Il Pd scarica Morini: «È evidente il malcontento». Nemmeno un grazie

Gli hanno votato contro. L'analisi del voto ad Alatri parla chiaro. I numeri dicono che c'è stata la chiara volontà degli elettori di andare contro l'amministrazione uscente. Ecco perché

Sarà la Direzione Provinciale a fare l’analisi del voto. A verificare Comune per Comune come sono andate le cose. A dire se è stata una sconfitta politica, se è stato un collasso del Partito Democratico. L’analisi delle preferenze rivela molte cose sulle elezioni di Alatri. (Leggi qui Tutti i risultati Comune per Comune).

Il ko di Fabio Di Fabio

Innanzitutto, la conta interna c’è stata. Anche in questo caso Pensare Democratico e Base Riformista si sono pesate.Ma non è stata fratricida: l’area di Mauro Buschini – Luca Fantini e quella di Antonio Pompeo si sono contate ma lealmente, nessuno dei due ha fatto voto disgiunto. Non c’è stato un tentativo di azzoppamento.

La presentazione di fabio Di Fabio

I numeri dicono che nel Pd si sono confrontate due coppie di candidati: Recchia e Abbate erano i candidati di Pensare Democratico (Buschini e Fantini su Alatri); invece Scerrato e Scaccia i candidati dell’area Pompeo rappresentata da Di Fabio, Gatta ed altri. I risultati dicono che Matteo Recchia ha avuto 367 voti, Selenia Abbate 342, Francesca Scerrato 279 e Tonino Scaccia 188. Hanno tirato e tanto.

C’è un nodo che è arrivato al pettine: il logoramento di un’amministrazione che è stata in carica per dieci anni. L’immagine della maggioranza uscente era appannata: per questo si è discusso mesi al momento di designare il candidato sindaco. Nel Circolo c’è stata una contrapposizione netta tra quelli che volevano la continuità (candidando il vicesindaco uscente Fabio Di Fabio, dell’area Pompeo) ed un rinnovamento (schierando il dottor Roberto Sarra, più vicino a Pensare Democratico).

Il tema vero è il giudizio amministrativo degli elettori su Fabio Di Fabio e sul sindaco degli ultimi dieci anni Giuseppe Morini. Gli hanno votato contro.

L’analisi del voto dice che in nessuna sezione ha vinto Fabio Di Fabio. Arriva terzo in tutte, compresa la storica Sezione 14 quella del sindaco uscente, zona Basciano. Tecchiena ha resistito, sono mancati i voti in alcune Sezioni del centro.

Fabio Di Fabio ha preso meno voti delle liste che lo sostenevano. C’è stata una frattura evidente tra la città e chi l’ha governata. Lo dice un’addizione: la somma dei voti di Fabio Di Fabio più quelli dell’ex assessore Gizzi (uscito dalla coalizione per candidarsi a sindaco con le sue civiche). Se anche avessero corso insieme, la somma non arriva neanche vicino all’avvocato Enrico Pavia, cioè il secondo candidato sindaco entrato al ballottaggio.

Buldozer Addesse

Roberto Addesse con Maurizio Cianfrocca

Sul fronte del centrodestra c’è stato una mostruosa affermazione del leghista Roberto Addesse, ha preso un’ondata di preferenze: 829. Alle sue spalle c’è il Consigliere uscente Gianluca Borrelli con 298 voti. Al terzo si piazza l’ex senatrice Kristalia Rachele Papaevangeliu con 234 voti.

Alla fine Antonello Iannarilli ha portato il suo valore aggiunto in Fratelli d’Italia. È stato il candidato più votato nella lista: 370 voti. Molto distanziati, alle sue spallle Mattia Santucci (229) e Umberto Santoro (214). I voti di iannarilli avrebbero potuto essere molti di più. L’ex Presidente della Provincia ha pagato il conto con la sua storia: molte preferenze gli sono state date scrivendo il nome sotto al simbolo di Forza Italia ma da oltre un anno milita nelle file di Giorgia Meloni. La norma su questo punto è chiara: in questi casi il voto viene assegnato al simbolo e non al candidato.

Nelle file del centrodestra è accaduto l’opposto di quanto si è visto nel centrosinistra: la lista civica del candidato sindaco Maurizio Cianfrocca ha preso un’ondata di preferenze. Lo hanno votato. E con convinzione.

Il centrosinistra non se lo spiega: al punto che ieri sera, nel corso della lunga No Stop andata in onda su Teleuniverso, il sindaco uscente Giuseppe Morini ha detto “Se mi sento responsabile di qualcosa? Si, di avere governato bene”.

Forse è proprio per questo che gli hanno votato contro.

Il Pd scarica il sindaco Morini

Giuseppe Morini

Il Pd non ha dubbi: Giuseppe Morini ha le sue responsabilità. Lo si legge tra le righe della divhiarazione ufficiale diffusa nel pomeriggio dal Segretario Provinciale Luca Fantini. «Ad Alatri registriamo una sconfitta pesante. Il risultato impone una riflessione importante, specie a chi ha amministrato la città negli ultimi anni perché si tratta di un voto disastroso».

E se non fosse chiaro, rincara la dose. «È emerso un evidente malcontento dei cittadini e una notevole voglia di cambiamento».

La colpa non viene scaricata su Fabio Di Fabio, al quale vengono rivolti i ringraziamenti «per essersi speso con coraggio e passione. Ripartiamo dai tanti giovani che hanno fatto un grande risultato e che hanno animato questa campagna elettorale. Con loro si dovrà costruire una alternativa nuova e competitiva».

Nemmeno una parola di ringraziamento per Giuseppe Morini ed i sueoi dieci anni al governo della città.