sta correndo da una parte all’altra della provincia per recuperare iscritti, galvanizzare le truppe, motivarle. Tappa le falle in continuazione. Ma manca tutto il resto del Partito: non c’è una direzione strategica che individui una rotta area per area, non c’è un responsabile organizzativo che giri tra i Comuni al posto del Coordinatore, non c’è una direzione regionale che indichi gli obiettivi maggiori. Non c’è il Partito.