I protagonisti del giorno. Top e Flop del 14 agosto 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

GIOVANNI MARIA FLICK

«Anzitutto, non vedo alcun profilo di responsabilità penale per i beneficiari o i semplici richiedenti poiché la domanda per usufruirne non era condizionata alla presentazione di documenti, attestazioni, autocertificazioni. Non c’erano requisiti per fruirne: era una classica erogazione a pioggia». Il professor Giovanni Maria Flick (ex ministro di Grazia e Giustizia) è uno dei maggiori costituzionalisti italiani. Anzi, forse il maggiore.

GIOVANNI MARIA FLICK. FOTO © ALVARO PADILLA / IMAGOECONOMICA

In un’intervista all’Huffington Post ha spiegato il suo punto di vista sui furbetti del bonus Iva, puntando l’indice contro il legislatore, cioè il Governo e il Parlamento. “Era una classica erogazione a pioggia”.

La chiave è questa. Come sempre in Italia.

Ha detto Flick: «La prima responsabilità in questa storia è la cattiva scelta politica che ha dilapidato senza cautela denaro pubblico destinato a chi ne avesse bisogno. Vedo una grossa istigazione alla diseguaglianza. Né essere tutti sottoposti al regime Iva basta a unificare le diverse condizioni dei percettori».

Adesso che l’ha detto lui è semplice. Ma parliamo di denaro pubblico, che infatti non può essere distribuito a pioggia. Un’altra dimostrazione dell’approssimazione della classe politica attuale. Il professor Flick ha individuato il vero problema.

Fustigatore.

ANTONIO TAJANI

Un’assenza troppo lunga dalla Ciociaria per passare inosservata. Inoltre Antonio Tajani non è uno qualunque: parliamo del numero due di Forza Italia, del fedelissimo di Silvio Berlusconi, di uno dei maggiori esponenti del Partito Popolare Europeo. Un politico di altissimo livello, di coerenza e di attaccamento al territorio.

IL PRESIDENTE TAJANI A FIUGGI CON GLI AMMINISTRATORI COMUNALI DELLA PROVINCIA

Dalla provincia di Frosinone si era allontanato probabilmente per la delusione dei troppi tradimenti politici da parte di chi era stato al suo fianco sempre. L’ultima separazione, traumatica, era stata quella con Mario Abbruzzese: nel quale aveva creduto fino in fondo. Una frattura così profonda da spostare a Viterbo la tradizionale convention annuale con tutti i big nazionali di Forza Italia: quella che si teneva al Palazzo della Fonte a Fiuggi ed alla quale partecipava in carne e ossa Silvio Berlusconi.

Da qualche giorno Antonio Tajani è tornato. E dà la sensazione di volerci restare, di volersi occupare di quello che è stato per decenni il suo quartier generale.

In mattinata ha incontrato i sindaci della provincia nel tradizionale pranzo estivo. Quello che una volta organizzava Abbruzzese. Li ha invitati a pranzo il vice coordinatore regionale di Forza Italia Gianluca Quadrini: sempre meno sulla lunghezza d’onda di Claudio Fazzone.

Un doppio segnale politico: gli amministratori ed i loro voti stanno con Quadrini, Antonio Tajani è venuto a riprendersi il territorio elettorale che aveva lasciato dopo l’allontanamento di Abbruzzese. Nel suo intervento, oggi Tajani ha parlato da leader di Partito.

Dal prossimo autunno partirà una lunghissima stagione politica nazionale, regionale e anche locale. Aver delegato troppo ha finito con creare molta confusione sotto il cielo di Forza Italia. Gli “azzurri” hanno bisogno di recuperare terreno e peso politico in Ciociaria. Anche rispetto alle altre province del Lazio. Antonio Tajani intende farsi sentire.

Il ritorno del re.

FLOP

CLAUDIO DURIGON

Sono meno di un terzo le domande per Quota 100 presentate quest’anno per andare prima in pensione rispetto al 2019, con i dati a giugno 2020. Da uno studio de Il Sole 24 Ore, Quota 100 si dimostra ancora una volta un flop nel mondo delle pensioni anticipate. Dall’inizio del 2020 e fino a giugno le domande presentate all’INPS per accedere alla pensione con Quota 100 sono state 47.810, meno di un terzo di quelle del 2019 come abbiamo anticipato.

Claudio Durigon, Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

La misura voluta tanto dalla Lega non sembra attrarre più di tanto i futuri pensionati, molto probabilmente per perdita inevitabile sull’assegno finale.

Quota 100 è stata fortemente voluta da Claudio Durigon, che adesso deve fare i conti con questo flop della misura.

Ma in queste stesse ore, da coordinatore della Lega a Roma, Durigon deve fare i conti con la ricandidatura della sindaca Virginia Raggi. Con un centrodestra ancora in alto mare per la scelta del candidato per il Campidoglio. Il Carroccio è il partito di maggioranza relativa e dovrebbe perlomeno prendere l’iniziativa. Invece nulla sotto il sole.

Agosto nero.

ROBERTA LOMBARDI

La ricandidatura a sindaco di Roma di Virginia Raggi, il voto (dall’esito scontato) sulla piattaforma Rousseau per l’abolizione del tetto dei due mandati e per il via libera alle alleanze con gli altri partiti.

ROBERTA LOMBARDI. FOTO © STEFANO CAROFEI / IMAGOECONOMICA

Sono tre colpi durissimi a quello che è stato il Movimento Cinque Stelle, rappresentato meglio di chiunque altro da Roberta Lombardi nel celeberrimo streaming con Pierluigi Bersani, allora leader del Pd. Gli altri o si sono già adeguati o lo faranno. Tutti: Luigi Di Maio, Paola Taverna, Roberto Fico, perfino forse Alessandro Di Battista.

Lei no, non potrà farlo per quello che ha detto e provato a fare anche in questi mesi. Tutto ciò che sta succedendo trasformerà il Movimento in partito, archiviando perfino la possibilità di un’intesa seria con il Pd. Il macigno della ricandidatura di Virginia Raggi è pesantissimo. Ma Roberta Lombardi può davvero uscire dal Movimento Cinque Stelle?

Conoscendola, è complicato. E’ la sua vita politica. Potrebbe non avere altra scelta che restare e ingoiare il rospone o uscire dalla politica.

Fine di un’utopia.

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