I messaggi di Luca Lotti alle elezioni di Cassino

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Il vero motivo della visita di Luca Lotti non è il referendum di ottobre né le elezioni comunali di domenica prossima.

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri è venuto per lanciare due segnali.

Il primo e più evidente è che sia venuto a benedire Giuseppe Golini Petrarcone come candidato ufficiale del Partito Democratico, quello riconosciuto dalla linea di governo che fa riferimento diretto a Matteo Renzi.

Se avesse voluto, il senatore Lotti avrebbe potuto fare tappa pure da Francesco Mosillo. E in questo modo avrebbe accreditato la linea sostenuta finora dal segretario provinciale Simone Costanzo, secondo il quale «il Pd si riconosce in entrambi i candidati e per questo non ha assegnato il simbolo di Partito». Invece Lotti lì non è andato.

Sui palchi del vice presidente del Cosilam finora non si sono visti nemmeno quelli che vengono ritenuti i principali sostenitori politici della sua candidatura: l’assessore regionale Mauro Buschini, l’ex parlamentare europeo e presidente dell’Asi Francesco De Angelis, il segretario provinciale Pd Simone Costanzo. Potrebbe fare parte di una strategia precisa di Mosillo: non politicizzare le Comunali, non usare Cassino come ragione di nuova spaccatura provinciale del Pd.

Che qualcuno a Frosinone abbia invece tentato di usare le candidature di Cassino per giocarsi la sua partita di potere interna al Pd è un’accusa che è stata fatta durante l’iniziativa con Lotti.

Il secondo segnale dato dal vice segretario nazionale del Pd Luca Lotti a Cassino riguarda gli scenari che domenica notte potranno proporsi davanti agli occhi di Giuseppe Golini Petrarcone e Francesco Mosillo. Gli scenari sono solo tre: uno dei due viene eletto sindaco; nessuno dei due viene eletto sindaco e finiscono entrambi di fronte in un nuovo turno di voto di ballottaggio; uno dei due finisce al ballottaggio contro un’altro dei candidati e l’altro no.

La presenza di Lotti riguarda proprio questa ipotesi: il Partito c’è e sia da Roma che da Firenze vi guarda. Quindi – è ka sostanza del messaggio – non fatevi passare per la mente, in caso uno dei due non vada al ballottaggio, di boicottare l’altro e far perdere al Pd la città di Cassino.

Le conseguenze politiche, a carico dei responsabili, in questi caso, ci sarebbero.