I numeri che rendono in salita la strada di Buschini

I numeri di Ispra e OpenPolis sulla raccolta dei rifiuti nei Comuni capoluogo. I dati di Frosinone. E quelli degli altri centri nel Lazio. La difficile sfida per Egaf: uniformare una serie di modelli che già esistono. E non producono cattivi risultati

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Chissà se piacerà a Mauro Buschini. Lo hanno eletto a presidente dell’Egaf, l’ente che ha il compito di superare l’attuale frammentazione nella raccolta dei rifiuti, mettere fine alla raccolta organizzata in maniera autonoma da ogni Comune; passare ad un sistema centralizzato che migliori il servizio e faccia risparmiare grazie ai grandi numeri. Ma proprio in provincia di Frosinone la raccolta dei rifiuti è quella che oggi va meglio in tutto il Lazio. Buschini dovrà migliorare ciò che è già al meglio.

L’analisi di Ispra e Open Polis

Foto: Tommaso Lizzul © DepositPhotos

I numeri sono stati elaborati da Ispra e Openpolis. Ispra è l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente. OpenPolis è una fondazione indipendente che promuove progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche. Insieme hanno elaborato le politiche ambientali dei Comuni italiani, concentrandosi sull’efficienza nella raccolta dei rifiuti, nel loro smaltimento, dei servizi di igiene pubblica. I numeri sono quelli del 2021. Di fatto un’analisi su una delle più importanti voci di spesa dei bilanci delle amministrazioni.

Stando ai dati Ispra, la produzione nazionale di rifiuti urbani si attesta nel 2021 a 29,6 milioni di tonnellate. È in aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente. Produciamo più rifiuti ma con loro è cresciuta anche la raccolta differenziata: raggiunge nel 2021 il 64% dei rifiuti raccolti, un punto percentuale in più rispetto al 2020.

Tutte queste attività di recupero, ritiro e smaltimento degli scarti sono gestite oggi direttamente dai Comuni, gli enti più vicini alla vita quotidiana della popolazione. Nei mesi scorsi è entrata in vigore anche nel Lazio la norma che istituisce gli Egato: gli enti che hanno il compito di organizzare il tutto al posto di tutti i Comuni.

Chi spende e quanto spende

La missione “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente” contiene una voce che racchiude tutti i servizi legati alla gestione degli scarti. Nello specifico, si inseriscono tutte quelle spese legate all’amministrazione, all’ispezione, al funzionamento o al supporto alla raccolta, al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti. 

Sono comprese anche le uscite per la pulizia delle aree pubbliche come ad esempio le piazze, i viali e i mercati. E si considerano anche i costi per la raccolta e il trasporto verso il luogo preposto per gli scarti, sia nel caso dell’indifferenziato che della differenziata.

Tra le grandi città italiane, una spicca per spesa maggiore: Venezia con 518,23 euro pro capite, quasi il doppio rispetto alla seconda. Che è Roma (328,57 euro), seguita da Genova (319,67 euro) e Torino (281,89 euro), tutte città del centro-nord. in generale i Comuni italiani si ritrovano a fronteggiare una spesa media pari a 151,95 euro pro capite. 

Emerge un dato: con l’aumento della raccolta differenziata diminuisce la spesa pro capite. Perché ci sono i ricavi del differenziato e non ci sono le spese per portare in discarica quei materiali che invece sono stati recuperati.

La situazione nel Lazio

Il Comune di Frosinone risulta quello più performante. L’analisi dell’ispra/openpolis certifica questa situazione :

Frosinone ha una spesa complessiva nel 2021 di 7.840.347, divisa per abitante fa 178,88 euro ciascuno, con una percentule di efficienza calcolata nel 69%.

Latina ha una spesa complessiva nel 2021 di 26.962.070, divisa per abitante fa 210,87 euro ciascuno, con una percentuale del 35%.

Rieti spende 12.198.384 euro in tutto, pari a 267,76 euro a persona ed una percentuale del 54%.

Viterbo ha una spesa complessiva nel 2021 pari a 12.707.356 euro, che corrispondono a 192,74 euro pro capite, con una percentuale del 56%.

Roma registra una spesa di 903.256.248 euro nel 2021, la spesa per ogni cittadino è di 328,57 euroì, con una bassa percentuale di efficienza: il 45%.

In pratica il Comune di Frosinone si rivela quello con i numeri migliori: in termini di spesa ed in termini di efficienza del servizio; la spesa procapite è la più bassa del Lazio. E conferma dunque la regola economica degli altri Comuni italiani del nord Italia, secondo la quale all’aumento della raccolta differenziata diminuisce la spesa pro capite.

La vera sfida per Buschini

Mauro Buschini

La frammentazione del servizio ha fatto in modo che ogni Comune si organizzasse come meglio ritenesse. C’è Sora che ha dato vita ad una municipalizzata, la Sora Ambiente e Salute, estendendo il servizio ai centri vicini. Cassino sta sperimentando la tariffa puntuale: tanto butti ed in proporzione paghi. Più a Nord sei Comuni si sono uniti dando vita all’Unione Cinquecittà che ha organizzato la raccolta e lo smaltimento in maniera condivisa.

C’è chi sta più avanti e chi arranca. Molti dei centri ciociari sono stati insigniti nel tempo del premio come Comune riciclone, per le ottime performance nella raccolta differenziata. Il vero limite della norma sugli Egato: rischiano di arrivare quando è già tardi.

Frosinone è l’unica provincia che ha già riunito l’assemblea ed eletto i propri organismi. Ha avviato la fase dell’operatività. Il presidente Mauro Buschini è nella fase della ricognizione: sta verificando chi fa cosa e quale modello risulta migliore e più performante. Ci vorrà un anno per capire in che direzione portare l’intera provincia.

L’amministrazione comunale di Frosinone, che nella ricognizione Ispra OpenPolis si dimostra virtuosa nel 2021, a sua volta ha un impegno particolarmente oneroso. Nel corso dell’anno 2023 dovrà confermare e possibilmente migliore i dati sulla raccolta precedenti. Per confermarsi come Comune migliore nella Regione. 

(Foto di copertina © DepositPhotos)