I No di Natalia che spiazzano il fronte

L'iniziativa delle associazioni che spariglia il fronte. Mentre il sindaco di Anagni ribadisce i suoi No in favore dell'ambiente. Il confronto è ormai tutto sul piano politico

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

La decisione delle associazioni ambientaliste di inoltrare un ricorso al Tar contro il progetto del biodigestore di Anagni rischia di avere conseguenze non del tutto positive per l’unità del centrosinistra cittadino.  E, paradossalmente, potrebbe avere come effetto quello di aiutare il sindaco Daniele Natalia ad azzerare il rischio di finire all’angolo di una questione che finora lo ha visto metterci la faccia ma senza grande compagnia.

Tutto nasce dalla nota diffusa ieri da Anagni Viva, Diritto alla salute, Comitato residenti di Colleferro e Retuvasa. Nota nella quale le associazioni hanno fatto sapere di avere rotto gli indugi, e di avere dato mandato ai propri legali per iniziare l’iter per il ricorso al Tar. Chiedono un sostegno economico ed indicano anche un Iban per la raccolta dei fondi con cui coprire le spese.

Il bio digestore di Roccasecca

Si tratta dello stesso ricorso che l’opposizione consiliare aveva prefigurato più volte da settimane sul tema? No, perché alcuni consiglieri di minoranza sono apparsi come colti in contropiede dalla decisione. Facendo capire che, nel campo dell’opposizione, si sta ancora valutando la situazione. Forse ci si accoderà alle associazioni, forse no.

Ieri pomeriggio, intanto, è stata avviata una raccolta di firme contro la struttura. Negli stessi minuti, il sindaco Natalia, commentando la decisione delle associazioni, l’ha considerata “legittima”. E ne ha approfittato per ricordare, a proposito del biodigestore, la sua posizione: No a qualcunque impianto che possa portare inquinamento, No ad impianti che possano generare cattivi odori. Si ad impianti di ultima generazione e ad impatto zero capaci di creare sviluppo ed occupazione sulla scia del Piano sviluppato dal Governo Drgahi ed in linea con le moderne linee dell’economia Green e Circolare.

Poi la solita musica: “l’ente che ha istruito e autorizzato il procedimento amministrativo non è il Comune di Anagni”.

Ce n’è quanto basta per provare a tracciare una doppia analisi.

Il ruolo del centrosinistra

Il biodigestore di Sant’Agata Bolognese

Fino a pochi giorni fa su almeno un punto, il centrosinistra di Anagni sembrava essersi compattato, saldando la parte politica (Pd, Sinistra Italiana) con il mondo associazionistico. Ora quella linea sembra, se non tranciata, quantomeno sfilacciata. Perché se su un punto così importante (il ricorso al Tar) le associazioni vanno (legittimamente) da sole, vuol dire che tutta questa compattezza non c’è.

Oppure, (e per il centro sinistra anagnino sarebbe ancora più grave) che questa stessa battaglia rischia di diventare un tratto distintivo del centrodestra. Non è un caso che tra i leader del movimento “no biodigestore” tra i più battaglieri ci sia la voce di Casapound che ad Anagni ha in Consiglio Valeriano Tasca. Quella ambientalista rischia di diventare una battaglia di destra? 

Un dato è certo. I fatti dicono che la battaglia si è trasferita tutta sul piano politico, con l’obiettivo di mettere in difficoltà l’amministrazione ed il sindaco. Sugli aspetti tecnici del progetto così come illustrato in consiglio comunale, al momento non ci sono contestazioni.

Il ruolo di Natalia

Il Consiglio Comunale di Anagni

Sempre fino a pochi giorni fa, Natalia sembrava troppo solo sulla questione del biodigestore. Poi c’è stata la ferma presa di posizione dei sindacati provinciali di categoria Cgil – Cisl e Uil che hanno rivendicato il loro ruolo nello sviluppo industriale dell’area ed hanno ribadito di avere visto e condiviso il progetto. (leggi qui I sindacati si schierano con il green e con Saxa).

A questa ha fatto seguto l’intervento del presidente degli industriali, denunciando i No a prescindere che bloccano la crescita. (Leggi qui «Sviluppo frenato dagli oppositori a tutti i costi: basta»).

Gli indirizzi dati dal Pnnr, i progetti analoghi presentati ed approvati in provincia di Latina senza troppe storie, iniziano a far pensare che forse Anagni ha avuto la capacità di muoversi prima degli altri e forse su una strada sulla quale ha anche molta concorrenza. Prima tra tutte quella di Frosinone dove c’è un progetto analogo.

La mossa del ricorso anticipato consente a Daniele Natalia d’avere di fronte un quadro politico più frantumato, e quindi più gestibile. Cosa che lo stesso Natalia ha sottolineato. Ricordando che, a conti fatti, la responsabilità del biodigestore è tutta della sinistra regionale. Di fatto, Natalia sembra recuperare un spazio di manovra che fino a pochi giorni fa  era minore.