I meccatronici, il centro storico e il gioco di squadra (di L. D’Arpino)

Il via alle lezioni nel nuovo Its per Meccatronici segna la realizzazione di un'idea nata nel 1984. Ma per 'fare squadra' e realizzarlo ci sono voluti 35 anni. Un altro esempio viene dal centro Storico di Frosinone: c'è chi stimola con iniziative la rimascita. E chi affitta a prezzi stellari.

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Sostiene il prefetto Ignazio Portelli, nemico giurato di ogni pressapochismo e improvvisazione, che in Ciociaria vi sono eccellenze e persone di qualità, ma che spesso i progetti non decollano perché si è poco propensi a fare gioco di squadra. Tanti solisti e generali, insomma, ma pochi orchestrali di fila e soldati da inviare in trincea.

La presentazione del bando per studiare nel ITS per Meccatronici © Giornalisti Indipendenti

Quando, al contrario, questo avviene ecco che si assiste a piccoli miracoli come la saldatura tra mondo delle imprese e mondo della scuola che si è concretizzata nella nascita del primo Istituto per meccatronici di Pontecorvo. Una vera e propria scuola speciale, modellata sulle esigenze delle imprese locali, che diplomerà 28 studenti i quali troveranno subito un’occupazione. Un progetto di Unindustria, in cui ci ha messo la faccia il numero due di Confindustria nazionale, l’imprenditore Maurizio Stirpe, sostenuto con convinzione dalla Regione e dalla Provincia.

Va detto, però, che per fare questo gioco di squadra ci sono voluti almeno 35 anni: era il 1984, infatti, quando proprio l’Unione industriale organizzò un convegno in cui per la prima volta in provincia si parlò di meccatronici, della necessità di formare studenti capaci di “imparare ad imparare” e della collaborazione, necessaria e urgente, tra scuole e imprese. Tanta partecipazione, tanto entusiasmo, ma poi più nulla.

Uno scorcio del centro storico di Frosinone

Il gioco di squadra, invece, è finora mancato nella partita per il rilancio del centro storico di Frosinone. Lo si evince dalle lettere che i residenti della zona hanno inviato in questi giorni al Messaggero per denunciare il fallimento della mini- isola pedonale dall’Arco Campagiorni alla chiesa dell’Annunziata (meno di 200 metri di strada) e il mancato coinvolgimento dei residenti, in queste ed altre iniziative, da parte del Comune. Gli abitanti del centro, inoltre, puntano anche il dito sulla poca pulizia e sulla continua desertificazione.

Sostiene l’assessore Rossella Testa, invece, che le critiche sono quanto meno ingenerose perché un’inversione di tendenza c’è stata, sono stati riaperti dei locali, sono aumentati i contratti di affitto delle case e che il Comune è sempre pronto al dialogo. Lo dimostrerebbero, d’altronde, i numerosi protocolli d‘intesa siglati con le associazioni più svariate per il rilancio di Frosinone alta. Al contrario, però, alcuni dei proprietari dei locali vuoti non fanno gioco di squadra continuando a pretendere affitti al di fuori di ogni logica di mercato.

Insomma: si vuole giocare tutti insieme o no?

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