«I Piloni nostri», l’incubo del degrado e le casse vuote (di L. D’Arpino)

La riqualificazione dei Piloni. Spettacolo indecoroso, ancora oggi davanti agli occhi di tutti. Come faranno i nostri amministratori a garantire la riqualificazione visto lo stato deficitario delle casse? comunali? Ora vedremo come e in quanto tempo si attiveranno e saremo pronti a raccontarvelo

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino per IL MESSAGGERO

Quattordici anni per riprendersi i Piloni, le storiche arcate di via De Gasperi a Frosinone. Prima, però, il Comune dovrà sborsare 126mila euro al privato che, il 4 agosto 2005, aveva avuto la concessione dell’area per realizzare un project financing da due milioni di euro che prevedeva la riqualificazione e il recupero del complesso.

In che modo? Attraverso: “la realizzazione di due piani sottostanti Largo Turriziani di cui il superiore adibito ad attività commerciali e l’inferiore a parcheggio pubblico con l’esecuzione di attività di scavo in profondità in adiacenze di fabbricati civili e delle arcate esistenti”.

In 14 anni niente di tutto questo è stato realizzato e c’è stato un lungo contenzioso con il Comune conclusosi con la risoluzione del contratto e la transazione citata che è stata approvata definitivamente, non senza polemiche, dal Consiglio comunale il 27 giugno scorso. L’area non godeva già di buona salute nel 2005 ma negli anni la situazione è letteralmente precipitata diventato l’emblema del degrado, proprio nel cuore del centro storico.

Lo spettacolo indecoroso è ancora oggi davanti agli occhi di tutti ma, a livello burocratico, è stato certificato da un sopralluogo congiunto Comune-impresa effettuato il 20 febbraio 2019. Nel verbale, infatti, si legge: “In generale è stato rilevato un avanzato stato di degrado dell’area e della struttura”. In Consiglio comunale gli amministratori in carica hanno esultato affermando che “Finalmente ci riprendiamo qualcosa che è nostro e che ora finalmente potremo riqualificare”.

Speriamo che sia così: ma con quali tempi? Con quali soldi? Con quale idea portante soprattutto? Nessuno ora sa dirlo ma, di sicuro, gela gli entusiasmi leggere quello che il Dirigente comunale Giancarlo Curcio ha scritto in proposito: “Appare opportuno evidenziare che, un ipotetico intervento di riqualificazione, ancorché di tipo conservativo (senza inventarsi nulla di che, insomma, ndr) comporterebbe l’impegno di risorse economiche di significativa consistenza, per il cui reperimento, fin ad subito occorrerebbe attivarsi”.

Come faranno i nostri amministratori a garantire la riqualificazione visto lo stato deficitario delle casse comunali? Ora vedremo come e in quanto tempo si attiveranno e saremo pronti a raccontarvelo.

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