I like alle campagne di odio sui social? Per Spreafico sono peccati da confessare

I like alle campagne di odio sui social sono un peccato da confessare. Il vescovo Ambrogio Spreafico lo ha detto durante l'omelia delle Ceneri. Ecco perché

I ‘like‘ alle campagne di odio sui social? Sono un vero e proprio peccato da confessare al sacerdote in confessionale.

Nell’era dei social anche la Chiesa interviene per arginare le campagne di odio e insulto che corrono sul web in maniera incontrollata. Così monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone – Veroli – Ferentino e presidente di commissione nella Conferenza dei Vescovi italiani, ha lanciato il suo specialissimo appello ai cristiani.Lo ha fatto in occasione della Quaresima.

«Capiamo l’invito del Vangelo a non fare le cose per essere ammirati, apprezzati e riconosciuti dagli altri. Non è detto che tutto ciò che è condiviso e apprezzato sia sempre il bene. Basta vedere quanto facilmente si condividono sui social giudizi e parole sprezzanti, insulti, cattiverie» ha detto Ambrogio Spreafico.

Ebbene, ha osservato il presule nella celebrazione per quaresimale delle Ceneri, “quel ‘mi piace‘ a un insulto o a una cattiveria, per noi cristiani è un peccato che va riconosciuto e confessato».

Il vescovo di Frosinone ha spiegato che: «Elemosina, preghiera e digiuno sono le scelte che ci accompagneranno in questo tempo per condividere il bene e non il male, la bontà e non la cattiveria, per vivere nell’umiltà e non nella prepotenza dei gesti e delle parole».

Umiltà, debolezza, unità: sono i significati principali del simbolo delle ceneri secondo monsignor Ambrogio Spreafico, che nell’omelia per la messa del Mercoledì delle Ceneri ha invitato i fedeli a non lasciarsi «ingannare da una società che ci vorrebbe tutti forti, autosufficienti, sempre in salute, senza incrinature, sicuri di sé. È l’inganno del mondo. Per questo si mettono da parte i poveri, si allontanano gli anziani, si disprezzano i deboli».

Viviamo in una società che predilige “prepotenza e facile giudizio”, anche sui social: “Quel ‘mi piace’ a un insulto o a una cattiveria, cari amici, per noi cristiani è un peccato che va riconosciuto e confessato”.

La cenere allora dona “un senso umile di noi stessi” e l’umiltà “è via alla felicità e all’amore, perché solo gli umili sanno accogliere e amare gli altri, poiché guardano agli altri come il Signore guarda a noi, non per giudicarci o per condannarci, ma per aiutarci, per sostenerci nella debolezza”.

L’unità si sperimenta poi nel comune bisogno della misericordia divina: “La Quaresima è il tempo in cui riscoprire l’unità del popolo, la gioia di essere insieme perché tutti bisognosi di ricevere il perdono e l’amore di Dio”.

Solo così, gli impegni quaresimali di preghiera, elemosina e digiuno aiuteranno a “condividere il bene e non il male”, “lasciandoci interrogare dalla Parola di Dio, ringraziando il Signore per quanto già abbiamo e venendo in soccorso di quelli che hanno meno di noi” conclude il vescovo di Frosinone.