I politici alla canna del gas e le elezioni rinnovabili

Il gas diventa l'unico tema di una campagna elettorale senza idee. Nonostante la drammaticità della situazione tocchiamo vette del ridicolo inimmaginabili. Dai vigili che compiono blitz in casa armati di termometro alla biancheria da cambiarci quando odora, fino alla mappazza sullo stomaco per la pasta bollita a fornello spento

Franco Fiorito

Ulisse della Politica

Avrete notato che l’unico vero tema di questa campagna elettorale è quello del gas e più in generale dell’energia. Eppure di temi in campo ce ne sarebbero molti a partire dal disastro economico sanitario determinato dal Covid ad arrivare alla guerra in Ucraina. Tutti e due curiosamente sono ancora registrati come stato di emergenza attualmente in vigore nella nostra Repubblica.

Eppure sono derubricati a notizie secondarie di fronte agli effetti combinati delle due. Prima il disastro sanitario, poi le conseguenze economiche del covid, poi la mazzata della guerra che hanno realizzato le condizioni per un generale dissesto dell’economia che, naturalmente, si è andato a creare. Il resto lo ha aggiunto la longa manus politica che a queste ha aggiunto un controverso sistema di sanzioni. Parte ritiene che siano efficaci e siano proprio la parte più incisiva nel confronto in atto tra Occidente e Russia; altra parte ritiene che stiano più nuocendo che giovando al nostro Paese.

Parlano ma non agiscono

L’Aula di Palazzo Madama in Senato

Entrambe i temi oggi si sono congiunti nel tema della crisi energetica esistente ed emergente. La stessa guerra ormai non viene più raccontata nelle vittime e negli spargimenti di sangue ma solo per i suoi effetti economici, in spregio ad ogni forma residua di umanità.

Non capiamo più chi stia realmente vincendo la guerra, se uno avanzi o meno; niente più star televisive di strategia militare niente più plastici e cartine da Bruno Vespa. Hanno congelato pure il professor Alessandro Orsini e riposto in cantina Dario Fabbri e mummificato Carlo Caracciolo di Limes. Lo stesso destino delle virostar che tanto ci hanno assillato durante il covid. Ne sopravvive solo qualcuna candidata alle elezioni che spunta ma di rado.

Sono tornati a parlare di energia i politici. Loro si “alla canna del gas” schiacciati tra le elezioni ed il rischio di una rivolta popolare per il caro bollette. Ognuno con un proprio tema ed ognuno con la propria soluzione. Scordandosi che comunque, quasi tutti, fanno ancora parte di un Governo in carica e potrebbero avanzare proposte in Parlamento invece che dalle tribune elettorali o dai social.

Termosifoni o libertà

Mario Draghi

In maniera strisciante si sta introducendo un tema che rischia di diventare principe. E cioè sanzioni si o sanzioni no; quasi una riproposizione della sfida ‘Condizionatori accesi o libertà‘ lanciata ad inizio estate dal premier Mario Draghi e vinta sfacciatamente dai primi, non solo a causa di una stagione tra le più torride di sempre.

La versione invernale del tema è stata affrontata da un recente sondaggio che rivela i gusti in proposito degli italiani che ha delineato  quanto segue.

Il 51,1% degli italiani ritiene che si dovrebbero togliere le sanzioni alla Russia di fronte all’impennata dei prezzi del gas e dell’inflazione. Contrario il 44%. Lo rivela per la precisione un sondaggio di Termometro Politico realizzato tra il 30 agosto e il 2 settembre 2022.

Nel dettaglio, il 23,1% pensa che sia stato comprensibile reagire a febbraio all’invasione dell’Ucraina, ma ora è meglio rivedere l’atteggiamento verso la Russia. Il 28% è convinto che “non avremmo dovuto imporre alcuna sanzione fin dall’inizio“.

Al contrario il 44% degli italiani le sanzioni alla Russia vuole tenerle. Sull’altro fronte infatti c’è un 24,2% rigido sul tema: togliere le sanzioni a Putin  “vorrebbe dire cedere a un ricatto. Anzi, dovremmo essere  più duri con Mosca“. Per il 19,8% sarebbe un cedimento levarle, “le sanzioni devono rimanere a livello attuale“.

Solo il 4,9% non ha risposto.

Contraddizioni a destra

Giorgia Meloni (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Le posizioni politiche in campo si conoscono. Ma sicuramente sarà il nuovo Governo a dover dettare immediatamente una linea come primo punto sull’agenda, in vista di un autunno caldo dal punto di vista della contestazione, ma freddo per i risparmi energetici che verranno imposti agli italiani.

Tutti i sondaggi danno il centrodestra favorito. Giorgia Meloni è ormai da tempo su posizioni nettamente atlantiste e favorevoli alle sanzioni. Ha dichiarato: “Non saremo noi l’anello debole dell’Europa nei confronti della Russia”. A rimarcare la propria dedizione alla politica atlantica e per non farsi rompere le scatole dall’establishment europeo. Ma in coalizione ha anche Lega e Forza Italia i cui leader hanno trascorsi non velatamente filoputiniani oggi mascherati da un atlantismo di facciata. Non proprio le migliori premesse per giungere ad una posizione univoca ed immediata dopo la formazione del Governo.

La piazza preme. Si sente la pressione delle famiglie che già non arrivavano a fine mese e che stanno ricevendo bollette esorbitanti. Per non parlare delle aziende in particolare quelle energivore che in molti casi o hanno già attuato chiusure strategiche o rischiano chiusure vere e proprie a tempo indeterminato. (Leggi qui Gas, le follie della politica mentre le fabbriche chiudono).

Il sospetto della bolla

Foto © Imagoeconomica

Il sondaggio è stato chiaro, bella la solidarietà all’Ucraina ma fino a quando non lede la nostra sopravvivenza. E non siamo gli unici in Europa. Le notizie non filtrano molto ma basti vedere la manifestazione che si è tenuta poche ore fa a Praga contro il Governo a cui hanno partecipato 70.000 persone al grido “Non è la nostra guerra” chiedendo le immediate dimissioni del Governo e la neutralità.

Insomma c’è fermento. E succede sempre nella storia quando il popolo rischia la fame.

Ad acuire la sensazione di disastro c’è la concreta ipotesi che oltre alle normali difficoltà sia in atto una vera e proprio bolla speculativa. Qualcuno si chiede perché da noi non diminuisce il prezzo del gas nonostante sia diminuito nella borsa di Amsterdam. Molti si sono accorti che il petrolio russo lo stiamo ricomprando a prezzi altissimi da Cina e India aggirando l’embargo.

Ma l’unica risposta europea è mesi di discussione sul tetto al prezzo del petrolio. Che sarebbe un po’ come istituzionalizzare il detto chiudi la stalla dopo che i buoi sono scappati. Infatti agli annunci su tali misure la Russia ha fatto una cosa semplice semplice ha chiuso a tempo indeterminato il gasdotto North Stream 1 cioè quello che porta il gas anche all’Italia.

E visto che la notizia per ovvi motivi di panico non è stata molto enfatizzata vorrei specificare che è proprio già chiuso e non che chiuderà in futuro. Chiude nel momento peggiore per noi europei, l’approssimarsi dell’inverno. E non crediamo che sia una casualità ovviamente. Condizionatori estivi a prescindere il consumo energetico sale vertiginosamente in inverno per ovvi motivi climatici.

La geniale idea dei termosifoni

Si è levata allora alta e forte la voce del nostro rappresentante in seno alla commissione europea Paolo Gentiloni che ritto sulla cima d’Europa scagliava una volta ancora la sua sfida alla Russia al grido “sarebbe un inadempimento contrattuale”. Ma come Gentilò ma questi stanno in guerra si stanno ammazzando mezzo mondo li tartassa con le sanzioni e secondo te si preoccupano se c’è inadempimento contrattuale? E che gli fai la multa? Zuzzurrelone direi visto che il direttore giustamente mi vieta le parolacce.

Ma a proposito di multe deve aver avuto una pensata geniale anche il nostro ministro Roberto Cingolani perché dopo aver annunciato che le nostre riserve sono cariche all’83% e che passeremo degnamente l’inverno ha emanato una serie di misure volte al contenimento del danno.

Ora a parte che quando diceva che eravamo carichi di gas a sufficienza gli si leggeva in faccia la paura e il fatto che deglutisse due tre volte non propendeva molto per la sua sincerità. Ma la geniale idea di spegnere i termosifoni un ora prima e di abbassarli da 20 a 19 gradi resterà nella storia del ridicolo. In particolare per il fatto che verranno incaricati i vigili urbani per verificare il rispetto della legge. Ne resteranno escluse le scuole che potranno continuare ai livelli attuali tanto poi i bambini potranno andare comodamente a sbattere i denti dal freddo nelle proprie case.

Senza senso del ridicolo

Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica

Non c’è più il senso del ridicolo. Prima i vigili correvano sulle spiagge inseguendo quei poveracci che facevano jogging durante il covid mo andranno nelle case si ficcheranno il dito in bocca e poi misureranno la temperatura con metodo empirico decretando il terribile reato energetico ambientale dei cittadini più freddolosi. Che ovviamente li inviteranno laddove multati ad indirizzare qual dito in parti più consone vista l’arrabbiatura conseguente alla sanzione.

Fanno tenerezza poi i rinnovati tutorial in cui ti spiegano che la pasta cuoce pure se spegni il gas appena bolle. Che non è necessario lavarsi tutti i giorni o cambiarsi la biancheria quotidianamente. E che se metti settantadue coperte sopra probabilmente potrai fare a meno dei riscaldamenti. Aspetto il tutorial dei mutandoni di lana lunghi tipo superpippo e l’opera omnia sarà completa.

Andremo in giro felici di avere risparmiato energia ma con un blocco digestivo per la pasta cruda, grattandoci per le mutande di tre giorni fa e con il fetore agghiacciante tipo fogna di Calcutta come Franchino di Fantozzi per le nostre docce diradate. Non c’è che dire una bella prospettiva.

Non so se avremo abbastanza energia per caricare il telefonino e vedere Berlusconi che sbarca su tik tok  facendo quattro milioni di visualizzazioni in due giorni. O i servizi del telegiornale dal porto di Piombino col sindaco di Fratelli d’Italia che blocca il rigassificatore in controtendenza alla sua leader che è favorevole. O Enrico Letta che nella scelta dualistica tra pancetta e guanciale inviterà comunque a mangiarli crudi sennò per rosolarli si spreca energia. 

Alla canna del gas

Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica

Forse siamo proprio alla canna del gas noi e molti politici, alcuni assediati dal sistema dei media nazionali, altri che quel meccanismo lo cavalcano. Altri che sono talmente alla canna del gas che telefonano alle persone per far togliere i like su Facebook quando leggono qualcosa che non gli piace

E di fronte a questa prospettiva e protetti da questi personaggi stiamo per affrontare il più freddo degli inverni. The winter is coming ripetevano nel Trono di Spade. L’inverno era un nemico tangibile. Almeno loro avevano i draghi che sputavano fuoco potevano essere una soluzione. Da noi Draghi lo hanno neutralizzato e non funge neanche da fonte di riscaldamento. Lo tengono li in attesa che cada il nuovo Governo di centrodestra vincitore delle elezioni così che possa ripartire la giostra dei Governi dei migliori. Perché come avrete capito, così come le energie, anche i politici sono rinnovabili, li teniamo li non serve più diventino esausti.

In tutto questo forse ho capito chi vincerà le elezioni, forse ho capito che mi arriveranno a controllare i termosifoni in casa, che dovremo comprare macchine elettriche ma non le potremo guidare e soprattutto ricaricare e che le sanzioni sono più importanti di ogni altra cosa.

Ciò che non quadra

Magari le rispettassero tutti. Perché poi quando leggi che Zelensky invita tutto il mondo a non affittare casa ai russi ma affitta la sua a Forte dei Marmi ad un russo per la modica cifra di cinquantamila euro per le vacanze qualcosa non ti quadra. E meno ancora ti quadra se consideri che i russi – dicono inspiegabilmente – hanno ripopolato, nonostante l’embargo, Forte dei Marmi, la Sardegna e le mete del lusso italiane. Nel mentre, a noi ci aspetta il freddo inverno russo alle porte. Noi a gelarci per risparmio e i sovietici coi termosifoni a palla perché il gas costa un decimo che a noi.

Ci consoleremo forse ascoltando Prospettiva Nevskij di Franco Battiato, che potremmo ribattezzare Prospettiva Putin e profetizzerà il nostro prossimo immediato destino:

Un vento a trenta gradi sotto zero

Incontrastato sulle piazze vuote contro i campanili

A tratti come raffiche di mitra

Disintegrava i cumuli di neve

E intorno i fuochi delle guardie rosse accesi per scacciare i lupi

E vecchie coi rosari

E intorno i fuochi delle guardie rosse accesi per scacciare i lupi

E vecchie coi rosari.

(Leggi qui tutte le opinioni di Franco Fiorito).