I dubbi di Natalizia: “Così non c’è una prospettiva per le imprese del Lazio”

I dubbi degli imprenditori del Lazio sulla manovra del Governo. I Giovani guidati dal petroliere Giulio Natalizia reclamano scelte coraggiose. E chiare. Critiche a quelle che sono invece in via di definizione

Agli industriali del Lazio non piace. La manovra che il Governo Conte 2 sta definendo, convince poco Unindustria. Che non lo nasconde. Anzi: lo dice a voce alta. lanciando un appello alle istituzioni affinché mettano le imprese in grado di investire, creare ricchezza e occupazione.

La manovra economica è lontana dalle imprese, sono state sterilizzate le clausole di salvaguardia ma sono aumentate le tasse su settori importanti dell’economia, dalla plastica all’agroalimentare, penalizzando i consumi“: Giulio Natalizia di Frosinone è l’executive sales della Natalizia Petroli, soprattutto è presidente dei Giovani di Unindustria e da giugno guida il Comitato Interregionale del Centro, nel quale sono riuniti i Giovani Industriali di Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria.

Unindustria

Natalizia lancia un secondo appello proprio ai giovani imprenditori: “Bisogna rimboccarci le maniche, cercare di collaborare tra noi, creare collegamenti sul territorio, con joint- venture e nuove filiere“.

Sabato mattina si daranno appuntamento a Viterbo, per il Forum annuale. Al centro del quale ci sarà un convegno pubblico dal titolo “Panta Rei” che sarà concluso dal presidente nazionale, Alessio Rossi. Ospiterà esempi di successo di aziende che operano nell’Italia centrale.

L’obiettivo, spiega Natalizia, è duplice: rafforzare l’area del Centro Italia, renderla imprenditorialmente una macro regione con una maggiore coesione tra imprese e territori, sottoponendo alle istituzioni le esigenze locali. A partire dalle infrastrutture.

Impegno territoriale, che si inserisce in un progetto in chiave nazionale.

Natalia, facile lamentarsi: ma voi un’agenda con delle proposte la avete?

Le infrastrutture sono l’esigenza prioritaria. L’Italia è al centro del Mediterraneo e dell’Europa. Noi Giovani imprenditori vogliamo rilanciare l’area ragionando sui flussi: di merci, persone, idee e dati tra le quattro regioni. Ma poi ragionando su tutta l’Italia c’è bisogno di trasporti, dai treni alle strade di cui si parla da più di vent’anni. Pensando al Lazio: la Roma -Latina, che forse sta per partire, la Cistema – Valmontone, la Orte-Civitavecchia. Sono strade fondamentali per la crescita dello sviluppo delle imprese che collegherebbero bene la nostra Regione, le regioni tra loro, con il resto d’Italia e poi l’Italia all’Europa.

Giulio Natalizia © Imagoeconomica, Alessia Mastropietro
Le imprese fuggono, altri territori sono più attrattivi: hanno meno burocrazia e più incentivi. Voi siete disposti a continuare a fare la vostra parte?

Certamente vogliamo farla. Anche se è sempre più difficile investire e fare impresa in un Paese che, invece di sostenerci, continua a mettere ostacoli e tasse sul mondo delle aziende. Nel mio settore, la commercializzazione di prodotti petroliferi, la tassazione ha raggiunto quasi il 68 per cento. Un dato esorbitante.

Cosa dirà agli imprenditori che verranno a sentirla a Viterbo?

A Viterbo, lancerò un appello ai giovani imprenditori perché non perdano l’entusiasmo. Ci sono alcuni settori dove si possono individuare forti collaborazioni: la moda, l’Itc, l’agroalimentare e il turismo, l’automotive. Non solo: occorre far collaborare anche le università delle nostre quattro regioni. Ce ne sono di eccellenti. Per stimolare così la ricerca e l’innovazione a favore delle imprese e delle startup.

La vostra categoria sta puntando da tempo il dito sul problema delle aree terremotate al confine tra Lazio e Umbria.
Il vescovo Pompili

Riprendo le parole del vescovo di Rieti Domenico Pompili che recentemente ha detto: “Per la ricostruzione siamo nel campo delle buone intenzioni”. E lo stesso presidente del Consiglio un mese fa ha ammesso che c’è un immobilismo nella ricostruzione. Sono cambiati tre commissari, sta arrivando il quarto. Le imprese da sole non ce la possono fare, la politica deve prendersi le proprie responsabilità e dare tempi e regole certe, non si può più stare con le mani in mano. (leggi qui la messa del vescovo Pompili in occasione dell’anniversario del terremoto: Il vescovo Pompili: «Basta egoismo sulle ferite di Amatrice»).

In Parlamento ora ci sono sia il Decreto Fiscale che la Legge di Bilancio: deluso?

Non c’é una visione di politica economica e industriale. Si è sterilizzato l’aumento dell’Iva ma comunque alla fine si penalizzano i consumi, mettendo tasse su settori come la plastica, lo zucchero, i tabacchi, le auto aziendali. Una stangata per le imprese, in questa fase di debolezza economica. In cui invece sarebbe necessario stimolare gli investimenti. Mettere la plastic tax vuoi dire uccidere un settore che già con Conai versa 460 milioni di contributi, di cui 350 dovrebbero essere usati dai Comuni per la racconta differenziata e investimenti.

Qual è il ruolo delle imprese?
I Giovani di Unindustria

Le imprese sono il motore del Paese, creano ricchezza e lavoro. Questo va ricordato. Anche la vicenda Ilva pesa in negativo: non solo perché rappresenta 1,4 punti di Pil, ma per il segnale di sfiducia che da nei confronti dell’Italia.

E nel frattempo non si rilanciano le infrastrutture.

Esatto, ci sono già 70 miliardi di opere pronte a partire. Servirebbe un boom infrastrutturale come è accaduto nell’Italia degli anni ’60, piuttosto che mettere tasse e balzelli. Voglio ricordare che la principale opera di quegli anni, l’Autostrada del Sole, fu consegnata con tre mesi di anticipo. Quella è l’Italia che a noi piace e speriamo che se ne rendano conto.