I protagonisti del giorno. Top e Flop del 18 settembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

NICOLA ZINGARETTI

Ormai è evidente che l’esito di questa campagna elettorale difficilmente influirà sul Governo e anche sulla Segreteria nazionale del Partito Democratico. Perfino se il centrodestra dovesse vincere in Toscana.

Nicola Zingaretti

Quello che appare chiaro è che invece dopo l’election day sarà fondamentale iniziare a preparare le elezioni Politiche: proprio con l’azione di governo. In particolare con i progetti per spendere bene i finanziamenti del Recovery Fund e quelli ancora possibili del Mes.

E infatti Nicola Zingaretti oggi lo ha detto chiaramente, aggiungendo che in questa campagna elettorale il centrodestra ha messo in campo candidati con la scritta ‘Boia chi molla’ sulla mascherina . Cioè Zingaretti ha voluto porre l’accento sul fatto che è arrivato il momento di ricordare che in questo Paese non è possibile far finta che il fascismo non ci sia stato. E che soprattutto in tanti vi si richiamino. Questo vale anche per gli esponenti del Partito Democratico, per gli alleati a Cinque Stelle e per Giuseppe Conte.

Economia e valori di riferimento: sono questi i due parametri indicati da Nicola Zingaretti per costruire il centrosinistra del futuro. E chi non ci vuole stare dovrà dirlo subito

O la va o la spacca.

ALESSANDRO DI BATTISTA

Domani è previsto un suo intervento nella campagna elettorale in Puglia. Ed in tutto il Movimento 5 stelle in queste ore sta suonando l’allarme viola, cioè oltre il rosso. Perché nessuno sa cosa potrà dire l’eterno ribelle mancato del Movimento.

Alessandro Di Battista

Può darsi che deluda ancora una volta. Ma le sensazioni sono completamente diverse. E portano tutte nella direzione che Di Battista possa gettare le basi per una scissione del MoVimento. E questo rappresenterebbe una novità dirompente. Per quale motivo? Intanto perché in Puglia si gioca una delle partite piu complicate delle regionali, con i 5 stelle che possono (attraverso la loro candidatura) consegnare la regione al centrodestra di Raffaele Fitto e far perdere l’uscente Michele Emiliano. Inoltre l’intervento di Di Battista, qualora dovesse andare anche solo nella direzione della presa di distanza, rischia di appannare tutta la strategia di Di Maio che parla soltanto di referendum.

Poi ci sarebbe l’aspetto pratico. Cioè che un’eventuale scissione dal Movimento indebolirebbe la maggioranza di governo, potrebbe far venire meno i numeri al Senato e quindi avvicinerebbe lo spettro delle elezioni anticipate. Che terrorizza Luigi Di Maio, Beppe Grillo e l’intero stato maggiore pentasellato.

In ogni caso, comunqne vada a finire, Alessandro Di Battista per una notte sarà il protagonista assoluto dei peggiori incubi dei 5 stelle. Dopodiché potrà pure steccare ancora ma intanto sta tenendo tutti con il fiato sospeso.

Protagonsta a sua insaputa.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Resterà al suo posto. Su questo non ci sono dubbi. D’altronde ha già il record di essere l’unico Presidente del Consiglio nella storia repubblicana ad avere guidato due Governi di colori politici opposti, uno con la Lega e uno con il Partito Democratico. E, dettaglio difficilmente eguagliabile: l’uno dopo l’altro.

GIUSEPPE CONTE

Ma detto questo, vista l’attuale campagna elettorale Referendaria e Regionale ha segnato il tramonto preventivo di ogni ipotesi di leadership politica. Eh già, perché Giuseppe Conte aveva chiesto l’unità della coalizione di governo in Puglia, nelle Marche, dappertutto. Invece il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio non lo ha neppure degnato di una risposta ufficiale.

In Puglia e nelle Marche il Pd può perdere due caselle fondamentali, per non parlare della Toscana. Conte nulla ha fatto per cercare di invertire davvero la tendenza, pagando però un prezzo politico altissimo.

Adesso è chiaro a tutti non soltanto che Giuseppe Conte è stato indicato per due volte come presidente del consiglio dal M5S, ma pure che adesso ha perduto il sostegno proprio dei grillini, a loro volta eclissati sul piano della politica nazionale.

Non era mai successo che il Partito di maggioranza relativa in parlamento fosse totalmente ininfluente alle Regionali. E nelle dinamiche del Paese.

Comuqne vada sarà un disastro.

BORIS JOHNSON

All’inizio dell’anno aveva preso in giro senza troppe remore l’Italia. Lasciando intendere che fosse un Paese di cicale, pronte a mettersi al letto con il mandolino in mano appena il termometro segnava due lineette di febbre. A sue spese ha scoperto che non era così. Ora il bis: mentre molti sono ancora convinti che l’Italia sia il Paese con il cappello in mano, pronto a chiedere e poco incline a rimboccarsi le maniche, accade che il Coronavirus torni a dilagare nelle aree metropolitane di Manchester e Birmingham.

Boris Johnson. Foto © Mario Salerno / Imagoeconomica

Nel Nordest del regno di Sua Maestà britannica c’è stata un’impennata di casi: si torna a chiudere. Si stima che per ora il lockdown bis riguarderà 10 milioni di sudditi. Ma c ’è il rischio che la misura possa essere estesa alla capitale Londra ed al resto della Gran Bretagna in un paio di settimane. Nello stesso giorno, in Francia sono stati registrati oltre10mila nuovi casi, in Spagna ci sono stati 162 morti.

I negazionisti, dopo che il Covid era finito nei polmoni di Silvio Berlusconi avevano ricevuto un durissimo colpo: ora devono ripassarsi i conti. Ma soprattutto devono farlo quelli pronti sempre a parlarsi male addosso: l’Italia ha affrontato meglio di chiunque altro la pandemia. Le ondate di ritorno viste in Germania e Francia qui non si sono viste: quella del Regno Unito men che meno. Merito dell’Italia, degli Italiani. Piaccia o no.

Per fortuna che noi c’abbiamo Speranza.

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