I coordinatori scaricano Quadrini: “Confonde il tavolo da pranzo con quello politico”

Foto © AG. IchnusaPepers

Il durissimo documento con cui Gianluca Quadrini viene messo all'angolo. Lo firmano i coordinatori provinciali ed il responsabile Enti Locali. Le accuse: "Confonde politica e avanspettacolo, la convivialità con la collegialità, ha esaltato le proprie iniziative senza costruire il Partito”.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Lo hanno scaricato. Senza riserve e senza giri di parole. Mettendo in chiaro che non è mai stato il loro leader e meno ancora lo considerano un punto di riferimento. I tre commissari provinciali di Forza Italia Adriano Piacentini, Rossella Chiusaroli e Daniele Natalia ed il responsabile Enti Locali Peppe Patrizi scavano un solco tra loro e Gianluca Quadrini, il vice coordinatore regionale sospeso dalla carica dal senatore Claudio Fazzone. (leggi qui Fazzone sospende Quadrini).

L’atto d’accusa.

Un solco profondo. Al punto che sarà molto difficile ipotizzare ponti che possano recuperare la situazione. Perché ogni metro di quel solco è un atto d’accusa politico: concreto, circostanziato. Se sia condivisibile o meno dipende solo dalla sensibilità politica nella quale ci si riconosce.

La contestazione principale: avere confuso la politica con l’avanspettacolo, avere scambiato la collegialità con la convivialità, avere lavorato soltanto per costruire il proprio consenso e non quello del Partito.

Ma c’è molto di più.

I punti di riferimento

Antonio Tajani, Claudio Fazzone © Imagoeconomica, Rocco Pettini

Lo stile politico è quello di Piacentini, le limature giuridiche sono di Natalia, il distacco è quello di Chiusaroli e di Patrizi.

La lettera aperta mette in chiaro che non c’è una spaccatura in Forza Italia: non c’è una contrapposizione tra il vice presidente nazionale Antonio Tajani ed il coordinatore del Lazio Claudio Fazzone. Almeno non per i quattro firmatari. Che premettono prima di ogni cosa “Forza Italia ha punti di riferimento chiari, forti, autorevoli, riconosciuti e ben identificati: il vicepresidente nazionale Antonio Tajani ed il coordinatore regionale Lazio, senatore Claudio Fazzone. Chi, strumentalmente, sul territorio profonde energie affinché vengano esaltate le proprie iniziative in spregio al principio democratico della collegialità, lavora per se stesso e non per il Partito”.

Che significa: per noi contano Tajani e Fazzone, non ci riconosciamo né ci riconoscevamo prima in Quadrini che ha lavorato pensando solo a se stesso senza coinvolgerci e quindi senza dare la parvenza di un Partito.

Il Quadrini destabilizzante

Gianluca Quadrini, vice coordinatore di Forza Italia nel Lazio

La linea di Gianluca Quadrini viene ritenuta destabilizzante. “Pensare di aggregare situazioni che hanno la sola finalità di avere consensi personali andando a stabilizzare situazioni locali ben identificate significa rompere tutti gli equilibri ma soprattutto dare all’ esterno una cattiva immagine del Partito che con grande difficoltà, da un lato, ma con altrettanto impegno, dall’altro, sta cercando di riappropriarsi di quel ruolo importante e significativo che dal 1994 ha saputo esercitare con sani principi di democrazia liberale”.

Sul concreto? Quadrini ha buttato giù l’amministrazione di Ripi senza consultarsi in alcun modo con il coordinatore di area Adriano Piacentini; ha iniziato a traghettare consiglieri a Sora senza preoccuparsi della linea di Forza Italia per le prossime elezioni comunali ma imponendo – in quel modo – la sua strategia.

È proprio questo ciò che i quattro gli contestano. “In ogni contesto lo spirito di squadra è fondamentale e imprescindibile. (…) Quanto è accaduto è sicuramente imputabile al protagonismo spicciolo che, magari in perfetta buona fede (ma non sarebbe una giustificazione), si immagina, qualche dirigente di partito ha issato a unica forma della propria azione sul territorio.

Insomma, Quadrini ha preso il Partito e lo ha piegato alla sua linea.

Convivialità non è collegialità

Daniele Natalia

L’accusa più grave è quella di avere scambiato la tavola del ristorante per il tavolo nel quale di discute la linea politica. Stare insieme va bene, c’accordo con la relazione sociale ma le Direzioni Politiche sono altro.

Infatti i tre commissari ed il responsabile Enti Locali dicono “La collegialità decisionale auspicata da chi ha conferito incarichi di direzione è stata, il più delle volte, scambiata con la convivialità. In un momento così delicato, purtroppo, non è sufficiente sedersi a tavola. Magari fosse così semplice, magari bastassero pranzi e cene. Non è educativo pensare, nell’esercizio delle proprie funzioni, di poter essere percepito come un uomo solo al comando convinti di poter fare e disfare, a proprio piacimento, tutto ciò che si ritiene fare senza la benché minima condivisione con la dirigenza presente sul territorio”.

Non puoi piangere da Tajani

TAJANI E QUADRINI A FIUGGI

Peggio ancora il coinvolgimento del vice presidente nazionale Antonio Tajani al quale – dice il gruppo – Gianluca Quadrini è andato a ricorrere quando Claudio Fazzone gli ha rimproverato proprio quei comportamenti sbagliati.

Non si può accettare che nel momento in cui arriva qualche osservazione di comportamento, ci si rivolga ad autorevoli esponenti di Partito, creando loro imbarazzo e dando la forte sensazione di chissà cosa stia accadendo”.

Lo accusano di essere stato irriconoscente verso Claudio Fazzone che lo aveva premiato e catapultato in prima linea. “Non ci si può permettere di essere irriconoscenti nei confronti di chi sta brillantemente guidando tutte le iniziative sul territorio nazionale con sani principi di responsabilità. (…) Le sceneggiate, la claque, la tifoseria ad personam, non appartengono alla nostra indole. Non ci appartiene la cultura dei “nani e delle ballerine”.

Spirito unitario

PATRIZI, CHIUSAROLI E FAZZONE

Adriano Piacentini, Rossella Chiusaroli, Daniele Natalia e Peppe Patrizi
chiedono di ritrovare quello spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto Forza Italia.

Spiegano di essere determinati a continuare a recitare un ruolo politico importante a livello provinciale e nei vari Comuni, capoluogo in primis. Nell’ambito di un confine preciso, che è quello della coalizione di centrodestra. Specificando “Ci interessa la politica. Non il gossip. Ci interessano programmi e proposte. Non fuochi artificiali e avanspettacolo di retroguardia”.

L’isolamento di Quadrini

Al di là della diversa sensibilità politica o della diversità di opinioni, che all’interno di un Partito deve esserci, l’accusa rivolta a Gianluca Quadrini è quella di non essere stato un leader. Di non avere saputo aggregare una squadra politica ma di avere solo riunito una tavola da pranzo o da cena. Per creare consenso. E non per racciare una rotta politica.

Vero o falso che sia, il confronto preteso dal coordinatore regionale Claudio Fazzone è a questo punto non più rinviabile. Se Quadrini vuole avere ancora un margine di sopravvivenza in Forza Italia. Se c’è ancora tempo per colmare il solco.

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