I dolori della giovane modalità mista e l’irrequietezza dei numeri

Gioie e dolori: la modalità 'mista' per la riunione del Consiglio (ed a cascata delle Commissioni) è senza pace. Ecco perché.

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Un regolamento da rivedere ancora una volta, perché la modalità mista non lascia dormire sonni tranquilli. Come non li fanno dormire i casi di positività in Comune (al momento, quattro i dirigenti sono positivi al Covid). Almeno non fanno dormire l’opposizione di centrodestra.

Perché per il Consiglio comunale di Latina e a cascata per le commissioni, non c’è pace nella consiliatura dell’anatra semi-zoppa: in una situazione di maggioranza 17 a 16, c’è sempre chi tira l’acqua al suo mulino. E in mezzo ci finiscono sempre le Commissioni. Complice il Covid. O, meglio, lo stato d’emergenza, le quarantene, i vaccini e il distanziamento. E soprattutto i positivi. Nel senso del virus.

In presenza? Da remoto? In modalità mista? Come ci si deve riunire, se i consiglieri comunali non sono assimilabili a dipendenti? E se sono positivi, e quindi non possono recarsi al lavoro, possono collegarsi da remoto al Consiglio o alla commissione? E da remoto come si gestisce il gettone, visto che – in presenza – bisogna partecipare almeno per l’80% della durata della seduta per averne diritto?

I dubbi di Giovanna

Giovanna Miele

Dubbi sollevati da Giovanna Miele (Lega) che ha chiesto di riportare i regolamenti d’aula (di Consiglio e di commissione) all’attenzione degli organi consiliari per definire tutti i dettagli. Vero, lo stato di emergenza finisce il 31 marzo; un mese di limbo e poi a maggio, liberi tutti. Ma la Miele vuole vederci chiaro e vuole farlo ora. Se ne discuta in Trasparenza, se ne discuta in Affari istituzionali, ma se ne discuta.

Il tema è chiaro: il regolamento di Consiglio prevede solo sedute in presenza; quello di commissione, dai tempi del lockdown, anche da remoto. E siccome due anni fa non si vedeva ancora la luce in fondo al tunnel, l’applicazione della modalità da remoto non ha una scadenza (fine pandemia, fine Covid, fine stato di emergenza, o simili).

A partire dal lockdown di due anni fa, poi, la modalità da remoto, per ovvi motivi, si applicò per assimilazione anche al Consiglio; e in remoto è rimasto per un anno e mezzo, dal marzo 2020 fino al novembre 2021; due sedute appena e poi, quando i contagi si sono rialzati, è tornato da remoto e c’è rimasto fino a una settimana fa.

Non normata, ma usata

Damiano Coletta

E la modalità mista che si sta usando da un mese a questa parte in commissione, con consiglieri in aula e consiglieri a casa? No, non è normata. Ma usata, in particolare a causa del fatto che un consigliere di maggioranza, Giuseppe Coluzzi di FI, non era vaccinato perché attendeva Novavax (ora che è disponibile si è subito sottoposto alla vaccinazione). Ma, indubbiamente, è servita, anche quando altri consiglieri sono stati positivi, e quindi confinati in casa.

Da un lato, lo si è fatto per favorire l’espletamento delle funzioni di carica del consigliere comunale. Dall’altro, la modalità mista rischia di finire nel tritacarne maggioranza-minoranza, accusata di favorire l’una o l’altra, ma, soprattutto, chi avrebbe più da perdere, ovvero la coalizione di governo.

È chiaro infatti che senza di essa, e con il Consiglio in presenza, i non vaccinati (o anche i positivi) non avrebbero potuto partecipare, e la coalizione di Coletta avrebbe perso la maggioranza d’aula. «È una cosa che va affrontata, va dato un indirizzo politico, i regolamenti devono essere chiari», ha affermato la Miele, domandandosi anche: «Se sto in malattia dal lavoro, mi posso collegare in remoto al Consiglio o alla commissione? Se sto in vacanza? Se sto all’estero?».

Finanche dal gabinetto

Fermo restando che, in due anni di Covid, in remoto si è già visto di tutto: nell’ordine, i consiglieri si sono collegati dall’auto, guidando perdipiù (spessissimo), dalla cabina dell’aereo (talora), dal lettino dello stabilimento balneare (un caso), dallo studio professionale (spessissimo). E, in un caso, anche dal cesso di casa, con cassetta dello sciacquone in primo piano. E scusate se è poco.

Intanto, il Consiglio di domani è convocato in modalità mista: chi vuole, può stare a casa. E con quattro dirigenti positivi e relegati nelle loro magioni, e con i consiglieri che avevano partecipato alle commissioni ancora in forse, è probabilmente un bene. Il sindaco, Damiano Coletta, l’ha precisato: «Occorre ancora attenzione e prudenza, con l’Anci si sta studiando come introdurre la modalità mista in maniera stabile».