I sindaci confinati nella riserva indiana della Provincia. Perché non disturbino

La Provincia sta diventando una riserva indiana. Nella quale tenere confinati i sindaci: dove non si prende un euro di indennità e non ci sono soldi per fare un investimento. Ma per chiedergli poi i loro voti. Per mandare altri nei posti che contano

Antonio Pompeo era sindaco di Ferentino e presidente della Provincia anche quando si è votato per le politiche del 4 marzo scorso. Eppure il Pd non lo ha tenuto minimamente in considerazione per una candidatura eleggibile. Lui probabilmente avrebbe rifiutato, ma nessuno lo ha cercato.

Oltre all’uscente Maria Spilabotte, in questa provincia è stata schierata la debuttante Francesca Cerquozzi. Con Francesco De Angelis nel listino.

Nicola Ottaviani era sindaco di Frosinone, confermato a valanga meno di un anno prima, l’uomo al quale Silvio Berlusconi aveva telefonato per complimentarsi sull’iniziativa Solidiamo. Però, al momento delle candidature che contano, Sestino Giacomoni blindato alla Camera, Mario Abbruzzese in corsa al maggioritario e Giuseppe Incocciati nel listino al Senato.

 

I sindaci vengono coccolati come “bacino di voti” alle politiche, quindi sono blindati (per farli rimanere dove sono) alle comunali. Nel Pd ci sono anche Giuseppe Morini, Simone Cretaro, Vincenzo Quadrini, Marco Galli e tanti altri. Nel centrodestra  Carlo Maria D’Alessandro, Roberto Caligiore, Anselmo Rotondo, Tommaso Ciccone. E tanti altri.

Dove vorrebbero candidarli  i leader dei vari partiti? Alla presidenza della Provincia, un ente di secondo livello dove votano gli amministratori e non i cittadini, dove non c’è un euro né per le indennità né per gli investimenti, dove la massima ambizione è quella di rappresentare comunque un ente storico e importante.

 

Tutti a fare i conti sul voto ponderato, tutti a cercare di capire quali sono i rapporti di forza al momento, tutti a mettere in campo operazioni politiche per vincere. Antonio Pompeo che nomina Massimiliano Mignanelli vicepresidente, Mario Abbruzzese che ricuce con Gianluca Quadrini, diversi personaggi in cerca (perenne) d’autore che si propongono come possibili variabili trasversali.

 

I sindaci nelle varie assemblee continuano a dividersi e ad obbedire agli ordini dei Partiti. E’ successo sulla Sanità quando hanno praticamente sfiduciato l’ex manager Isabella Mastrobuono (accordo Buschini-Abbruzzese), è successo sulla Saf, sull’acqua e su tutto il resto. Impossibile pensare che possano unirsi per rivendicare l’importanza del loro ruolo.

Finché sarà così i veri leader dei partiti continueranno a dare la carte. Confinando i sindaci nella resa indiana della presidenza della Provincia.

Prestigiosa indubbiamente, ma mai come un’elezione a deputato e senatore. O europarlamentare.

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