I protagonisti del giorno. Top e Flop del 19 giugno 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

CARLO BONOMI

Nella fiera dell’ovvio degli inutili Stati Generali, il presidente di Confindustria ha ribadito in diretta a Giuseppe Conte che l’intero impianto del Piano di rilancio economico (si fa per dire) messo a punto dal Governo non soddisfa neppure una delle richieste dell’associazione di Viale dell’Astronomia.

Carlo Bonomi © Imagoeconomica / Canio Romaniello

Il perché è presto detto: la cultura anti impresa dei Cinque Stelle, che affonda sul nascere ogni ipotesi di una possibile manovra economica all’altezza della situazione.

Confindustria ha ribadito che bisognerebbe puntare sul Fondo Perduto e che per attivare i 250 miliardi di euro messi a disposizione dall’Europa occorrono progetti e capacità di spesa. Ma il governo non ha queste caratteristiche. E Carlo Bonomi lo ha detto. Punto e basta.

Il guardiano delle ferriere.

MARCELLO PIGLIACELLI

Per la prima volta, dopo tempo immemorabile, il vulcanico presidente della Camera di Commercio di Frosinone non ha telefonato all’alba ad alcuna delle sue ‘vittime‘ preferite: giornalisti, tecnici, politici. Con i quali ama confrontarsi appena sveglio, verso le 6. Senza tenere conto del fatto che il resto del mondo viva ad un fuso orario diverso dal suo.

Marcello Pigliacelli

E soprattutto non ha risposto al sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani che nelle ore scorse lo aveva attaccato in modo molto forte.

È il segnale che Marcello Pigliacelli sta davvero pensando di non concorrere alla guida della Camera di Commercio unificata di Latina-Frosinone, come dichiarato nelle ore scorse. (leggi qui Pigliacelli si ritira: «Troppe delusioni. Non mi candido alla nuova Camera»).

In realtà però nessuno ci crede. Anzi, la convinzione generale è che stia elaborando una strategia in grado di stupire tutti. Le ipotesi sono due. La prima. Non sarà che ha avuto sentore che la Corte Costituzionale possa bocciare la legge di fusione? Perché a quel punto potrebbe concorrere di nuovo per la Camera di Commercio di Frosinone. La seconda: insofferente alle critiche, ha annunciato di voler fare come Cincinnato, prospettando l’invasione ad opera dell’avversario pontino, sperando che vengano a chiamarlo perché è l’unico capace di costituire una cordata con cui puntare alla presidenza della Camera unificata, l’ottava in Italia per dimensione economica..

Istrionicamente efficace.

FLOP

MATTEO SALVINI

È entrato nel Consiglio regionale del Lazio per dare un avviso di sfratto a Zingaretti. Ma è scivolato sulla più classica delle bucce di banana. Perché non gli avevano detto che i tagli alla sanità li aveva fatti la giunta di centrodestra di Renata Polverini e non il centrosinistra di Zingaretti. (leggi qui Salvini lancia la sfida per Roma e Regione: “Incapaci, vado in procura”).

Matteo Salvini Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Poi a voler essere “cattivi” qualcuno avrebbe anche potuto ricordare la differenza nella gestione dell’emergenza Covid da parte del Lazio rispetto a quanto successo in Lombardia dove governa Attilio Fontana, il preferito di Matteo Salvini.

Il Capitano, dopo la gaffe delle dieci ciliegie in 56 secondi, ha perso la bussola in quattro secondi.

Alla deriva.

GIUSEPPE CONTE

Il Presidente del Consiglio dei ministri ha sostanzialmente detto che se gli Stati generali dovessero non produrre i risultati sperati la colpa sarebbe di chi non ha partecipato o non ha messo il necessario entusiasmo. Evidentemente lo splendido colpo d’occhio di Villa Pamphili lo ha proiettato nel mondo delle favole. Dove c’è sempre un cattivo a cui dare la colpa e dove alla fine nessuno ha responsabilità di nulla.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Invece la realtà è semplice: gli Stati generali sono un fallimento annunciato perché il Governo si è presentato senza una linea. E chiedendo a tutti di portare delle idee, come se il Governo non ne avesse una e gli italiani fossero governati da una indistinta entità aliena. Non riesce ancora a rendersi conto che per governare è necessario ottenere dei risultati.

Infatti, oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha convocato al Quirinale per fare il punto sulla situazione dei finanziamenti europei, che dovranno essere spesi attraverso dei progetti. Giuseppe Conte però è proiettato sulla guida dei Cinquestelle che Beppe Grillo gli ha offerto su un piatto d’argento. Non si cura del governo quotidiano.

Te la do io la politica.