I “responsabili” restano al coperto, in attesa di salvare anche quelli che li attaccano

Prima del faccia a faccia tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi non ci saranno novità. Ma se si tratterà di sostituire Italia Viva i numeri non mancheranno. Maurizio Gasparri li definisce dei “miserabili”. Ma anche il centrodestra in passato si è salvato così.

I cosiddetti “responsabili” sono diventati un caso politico enorme. Ad essere ci sono, ma restano al coperto, pronti ad uscire se e quando se ne presenterà l’occasione. Non si sa esattamente quanti siano, in diversi hanno smentito, qualcuno perfino minacciando querela (per cosa poi). Per alcuni in realtà siamo in presenza di un “bluff”, per altri invece la pattuglia è solida. (leggi qui Caccia al responsabile. Quagliariello, “Non sono io il ‘parente misterioso’ di Conte).

Maurizio Gasparri

L’unico che non si nasconde è Paolo Romani, ex fedelissimo di Silvio Berlusconi. Da Forza Italia si è alzato il solito fortissimo fuoco di sbarramento. Maurizio Gasparri, per esempio, ha detto: “Più che responsabili, quelli che vorrebbero correre in soccorso del governo sono dei miserabili. Siamo l’alternativa ai grillismi e ai suoi sottoprodotti come lo sconosciuto Conte, proiettato al vertice della presidenza del Consiglio. Incombono tagli dei parlamentari, percentuali elettorali difficili, ma la coerenza dell’azione politica viene prima di tutto. Se qualche miserabile si preoccupa della sua poltrona, ripete gesta già di altri in passato. Preparandosi alla stessa fine. Chi si dovesse inginocchiare ai grillini e alle sinistre sarebbe l’ennesimo traditore connotato da indegnità morale”.

Peccato però che i “responsabili” non sono spuntati ora. Ci sono sempre stati. Per esempio senza il sostegno di Antonio Razzi e Domenico Scilipoti il Governo Berlusconi sarebbe andato sotto. D’altra parte perfino i grillini duri e puri come Alessandro Di Battista potrebbero trovarsi nella condizione di accettare i “responsabili” pur di mandare all’opposizione Italia Viva.

In realtà non si muoverà nulla prima del faccia a  faccia tra il premier Giuseppe Conte e Matteo Renzi. I quali parleranno soprattutto di due cose: legge elettorale (Renzi vuole che la soglia di sbarramento passi dal 5 al 3%) e le nomine nelle partecipate dello Stato. Soltanto dopo si capirà tutto il resto, perfino lo scenario della possibile mozione di sfiducia di Italia Viva al ministro della giustizia Alfonso Bonafede.

Intanto Gianfranco Rotondi, democristiano in servizio permanente effettivo nei secoli fedeli (alla Balena bianca), ha detto in un’intervista al Corriere della Sera: «Per tradizione i democristiani appoggiano solo i governi di cui fanno parte. E noi di questo governo non facciamo parte».

Gianfranco Rotondi

Ribadendo:  «Appoggiare questo governo non è nelle nostre intenzioni».E su Scilipoti ha spiegato: «Scilipoti lo accoglieremmo a braccia aperte perché è un galantuomo: sostenne Berlusconi in un momento in cui aveva tutto da rimetterci. Ma noi non cambieremo schieramento». Infine: «Renzi vuole rompere dando per scontato che noi siamo pronti a sostituirlo e pure a spicciargli la cucina. Si rassegni, non è così. Per noi si può andare al voto. Dopodiché, non bisogna confondere la dinamica parlamentare con quella politica». Vuol dire che potrebbe succedere di tutto e che i “responsabili” ci sono. Pronti ad ogni evenienza. Purché la legislatura duri il più possibile. Ma questo lo vogliono tutti. Anche i Cinque Stelle. Anche Renzi. Pure il Pd e Forza Italia. Perfino i deputati “semplici” di Lega e Fratelli d’Italia.

Perché la prossima volta di parte da -345 seggi.