I segnali di Nicola Ottaviani alla Lega

I segnali di Nicola Ottaviani alla Lega. Che fa quadrato intorno a Matteo Salvini. Zicchieri: "Non è stata una decisione isolata. Tutti d'accordo con lui". Molto repertorio. Tranne il sindaco

Nicola Ottaviani parla da leader. Vola alto di fronte ai dirigenti provinciali della Lega di Frosinone, riuniti nel salone dell’Astor Hotel. Più in alto del coordinatore regionale del Lazio Francesco Zicchieri, più in quota del coordinatore provinciale Francesca Gerardi. Ricorda a tutti che la sostanza ed il peso specifico li ha lui: l’avvocato vicino a Giancarlo Giorgetti, il sindaco di Forza Italia che ha lasciato Berlusconi prima di chiunque altro, l’ideatore del progetto L’Altra Italia con cui rinnovare il centrodestra e che il Cav ha tenuto nel cassetto per un anno prima di rendersi conto che forse quel sindaco aveva ragione. Troppo tardi.

Centicinquanta persone, testa più o testa meno: tanti per un Partito che è appena passato all’opposizione. Che non ha più promesse da offrire ma ha davanti la prospettiva di tre anni fatti di guerriglia parlamentare.

La difesa di Salvini

Francesco Zicchieri parla e fa la difesa d’ufficio di Matteo Salvini. La narrazione è la stessa andata in onda qualche giorno fa su SkyTg24 raccontata dal suo amico e conterraneo Claudio Durigon, sottosegretario uscente alle Politiche del Lavoro. (leggi qui Dissenso nella Lega. Durigon nega: «La crisi l’abbiamo decisa tutti»).

Francesco Zicchieri – Foto: (c) Imagoeconomica

Identica. Nei passaggi e nei contenuti. Quasi un rito di assoluzione pubblica del capo. Salvini? Non ha sbagliato, non è impazzito. Allora perché ha buttato a mare un Governo del quale era vice, nel quale aveva conquistato consensi come mai nessun altro? «Troppi no – spiega Zicchieri – non potevamo più andare avanti. Da tempo c’erano tutti i segnali di un asse diverso: Matteo ce ne ha parlato e insieme abbiamo deciso di staccare la spina. È Stata una decisione presa da lui ma sulla quale tutti eravamo d’accordo. Ora andiamo fieramente all’opposizione. Ma prepariamoci perché presto torneremo. e questa volta per restare a lungo».

Ma non pronuncia una sola parola contro il Movimento 5 Stelle. Perché «per un lungo periodo abbiamo governato bene insieme a loro. Poi però sono arrivate le elezioni Europee: noi siamo arrivati al 34%, loro sono scesi al 17%. È da quel momento che sono iniziati i no su tutto».

Rufa e Gerardi

Repertorio di Partito anche per gli interventi dell’onorevole Francesca Gerardi e del senatore Gianfranco Rufa. La prima ripete le parole del Capitano: «Se un errore c’è stato è che dovevamo staccare prima la spina».

Gianfranco Rufa

Iconografia dal repertorio di Roberto Calderoli invece per il senatore. Che giura: «Li sommergeremo di emendamenti».

Nessuna traccia di dissenso. Nessuna perplessità: marciare per non marcire. A differenza di quanto accade invece al nord di Roma. Dove sia Giorgetti che il governatore del Veneto Luca Zaia qualche dubbio hanno iniziato a sollevarlo. Senza fare polemiche, senza cercare lo scontro. Perché per ora è chiaro a tutti che un’alternativa a Salvini non c’è. Ma almeno qualche domanda l’hanno fatta.

Il volo di Ottaviani

Nicola Ottaviani non recita dal libretto. Improvvisa a braccio. La sua è un’autoinvestitura. A leader. Ironico, tagliente: il ruolo d’opposizione gli spiana la strada in discesa.

«Avendo come punto di riferimento i disegni della Divina Provvidenza – dice Nicola Ottavianipossiamo utilizzare questa fase di opposizione per rigenerare, anche negli schemi e negli obiettivi, l’area culturale del centrodestra».

Nicola Ottaviani

Sta dicendo che la Lega ha sbagliato? Il ragionamento è più sottile: parla di centrodestra. Se è critica la fa ad uno schieramento che non ha saputo più essere tale.

Il sindaco sottolinea la «necessità di interloquire con moderazione e con tematiche di interesse sociale e collettivo, con il mondo imprenditoriale, in linea con il mondo sindacale ed i credi religiosi».

Parlerà pure al centrodestra ma questa ha tutta l’aria di una critica agli errori fatti dalla Lega in questi mesi. Poi affonda la lama.

«Il popolo del centrodestra vede in Matteo Salvini il proprio leader. Tutto il popolo del centrodestra». È un nuovo segnale quello lanciato da Nicola Ottaviani: perché nella Lega non si parla di centrodestra. Invece lui sollecita «una sintesi su questo punto». Anzi, aggiunge che è impossibile parlare di centrodestra «senza l’area intera del centrodestra, non ha senso parlare di un unico Partito tenuto conto che le tematiche che si devono affrontare sono tante e tali che nessun singolo Partito o dirigente può avere la pretesa di incarnarle tutte».