I sindacati contro la politica: dateci soluzioni per Stellantis

Alta tensione intorno al futuro di Stellantis Cassino Plant. I sindacati reclamano risposte dalla politica. "Basta con le riunioni nelle quali dobbiamo essere noi a spiegare la situazione. Vengano a dirci le soluzioni”. La cruda analisi di Delle Cese

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Sono stanchi delle parole, pretendono risposte. I sindacati dei Metalmeccanici non hanno più voglia di spiegare alla politica la situazione di Stellantis Cassino Plant. Vogliono sapere invece cosa intendono fare i politici, le soluzioni che Senatori e Deputati hanno in mente per salvare l’Automotive italiano. E con lui lo stabilimento gioiello di Piedimonte San Germano.

La prossima riunione è in agenda per giovedì alle ore 16: nella sala Restagno del comune di Cassino. L’ha convocata il sindaco Enzo Salera. Ha convocato i colleghi dei Comuni vicini, i consiglieri regionali, i deputati ed i senatori eletti sul territorio, Unindustria ed i sindacati. I segnali d’allarme sono tanti e sempre più chiari: l’epoca Fiat è finita, i progetti Stellantis si sviluppano su una mappa geografica diversa. Non è più la cartina dell’Italia ma è il planisfero mondiale. Sul quale Cassino Plant sarà pure un gioiello ma è meno conveniente di tanti altri Plant sui quali invece il gruppo può contare. (Leggi qui Stellantis, l’inizio della fine del vecchio modello Fiat).

Basta con le chiacchiere

Claudio Durigon e Giuseppe Conte

Il clima è pesante. Fino ad oggi, ogni volta che è stata riunita la consulta dei sindaci per affrontare la questione Fca, non si è mai concretizzato nulla. Oltre le chiacchiere, il vuoto assoluto. Al massimo è maturata qualche richiesta di incontro al Ministero che è rimasta però sempre inevasa.

Non solo. L’unico incontro tra i sindacati Metalmeccanici della provincia di Frosinone ed il Governo risale ai tempi del Conte 1: fu Claudio Durigon a ricevere i rappresentanti dei lavoratori. Rassicurando che ecotassa ed ecobonus non avrebbero provocato conseguenze su Cassino Plant e nessun altro stabilimento del Gruppo. In pratica l’esatto contrario di ciò che poi è accaduto. (Leggi qui Fca è farsa al ministero: «Problemi per l’Ecotassa? Invenzioni dei giornali, Manley non ce lo ha detto». E leggi anche «I vertici Fca hanno detto a Durigon l’esatto contrario di ciò che sostiene: Ecobonus crea problemi»).

A cosa serve, dunque, un’altra riunione? Questa volta è diverso? Si tenterà un’altra strada? I sindacati attendono fiduciosi, ma lo scetticismo regna sovrano.

Lo spiega bene Mirko Marsella, segretario della Fim-Cisl, che dice: “Non è il primo incontro e neanche il secondo. Abbiamo già fatto diversi incontri nel corso dei quali abbiamo espresso le preoccupazioni per la situazione dello stabilimento di Cassino. Ci aspettiamo che adesso siano loro, gli amministratori, a darci dei riscontri. Ci auguriamo che quello di giovedì non sia un altro tavolo nel quale noi sindacati dovremo spiegare la situazione dello stabilimento, aggravata oggi dalla crisi dei microchip. Noi crediamo che qualche risposta devono darcela loro rispetto a quello che abbiamo fatto in precedenza, altrimenti sono tavoli inutili”.

Tocca alla politica dare risposte

Francesco Giangrande (Uilm), Donato Gatti (Fiom-Cgil), Mirko Marsella (Fim-Cisl)

Marsella va dritto al punto: “Ci aspettiamo che siano gli amministratori a dire a noi sindacati cosa vuole mettere in campo la politica per migliorare la condizione non solo dello stabilimento Stellantis ma delle varie aziende del territorio”.

In pratica, non vengono per parlare: questa volta vogliono ascoltare. “Noi ci aspettiamo che ci diano risposte concrete: nello specifico gli investimenti e i modelli per Cassino. Ma non solo: devono darci risposte anche sui tempi di partenza dei motori ibridi e elettrici e fare chiarezza su quanto durerà ancora la crisi dei microchip. Se questo avviene in un tavolo al Mise e avviene con la presenza, magari anche fisica, del presidente Draghi, sarebbe un bel segnale. Perchè la situazione sta diventando critica non solo per i lavoratori Stellantis ma ancor di più per quelli dell’indotto”.

Il settore rischia il tracollo

Il sindaco Enzo Salera nella scorsa riunione su Stellantis

Ancora più severo è Donato Gatti, segretario della federazione Fiom-Cgil Frosinone e Latina. Ricorda il sindacalista: “Nell’ultima consulta dei sindaci proposi che tutti i presidenti di Regione dove hanno sede i stabilimenti Stellantis italiani facessero sentire la loro voce al Governo, e al gruppo automobilistico per la convocazione di un tavolo sull’automotive. Registro che nulla è stato fatto in merito”.

Donato Gatti non lo sa ma in realtà è accaduto di peggio. Un tavolo dell’Automotive era stato istituito al Ministero dello Sviluppo Economico: ma il Lazio non era rappresentato; siedevano lì il Piemonte, la Campania, la Basilicata, addirittura l’Emilia Romagna con la sua recentissima Motor Valley. Si erano dimenticati del piccolo dettaglio che a Cassino, nel Lazio, c’è uno comparto Automotive che occupa 35mila addetti. Ora il lazio è a quel tavolo.

Anche Fiom Cgil è stanca di parole e chiede concretezza. “Per carità, ben venga una nuova riunione: ma non sia solo una passerella in vista del voto delle amministrative del 3 e 4 ottobre. La situazione è molto seria e il settore automotive rischia il tracollo, soprattutto l’indotto. Per questo mi aspetto che oltre alle decisioni che potrà prendere la Consulta ci sia una vera presa di posizione forte del territorio come avvenuto nel 2011. A tal proposito ricordo a qualche politico locale che in questi giorni domanda sui giornali che fine ha fatto il sindacato, che noi siamo da oltre un decennio al fianco dei lavoratori, a differenza sua”.

Un cambio di mentalità

Anche dalla Uilm trapela un certo scetticismo in merito alla riunione considerati i precedenti. Ma allo stesso tempo è innegabile che in tutti i sindacati c’è quantomeno la speranza che questa volta, visto e considerato il periodo delicato che sta vivendo lo stabilimento di Cassino in questi mesi, la riunione si concluda con più fatti. Anche in vita delle decisioni che dovranno essere poi assunte al Ministero dello Sviluppo Economico dal Governo Draghi. Prima che sia troppo tardi.

Il presidente del Cosilam, Marco Delle Cese. Foto © AG.IchnusaPapers

Una visione più globale è quella che invoca Marco Delle Cese, presidente del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del lazio Meridionale – Cosilam. È l’uomo che ha guidato l’operazione conclusa con l’arrivo di Fincantieri e la sua gigafactory a Cassino. “Non caveremo un ragno dal buco se non smetteremo di illuderci. Occorre essere concreti e dire la verità, anche se è scomoda. La prima verità scomoda è che l’auto elettrica richiede molti meno addetti di quelli impegnati oggi sulle linee. La seconda verità scomoda è che Stellantis recentemente ha restituito fino all’ultimo euro del prestito miliardario garantito dallo Stato italiano; questo gli lascia le mani totalmente libere su qualunque operazione intenda fare”.

C’è un elemento positivo? Per Marco Delle Cese ce n’è più di uno. “Cassino ha fattori di assoluta eccellenza: l’università di Cassino e la sua facoltà di Ingegneria; la fibra ultraveloce che è fondamentale per chi deve fare ricerca e sviluppo industriale; il know how dei suoi lavoratori; un’organizzazione del lavoro assolutamente eccellente, come riconosciuto anche dal Ceo Carlos Tavares.

Basta per mettere Cassino Plant al riparo da rischi di ridimensionamento? “Assolutamente no se non inizieremo a ragionare in termini diversi. I costi dell’energia a Cassino ed in tutto il Mezzogiorno d’Italia sono enormemente più alti. Soprattutto dobbiamo entrare nell’ordine di idee che l’Automotive è al tramonto, stiamo entrando nell’era della Mobilità Sostenibile. È un cambio epocale. O ci sintonizziamo su questa frequenza e tariamo di conseguenza le nostre azioni o non saremo competitivi”