I due segnali politici dietro la scelta dell’assessore Tozzi

Cosa c'è dietro alla decisione di indicare l'avvocato Elisabetta Tozzi come assessore in quota FdI nell'ultimo scorcio di consiliatura Ottaviani. Questione di equilibri, politici ed elettorali. La nuova centralità del Partito

Ci sono due segnali politici nella scelta annunciata oggi da Fratelli d’Italia di indicare l’avvocato Elisabetta Tozzi come nuovo assessore nella giunta Ottaviani. La nomina si è resa necessaria dopo l’adesione a FdI fatta nelle settimane scorse da due consiglieri: Sergio Crescenzi e Marco Ferrara; la giunta è lo specchio della maggioranza in Consiglio e quindi il Partito ha chiesto al sindaco di prendere atto dei nuovi assetti in Aula. Elisabetta Tozzi prenderà il posto di Noemi Graziani.

La designazione dell’avvocato Tozzi rappresenta un radicale cambio di rotta con la precedente gestione del Partito ed è un segnale di centralità dell’area che fa riferimento al Coordinatore comunale Fabio Tagliaferri ed al senatore Massimo Ruspandini.

La versione ufficiale e quella reale

L’avvocato Tozzi al centro tra i dirigenti provinciali

La versione ufficiale di Fratelli d’Italia dice che “la riunione dell’esecutivo provinciale, alla presenza del senatore Massimo Ruspandini e del vice coordinatore regionale Antonio Abate, ha individuato nella persona dell’avvocato Elisabetta Tozzi la figura che ricoprirà il ruolo di assessore di Fratelli d’Italia. L’indicazione è stata il frutto di una ponderata scelta tra personalità che avevano dato la disponibilità a ricoprire tale ruolo”.

La realtà dei fatti è un’altra. La scelta dell’assessore equivaleva all’attraversamento di un campo minato. Perché nel Partito si confrontano la sensibilità interna Ruspandini – Tagliaferri e quella che fa riferimento al consigliere Domenico Fagiolo ed all’onorevole Alfredo Pallone. Poco conta che Fagiolo abbia annunciato la sua uscita. (leggi qui: Fagiolo all’arrabbiata: “Con questi Fratelli non resto un minuto di più”).

Ad innescare altri possibili malcontenti sono anche le elezioni di fine primavera che individueranno la nuova amministrazione comunale. Scegliere uno dei Consiglieri in carica o il Coordinatore comunale avrebbe rappresentato una chiara rottura degli equilibri interni raggiunti a fatica alla fine dello scorso novembre. (Leggi qui: Il compromesso perfetto che porta Tagliaferri alla guida di FdI).

I due segnali politici

Fabio Tagliaferri

Il primo segnale politico che si legge dietro alla designazione dell’avvocato Elisabetta Tozzi è che non vengono urtati né gli equilibri di Partito né quelli di lista. In pratica: non rientra in giunta l’ex vicesindaco Fabio Tagliaferri dopo che ne era stato estromesso proprio per una questione di equilibri per via del suo passaggio in Fratelli d’Italia (il Polo Civico, dove Tagliaferri era stato eletto, aveva reclamato la sostituzione con un nome di sua indicazione).

Nemmeno è entrato in giunta uno dei Consiglieri in carica: si sarebbe ritrovato in una oggettiva posizione di vantaggio elettorale nelle prossime elezioni.

Che su questo si rischiassero forti fibrillazioni interne lo lascia intuire anche la dichiarazione finale. «Ha prevalso il senso di responsabilità e la politica. Quando tutto sembrava compromesso, Fdi ha dimostrato di avere una classe dirigente che pochi possono vantare. Abbiamo scelto un professionista di primissimo livello senza bisogno di dover discutere e senza polemiche».

La nota finale dà atto al vice presidente regionale Antonio Abbate di «aver pensato per primo ad una eccellenza come Elisabetta Tozzi». Abbate rappresenta una sensibilità complementare a quella di Ruspandini.

Da qui si ricava il secondo segnale politico. Si ribadisce la centralità del Partito nelle scelte evitando logiche di clan e di fedeltà alla componente.

È una critica alla precedente gestione di Mimmo fagiolo, al quale l’area Tagliaferri ha sempre rimproverato una visione troppo di componente.

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