I pesanti voti ponderati della grande assente Ceccano

Chi vota chi nella quinta città più popolosa della Ciociaria. Non schiera alcun aspirante consigliere alle prossime Elezioni provinciali. Per scelta strategica. Ecco come si divideranno le forze

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Alle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale le grandi assenti saranno Ceccano, Veroli e Monte San Giovanni Campano. La quinta, l’ottava e la decima città più popolosa in Ciociaria, al contrario di tutte le altre big, non verranno rappresentate da alcun candidato nelle sei liste concorrenti: nell’ordine di sorteggio, Fratelli d’Italia, Provincia in Comune, Forza Italia Berlusconi, Partito Democratico, Lega Salvini Premier e Polo Civico Nuova Realtà Nazionale. (Leggi qui Provinciali, chi sono i veri padroni del vapore).

Votano i sindaci ed i consiglieri comunali. Il loro voto è ponderato, cioè avrà un peso in proporzione al numero di abitanti che rappresentano.

Solo Frosinone e Cassino sono nella fascia demografica più potente: il voto di ogni primo cittadino e consigliere corrisponde a 287 voti ponderati. In quella immediatamente successiva scendono in campo aspiranti consiglieri provinciali di Alatri, Sora, Anagni, Ferentino, Pontecorvo e Isola del Liri: Comuni che appartengono al secondo blocco, dove ogni voto ponderato ne vale 228. Ma, per l’appunto, non ci sono né Monte San Giovanni Campano né Veroli né Ceccano.

Ceccano, questione di strategia

Roberto Caligiore

È stata una scelta strategica. Dettata dalla necessità di equilibrare i rappresentanti di tutte le località tra le varie caselle della scacchiera provinciale, nella quale non ci sono solo i seggi di piazza Gramsci.

Tanto per fare un esempio: l’assenza di candidati che vengano da Ceccano lascia libera una strada più ampia al sindaco Roberto Caligiore in vista delle prossime elezioni.

In questa tornata gli esponenti di maggioranza e quelli di opposizione confideranno nell’elezione di persone di fiducia affinché li rappresentino amministrativamente: diventando, nel caso, i rappresentanti dei rappresentanti dei ceccanesi.  

La geografia dei candidati

Gino Ranaldi

Il Capoluogo conta ben sei competitor: Sergio Crescenzi e Domenico Fagiolo (FdI), Christian Bellincampi e Gerardina Morelli (Provincia in Comune), Thaira Mangiapelo (Lega) e Igino Guglielmi (Polo Civico). Cassino ne schiera due due: Gino Ranaldi (Pd) e Michelina Bevilacqua (Lega). Alatri, Sora e Ferentino altrettanti: Eleonora Tavani (FI) e Giuseppe Pizzuti (Lega); Salvatore Meglio (FI) e Alessandro Mosticone (Pd); Alessandro Rea (Polo Civico) e Luca Zaccari (Lega).

Anagni e Pontecorvo, invece, ben tre: da un lato, Riccardo Ambrosetti (FdI), Danilo Tuffi (FI) e Alessandro Cardinali (Polo Civico), e dall’altro Katiuscia Mulattieri (Lega), Vanessa Pretola (FdI) e Gaetano Spiridigliozzi (FI). Isola del Liri, infine, una: Antonella Di Pucchio (Pd).

Ma tra chi punta al bis e chi è caldeggiato dai Partiti, ovviamente, la concorrenza è agguerrita ed è di casa nei comuni medio-piccoli. Che finora hanno occupato le caselle di mezzo Consiglio provinciale. (Leggi qui Chi sono i “cacciatori” del voto ponderato).

Dopo Ruspandini, a vuoto Bianchini e Corsi

Il senatore Massimo Ruspandini, dal 2009 al 2013 assessore provinciale

Ceccano manca da Piazza Gramsci dagli inizi del 2013. All’epoca il presidente Antonello Iannarilli mise fine alla sua giunta per candidarsi alle Regionali. In quell’esecutivo era presente Massimo Ruspandini, a suo tempo esponente del Pdl e oggi senatore e leader provinciale di Fratelli d’Italia. Ricopriva l’incarico di assessore alle Politiche giovanili, Sport, Spettacolo e Turismo.

Dal 2014, per via della controversa riforma Delrio ormai rimessa in discussione, non votano più i cittadini. Ceccano saltò il primo appuntamento con il voto provinciale riformato. Il Comune, per via della caduta dell’allora sindaca Psi Manuela Maliziola (oggi con Demos), era difatti commissariato.  

Nelle elezioni successive si sono registrate in successione le candidature a vuoto di Ginevra Bianchini e Marco Corsi. L’una, la più votata in città a suo tempo, assessora nella Giunta Caligiore bis da oltre un anno in quota FdI. E l’altro già presidente del Consiglio nel Caligiore 1: alle Provinciali non ricevette il sostegno in massa dell’amministrazione, lisciando l’elezione. Da allora i rapporti interni si sono incrinati, culminando nella clamorosa sfiducia che fece cadere Caligiore. Seguita quella dalla ancora più clamorosa candidatura di Corsi contro il sindaco nelle successive Comunali.

I voti mancati alle Provinciali 2017 e 2019

L’assessora Ginevra Bianchini, candidata a vuoto alle Provinciali del 2017

L’allora consigliera Bianchini fu schierata nella lista di centrodestra “Insieme si vince” in occasione del rinnovo del Consiglio provinciale del 2017. Numeri alla mano, non fu eletta per un solo voto ponderato.

A negare i propri consensi, oltre a Marco Mizzoni (Patto Civico), furono Angelo Aversa, Mauro Roma e Pino Malizia: eletti, rispettivamente, nelle liste Caligiore Sindaco, L’Altra Ceccano (storica civica fondata da Ruspandini) e Nuova Vita. Si consumò così una spaccatura in maggioranza: rifiutatisi di sostenere Fratelli d’Italia, rivendicando il civismo espresso dallo slogan elettorale “Né destra né sinistra né affari”, passarono tutti e tre all’opposizione. Al contrario di Mizzoni.

Corsi, che aveva votato per Bianchini, si è invece candidato nel 2019 nella lista “Per la Provincia di Frosinone”: quella allestita dal già eurodeputato del Pdl Alfredo Pallone prima di approdare in FdI con una corrente centrista. A guastare definitivamente i rapporti tra l’allora presidente del Consiglio comunale e i Fratelli d’Italia fu il mancato sostegno da parte di questi ultimi.

Non puntarono su di lui bensì sul consigliere ruspandiniano di Giuliano di Roma Daniele Maura: poi eletto. Intorno a lui è stato costruito il patto Pd-FdI che ha governato la Provincia in quest’ultimo biennio; a Maura è andata la presidenza del Consiglio provinciale.   

A chi andranno i voti di Fratelli d’Italia

Stefania Furtivo, Roberto Caligiore e Riccardo Del Brocco

A distanza di due anni i voti dei Fratelli, che ora sono ben otto, saranno distribuiti con tutta probabilità tra Daniele Maura, Stefania Furtivo (Pofi) e Riccardo Ambrosetti (Anagni).

Ovvero due dei tre uscenti e chi ha bisogno di aiuto nella sfida anagnina con Tuffi di Forza Italia: il Partito del sindaco e subcommissario provinciale Daniele Natalia. E il nono voto a favore di FdI potrebbe arrivare dal succitato consigliere di Patto Civico Marco Mizzoni.

Maura, dal canto suo, è notoriamente in posizione elevata nelle gerarchie del Partito: il voto Provinciale gli è indispensabile per avanzare le sue aspirazioni di candidato consigliere alle Elezioni Regionali 2023 nell’area centrale della provincia. Furtivo, invece, è grandemente supportata dall’assessore comunale Riccardo Del Brocco, che a suo favore continua a spendersi su tutto il territorio e guida una delle quattro formazioni ceccanesi di FdI: la Grande Ceccano, che alle Provinciali avrà come elettore il consigliere Giancarlo Santucci.     

Neanche dalle liste Caligiore Sindaco (oltre allo stesso Caligiore, Diego e Mariella Bruni e Mauro Staccone), Fratelli d’Italia (Daniele Massa e Alessandro Savoni) e La Mia Ceccano (il presidente del Consiglio Fabio Giovannone) arriverebbe così un voto ponderato per la riconferma dell’altra uscente Rossana Carnevale (Pico): subentrata oltre un anno fa a Gianluigi Ferretti (Anagni), dimessosi da consigliere provinciale e comunale. Viene nuovamente appoggiata dal consigliere ed ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia.

Quest’ultimo in corsa per la candidatura alle Regionali per l’area sud, rivendicata anche dal vicepresidente provinciale di FdI Gabriele Picano (Cassino). Mentre al Nord non pare in discussione la corsa di Iannarilli, rieletto intanto consigliere comunale di Alatri.  

Che faranno la Lega e Aversa

Al centro Angelo Macciomei (a sx) e Pasquale Bronzi

La lista provinciale della Lega può contare su due voti a Ceccano. Sono quelli dei consiglieri comunali di maggioranza Angelo Macciomei e Pasquale Bronzi. Appare sicura la preferenza di quest’ultimo: Luca Zaccari (Ferentino), il candidato su cui si conterà il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, responsabile provinciale dell’organizzazione del Partito.

Da vedere, invece, cosa farà alla fine il tuttora inviperito Macciomei. Che agli inizi di novembre ha lamentato un tardivo coinvolgimento degli amministratori locali per la costruzione della squadra leghista. All’epoca si è scagliato contro il coordinatore regionale Claudio Durigon e l’omologo provinciale Nicola Ottaviani. Lo ha fatto assieme al sindaco pontecorvese Anselmo Rotondo ed al consigliere di Ferentino Maurizio Berretta durante la riunione del Direttivo incentrata tanto sulle Provinciali quanto sulle Comunali 2022 di Frosinone.

Combattuto anche l’unico consigliere di centrodestra che siede tra i banchi dell’opposizione: Tonino Aversa, un tempo forzista, eletto nella lista “Marco Corsi Sindaco” ma dichiaratosi indipendente sin dall’insediamento del Consiglio comunale. Il suo potrebbe essere un voto in più per la lista di Forza Italia. Se non fosse che anche lui ritiene non ci sia stata una tempestiva preparazione da parte del Partito: che si siano ridotti all’ultimo anche per la “caccia” ai voti. La scheda di Aversa, pertanto, potrebbe anche essere bianca.  

Dai banchi del centrosinistra di Ceccano

I consiglieri comunali di centrosinistra

Marco Corsi, nato politicamente nel centrodestra ma nel 2020 candidato sindaco sostenuto dal Pd e dal Psi, non voterà alcun Partito. Di conseguenza restano le liste civiche: Provincia in Comune e Polo Civico, l’una guidata dal vicepresidente uscente Luigi Vacana e l’altra formata dal leader Gianfranco Pizzutelli. Ma tutto lascia pensare che opterà per la seconda: come lui trasversale, non dichiaratamente progressista come l’altra. 

Passando al centrosinistra puro, è chiaro che il consigliere socialista Emiliano Di Pofi darà la sua preferenza alla candidata di bandiera: la consigliera e segretaria del Psi Frosinone Gerardina Morelli, che concorre nella lista capeggiata da Vacana. Che da Ceccano dovrebbe portare a casa esclusivamente quella.

Perché né il gruppo bicefalo de Il Coraggio di CambiareNuova Vita porteranno acqua al mulino di Provincia in Comune. Nel primo caso si parla di Emanuela Piroli e Andrea Querqui e nell’altro di Mariangela De Santis. Dalla Piroli ci si aspetta un voto per il Pd: nello specifico per Antonella Di Pucchio, la candidata di punta di Base Riformista, la corrente minoritaria provinciale guidata dal presidente della Provincia Antonio Pompeo.

Le preferenze di Piroli, Querqui e De Santis

Antonio Pompeo in visita alla Casa Comune de Il Coraggio di Cambiare

Tra Antonio Pompeo e Emanuela Piroli la stima è reciproca. Lei era stata sfiduciata nel novembre 2018, a poco più di un anno dal suo insediamento. Venne considerata troppo autoritaria e proiettata alla rottamazione del vecchio gruppo dirigente. Poi, senza appoggio dell’asse Pd-Psi, è scesa in campo alla testa di una coalizione composta dalla “sua” Cives Ceccano e da altre due civiche di sinistra: Europa Verde Democratici, comprendente anche Articolo Uno, e la comunista Ceccano a Sinistra.

Una Piroli che Pompeo ha voluto in Provincia come portavoce istituzionale del progetto Artemis (Azioni in rete sul territorio di mediazione e inclusione sociale). Mentre a Ceccano ha accolto più che favorevolmente la nascita della Casa Comune: il quartier generale del coordinamento di centrosinistra Il Coraggio di Cambiare. Da dove, però, il Pd potrebbe incassare esclusivamente il consenso della Piroli.

Perché non è affatto escluso che il suo alleato Andrea Querqui nonché Nuova Vita, la lista di Mariangela De Santis, cedano alle avances del Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli: che da Ceccano, includendo quello di Corsi, potrebbe incamerare potenzialmente tre pesantissimi voti ponderati.

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