I silenziosi ambasciatori della Pace

I milioni di profughi ucraini hanno risvegliato la coscienza degli Europei. Hanno creato una straordinaria rete di solidarietà che ha superato ogni aspettativa, ogni confine, ogni differenziazione linguistica e culturale.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Dio riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.

In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta – (2 Cor 5,19)

Tanti esortano in questi giorni, non soltanto il Papa che appare sempre di più l’unico capace di invocare la pace per tutti. Soprattutto per le vittime vere di ogni guerra, i bambini, gli anziani, gli ammalati, i profughi, rimasti senza casa, che hanno dovuto abbandonare tutto.

Sono ambasciatori di Dio anche tutte quelle persone che hanno messo a disposizione case, appartamenti, stanze, risorse, denaro, viveri, intere parrocchie, associazioni, gruppi spontanei,  mobilitati per soccorrere chi scappa da una guerra.

Come i nostri sfollati di 78 anni fa

Gli sfollati di Cassino

La nostra terra dà un esempio virtuoso: ricorda gli sfollati di 78 anni fa, quando, stretti tra due fuochi, le bombe degli alleati e l’occupazione tedesca, gli abitanti del Lazio Meridionale dovevano far fronte alle necessità della vita quotidiana. Erano disarmati, abbandonati da tutte le autorità, tranne che dai parroci, sfollavano dai paesi bersagliati dagli aerei, rifugiandosi nelle campagne, ospitati nei fienili e nelle povere case dei contadini.

Quella stessa solidarietà è riapparsa in queste settimane, a testimonianza di quanti siano veri  ambasciatori di Dio, parlino di pace al suo posto, mostrino che la via delle armi non ha speranza, che con la guerra tutto è perduto, mentre con la pace tutti sopravvivono.

L’abitudine alla pace

(Foto: Ministry of Defense of Ukraine)

C’eravamo abituati alla pace, tanto da non saperla apprezzare e l’abbiamo persa. Abbiamo visto di nuovo le immagini di distruzione e di sofferenza che l’Europa aveva quasi completamente allontanato dai suoi territori da quasi 80 anni. I milioni di profughi ucraini hanno risvegliato la coscienza degli Europei che hanno creato una straordinaria rete di solidarietà che ha superato ogni aspettativa, ogni confine, ogni differenziazione linguistica e culturale. 

In questa rete,  anche la nostra terra sta generosamente contribuendo a rappresentare il Dio della pace di fronte a tutti coloro che hanno scelto, invece, la via della distruzione e della violenza insensata, condannando alla paura e alla disperazione tante persone innocenti. Soltanto le scelte di solidarietà possono portare alla riconciliazione di popoli, che oggi si guardano in cagnesco nonostante i tanti legami culturali, familiari e sociali che li legano. E tutti noi possiamo essere ambasciatori del Dio della pace, nessuno escluso.

(Leggi qui qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).