I fantasmi nel Palazzo della Fonte

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

di Camilla de TOURTRISSAC
Tagliacucitrice
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A volte ritornano. Riappaiono sul palcoscenico come se nulla fosse. Pretendendo che sia tutto normale. E che nessuno si stupisca, nessuno gli domandi dove sono stati nel frattempo. Non rientrano in sordina, scelgono il giorno della festa. Così a Fiuggi, nel Grand Hotel Palazzo della Fonte, mentre sabato tutti aspettavano che da un momento all’altro apparisse Silvio Berlusconi, si sono materializzate invece altre figure. Che mai ti saresti aspettato di vedere.

 

Una di queste è l’eterno Peppe Patrizi. Presidente Emerito della Provincia di Frosinone in servizio permanente effettivo di rappresentanza. Non c’erano nastri da tagliare sabato sera in Ciociaria: disabituato alle serate accanto al focolare, Peppe ha deciso di fare una capatina alle festa politica di Antonio Tajani, la Convention nella quale ogni anno riunisce le teste pensanti del Partito.

 

Peppe mancava da tempo. Non perché fosse diventato una testa non pensante. Ma perché era passato tra le braccia alate di Alfredo Pallone. Un rapido giro turistico, il tempo di comprendere che per lui l’aereo non sarebbe andato da nessuna parte. E allora è sceso al volo, lanciandosi senza nemmeno il paracadute. Ora è riapparso tra gli stucchi ed i marmi del Palazzo in cui soggiornava la Regina Margherita. È entrato come se tre anni non fossero mai trascorsi. Come se mai fosse uscito da Forza Italia. E non fosse mai esistito quel volo con Alternativa (Im)Popolare.

 

Non è stato l’unico. Dopo quattro anni è ricomparsa a Fiuggi la figura di Fabio De Lillo, consigliere regionale del già Popolo delle Libertà, già assessore comunale al Campidoglio nel gruppo di Forza Italia. Poi desaparecido per assenza di prove elettorali tangibili, senza collocazione ufficiale. Mentre suo fratello Stefano si candidava al Comune di Roma in Ncd per Marchini che poi è diventata Area Popolare e che adesso è Alternativa Popolare.

 

Anche il consigliere regionale per una notte Adriano Roma è apparso. Con un vestito nuovo, nel corridoio accanto al bar. Lui era rientrato in Forza Italia. Ma poi era impegnato e per questo si era spesso assentato. Un po’ come Vittorio Di Carlo, già potente vice sindaco di Sora, poi ritiratosi in camiceria. Pure lui ricomparso a Fiuggi

 

Di primo pomeriggio è arrivato, etereo, il presidente nazionale di ConfimpreseItalia Guido D’Amico, con gentile signora sempre al fianco. Lui non è un ectoplasma. Guido D’Amico è il Dylan Dog della politica, ma senza camicia rossa sotto una giacca nera e scarpe Clarks. In rigoroso sartoriale, come l’investigatore dell’incubo raccontato nei fumetti, D’Amico viaggia senza problemi tra due mondi: quello della Prima Repubblica e quello della Seconda. Astro nascente nella Prima, profondo conoscitore dei sopravvissuti nella Seconda. Ma quasi nessuno se n’è accorto: perché pensano sia un piccolo fenomeno locale. Invece il suo palcoscenico è l’Italia ed a Frosinone ci rientra solo la sera per dormire o bere in compagnia qualche cocktail.

 

La dimostrazione? Nessuno si è accorto che Dylan D’Amico è andato a cercarsi, tra i saloni del Palazzo della Fonte, due importanti sindaci di città con oltre centomila abitanti: uno dell’estremo Nord d’Italia e l’altro del centro sud. Entrambi irrobustitisi – come lui – negli anni Ottanta alla Scuola di Formazione Politica del Partito Liberale. Molti dei ‘locali’ nemmeno sapevano chi fossero quei due signori con cui Dylan si abbracciava. Idem per il potentissimo dirigente d’azienda in camicia bianca e cravatta che veniva conteso tra un capannello e l’altro e che l’ha abbracciato appena lo ha visto arrivare.

 

Tutti pensavano che D’Amico fosse lì per salutare Marcello Pigliacelli, presidente della Camera di Commercio di Frosinone, perplesso con la segreteria di Antonio Tajani per non averlo invitato, dopo che tre anni fa – in pieno boom del renzismo – fu l’unico imprenditore della zona ad esporsi per lui organizzandogli un incontro elettorale in casa propria, al quale parteciparono esponenti dell’imprenditoria provinciale e soprattutto eletti nelle varie amministrazioni dotati di grande consenso personale grandi portatori di voti nell’area Frosinone – Colleferro. Fu l’ultima cena nella quale si sono ritrovati seduto allo stesso tavolo Mario Abbruzzese ed Antonello Iannarilli, nonostante fossero già da tempo su opinioni contrapposte. Dopo quella cena ci sono voluti 4 anni per rivederli insieme, alla Piscina Azzurra di Cassino. (leggi qui)

 

Stesso scivolone diplomatico avvenuto con il prefetto romano che è commissario al Comune di Fiuggi.

 

I loro inviti? Li avranno presi i fantasmi. Magari per darli a quelli che sono tornati dopo tanto tempo tra le braccia azzurre e rassicuranti di Silvio l’Eterno.

 

Informato della cosa, il direttore del Grand’Hotel Palazzo della Fonte è corso al telefono per contattare un attrezzato esorcista o un esperto in fantasmi. L’ha fermato Danilo Magliocchetti, mentre il direttore già teneva il telefono all’orecchio con la sinistra e la destra componeva il numero.

 

«Stia tranquillo, non sono fantasmi: è l’aria della vittoria alle prossime elezioni».